lunedì, dicembre 29, 2008

FIR 650c in carbonio a razze


ovvero: "ma te guarda cosa mi tocca fare per avere una bici esclusiva".
Quando, nel novembre del 2007, ho preso l'Aerospoke ero, che io sappia, l'unico in Italia a usare codesta ruota, poi, manica di disgraziati, avete iniziato a comprarvela anche voi e ho perso l'esclusiva; che poi diciamocelo, i motivi per cui montare un Arrospok all'anteriore sono: perchè è figo e perchè è particolare, quando ci si trova in 7 o 8 alla partenza di un'alleycat con 'sta ruota, beh, le 5 razze in plastica perdono molto del loro fascino.
E quindi mi è toccato cercare qualcosa di diverso.
Dopo mesi e mesi di estenuanti ricerche finalmente l'ho trovata, una FIR in carbonio a razze da 650c (ovvero più piccola delle normali 700c usate di bici da corsa e da pista), così siamo solo in due ad avere 'sta ruota, io e il solito romano de Roma che vive a Milano e che conoscete tutti, si quello bravo sia in bici che a fare le fotografie con la bici tutta nera (che comunque è pure diversa che lui c'ha 3 razze e io 4), e, dal momento che la FIR è fallita da qualche anno, dubito che la moda possa scoppiare e ci si possa trovare tra qualche mese in 10 con una FIR a razze sulla fissa.

martedì, dicembre 23, 2008

Identikit del fissato wannabe messenger


Allora vediamo un po':
- Cappellino da ciclista: celo, perchè effettivamente è comodo per andare in giro, sia da solo che usato come sottocasco
- Baffi: manca, ho già portato barba, pizzo, pizzetti, basette e basettoni, ma i baffi proprio non mi piacciono, fanno troppo Village People
- Piercings vari: manca, non sopporto l'idea di avere pezzi di metallo o altro materiale piantati nella pelle, tra l'altro è dimostrato che in caso di incidente possono agganciarsi e aumentare i danni
- Tatuaggi: celo, uno fatto nel remoto 1992 in Inghilterra, nessuna intenzione di farne altri a breve scadenza
- Maglietta sporca: celo, perchè il più piccolo componente della famiglia tende purtroppo a monopolizzare l'uso della lavatrice e devo combattere coi denti per avere della roba pulita
- Jeans elasticizzati da fanciulla: manca, oversize tutta la vita, la roba stratta mi angoscia
- Chiavi: celo, e servono tutte, per cui non stressatemi
- Bici da 2500$: manca e se ce l'avesso non la userei in strada, ma la attaccherei al muro, o la rivenderei per comprare qualcosa di più utile di una bici attaccata ad un muro a fare polvere
- Scarpe invecchiate artificialmente: manca, le scarpe che ho e che sembrano vecchie SONO vecchie!

Andate a lavorare che Babbo Natale ha bisogno di ogni Messenger Wannabe disponibile per tirare la slitta che le renne si sono messe in sciopero!!

domenica, dicembre 21, 2008

Fissa su PIG


Leonardo mi ha segnalato questo "interessante" trafiletto sulla fissa pubblicato su PIG, che non è il mensile dei maialini, ma, come recita wikipedia: "PIG è una rivista mensile di moda con sede a Milano. Il nome della rivista è un acronimo che sta per People in Groove".
Sembra che per loro la fissa non sia abbastanza "in the groove", ma dal momento che io sono sposato con prole evidentemente, sempre per loro, non sono neppure un degno fissato.

giovedì, dicembre 18, 2008

Barspin?


Ogni tanto qualcuno mi fa domande circa il barspin.
Il problema numero uno è che su un telaio da pista, praticamente qualunque telaio da pista, non si riesce a far girare di 360 gradi la ruota anteriore perchè la stessa tocca sul tubo obliquo del telaio.
Rarissimi sono i telai da pista, ma anche da corsa in cui si riesce, comunque tutti di taglia XXL.
Soluzioni? Ruota piccola all'anteriore, da 650c o da 26" con gomme da 1", forcella più lunga e/o con rake (avanzamento forcella rispetto al suo asse) ridotto o addirittura nullo.
Quindi basta mettere una ruota piccola davanti e/o una forcella diversa e ovviamente un manubrio da MTB e la ruota fa il suo bel giro completo su se stessa; bene e adesso?
Adesso arriva un altro problema.
Il passaggio della ruota sotto il telaio NON è tutto, deve passare anche i pedali, se la bici ha overlap, ce l'avrà ancora di più con la forca girata di 180° e con la ruota più vicina ai pedali di diversi centimetri (se avete un telaio piccino siete veramente messi male), con il risultato che la ruota barspinna solo coi pedali in determinate angolazioni, mai quando sono orizzontali (situazioni in cui la manovra sarebbe più facile), più il telaio è piccolo e più le pedivelle devono essere verticali, la bici della foto è il Volume Cutter con forca BMW di Tom Mosher, l'overlap come vedete è gigantesco.
Ora che avete scoperto che la bici vi barspinna solo dopo aver stravolto le geometrie, e solo quando avete i piedi in posizione scomodissima, potete iniziare a fare pratica tutte le sere, tanto piove e non c'è molto altro da fare :-)
Ah, il barspin, al contrario di skid e surplace, non serve ad una beata fava di niente, ma è divertente e fa molto figo ... e proprio ieri ho trovato un paio di bellissime anteriori piccoline, una più figa dell'altra da montare sul Vigorelli in versione tricks.

lunedì, dicembre 15, 2008

Fixed Mag numero 2


Devo essere onesto, il numero uno non mi aveva entusiasmato, ma questo è davvero bello e c'è anche un interessante articolo su Milano dell'amico Andrea Schilirò.
Scaricabile aggratis su:
http://www.fixed-mag.com/wordpress/?p=146

Mi spieghi TUTTO?

A volte ci sono delle mail che mi lasciano veramente perplesso, sono quelle in cui mi si chiede di spiegare tutto sulla fissa.Di solito iniziano con qualcosa tipo "leggo sempre il tuo blog" e finiscono con "come faccio a costruirmi una fissa?".
Ora, io ritengo che su questo blog ci sia praticamente tutto quello che serve a farsi, costruirsi, comprarsi una fissa, sicuramente mancano molti dettagli, ma il grosso c'è, basta leggersi un po' di cose nella sezione officina in cui si parla di conversioni per capire quello che serve, e poi c'è Google.
Sinceramente non posso credere che uno che legge il mio blog quotidianamente possa scrivere per chiedere dove si possono trovare informazioni su come fare una conversione.
Inoltre descrivere da zero come si fa una conversione, quali sono vantaggi e svantaggi, quali pezzi usare, etc. significa scrivere pagine e pagine di roba, non a caso su questo blog in 2 anni e mezzo ho scritto circa 300 post, di cui più di 100 sono utili per capire come fare a costruire una fissa.
Come ho già scritto e riscritto costruire una bici non è difficile, ma neppure semplicissimo, se manca il concetto di cercare ed informarsi, forse si parte col piede sbagliato.

mercoledì, dicembre 10, 2008

Sono su Bike Snob NYC


Se ancora non lo conoscete il blog BSNYC è una presa in giro di tutto quello che gira intorno al ciclismo, in particolar modo alla scena fixed gear.
Nell'ultimo post ci sono anch'io, più che una offesa lo considero un punto di orgoglio :-)

martedì, dicembre 09, 2008

20" Vs 700c


Domenica la crew di BMXari torinese è passata da Hannibal Store, la cosa mi ha fatto molto piacere e quando si sono spostati in piazzale Valdo Fusi mi sono unito a loro, così ho finalmente provato la nuova BMX da flatland di Piè.
Ho scoperto che il flatland è difficilissimo, d'altra parte non potevo sperare di imparare tutto in 5 minuti, quello che mi è sembrato più strano è che nonostante la sua KHE Paris sia grossa meno della metà della mia Cinelli Vigorelli, il passaggio da una bici all'altra è stato perfettamente naturale.
Guardando la mia fissa vicino alle altre BMX torinesi (tutte brakeless) sembrava di vedere il fratello più grande della stessa famiglia e non un altro genere di bici, sembravano molto più "fuori luogo" il paio di MTB da street con ruote da 26" forca ammortizzata e freno a disco.
Purtroppo non ho potuto passare più tempo a girare con loro, ma mi è tornato in mente il concetto di SuperBMX che mi gira in testa ormai da un sacco di anni.Le BMX mi piacciono moltissimo, ma le ritengo troppo piccole per il mio metro e 88 di altezza, decisamente limitate se usate per spostarsi in città e un po' troppo da "ggiovane", cosa che putroppo ormai non sono più.
Tornato a casa, ho visto l'anticipazione della nuova versione della Volume Cutter (http://www.volumebikes.com/uploaded_images/fixed-gallery-739957.jpg), una fissa prodotta da una ditta di BMX, concepita per il freestyle e giustamente definita "una BMX con ruote da 700c", geniale.
La roba si rompe?
Compratevi una BMX e se per voi le ruote da 20" sono troppo piccole prendetela con le ruote da 700c!

venerdì, dicembre 05, 2008

Proiezione "Bici batte auto" a Torino


Domenica 7 Dicembre presso Hannibal Store di via Accademia delle Scienze 1 (a un passo da Piazza Castello) ci sarà la proiezione del video "Bici batte auto" una interessante realizzazione sul ciclismo urbano.
Proiezione e DJ set a partire dalle 1530, ci si vede.

giovedì, dicembre 04, 2008

La roba si rompe


E si rompe perchè la usiamo per qualcosa per cui non è stata progettata.
Un mozzo Campagnolo da pista d'epoca, a flangia alta e ben alleggerita, non è stato progettato per essere usato in strada, men che meno in una città nordeuropea come Copenhagen tra acqua e neve, magari skiddando ad ogni stop (visto che si è tranciato sul lato del pignone).
Ovvio che se poi si rompe non è che ci si può lamentare.
Questo è il motivo per cui, per come usiamo noi la fissa, dei mozzi moderni su cuscinetti sigillati sono meglio dei mozzi vintage su sfere, che sono pure fighi e girano da dio se manutenzionati a dovere, ma vanno usati con le dovute cautele ed attenzioni.

martedì, dicembre 02, 2008

I love Milano #2 e BFF 08


Questa volta non c'ero e ho guardato il weekend del BFF in rete, come del resto molti di voi.
Ho avuto modo di vedere solo una parte di quello che è successo, ovvero quello che si è visto dalle foto e dai siti.
L'alleycat è stata come al solito un successo, graziata dal meteo (doveva nevicare!) con ben 112 partenti, ovvero il record per un alleycat italiana, tanta gente alla prima alleycat e ne sono felice.
Formula nuova, con tempo limitato a sole 2 ore in cui bisognava cercare di fare più checkpoint possibile, ovviamente con punteggi diversi a seconda della distanza.
Quindi anche questa volta ci voleva testa (molta testa) e un pizzico di fortuna per trovare la formula giusta fine ad ottenere il punteggio più alto.
Premi da paura per i primi 10 e le prime 3 fanciulle.
All'uscita da cinema pioveva e da quanto mi è stato riferito tutti sono arrivati belli zuppi all'Urban Velodrome, quest'anno organizzato nel parcheggio sotterraneo di un centro commerciale.
Se devo essere onesto mi manca un po' di leggere un report come quello che scrivo io dopo una gara, ho cercato qualcosa in giro, ma nulla, anche come foto su flickr c'è poco, ma tutti quelli che sono andato a Mi solo per fotografare che fine han fatto?
Invece ho trovato degli scatti interessanti degli eventi collaterali, dell'Urban Velodrome, del bike polo la domenica, purtroppo fotografare un evento come un'alleycat è un casino, alla fine si possono scattare solo un po' di foto decenti alla partenza e se non ci si apposta ad un checkpoint è impossibile descrivere in immagini la gara, anche per questo il freestyle ha successo, è facile da rendere per immagini, se paragoniamo tutto il lungo weekend del BFF con il sabato di Council of Doom devo dire che da un punto di vista puramente mediatico ragionando esclusivamente su quello che c'è in rete è stato più interessante il secondo.
Alla fine di tutte queste (inutili) parole la conclusione è una sola: queste cose bisogna viverle di persona e non stare a guardarle attraverso il monitor di un pc, nella viva speranza che i miei problemi si risolvano entro i primi mesi del 2009, ci vediamo alla prossima!
Foto:

domenica, novembre 30, 2008

The Art Of Trackstand


Probabilmente vi aspettavate un bel report sul weekend milanese, e invece no, putroppo dei seri problemi mi hanno bloccato ad ammuffire a Torino.
Per rilassarmi un po' mi sono aperto un secondo blog, pomposamente chiamato: "The Art Of Trackstand".
Ho iniziato a scrivere "Bicifissa" perchè non trovavo informazioni sulla fissa, tantomeno in italiano, ho quindi iniziato a scrivere dei post il più didattici ed informativi possibile nella nostra lingua.
Sinceramente mi sono un po' rotto di scrivere post sul genere "la prima fissa", mi manca un po' di postare stupidate di freestyle, linkare foto inutili e farmi leggere di più dall'estero; in più, come ben sapete, mi sono preso bene con le più assurde variazioni di surplace, ho pensato un po' ad un nome che non fosse il solito fixed-qualcosa e così ho deciso il nome "the art of trackstand", ispirato a "zen and the art of motorcycle maintenance" libro che non ho mai letto, ma di cui adoro il titolo e questa volta scrivo in inglese.
Poche parole, tante foto e filmati fighi per lo più di trackstand e freestyle in fissa, un po' di cazzate da hipster e una spruzzata di BMX qua e là in un'ottica molto ammericana, cercando comunque di non dimenticare l'aspetto più tecnico della cosa e fermo restando che il blog Bicifissa continua il suo corso in lingua Italiana.
Dateci un occhio, sicuramente a molti dei lettori di bicifissa non piacerà, altri lo apprezzeranno, vedremo ...
http://theartoftrackstand.blogspot.com/
e grazie ad AndreP per la foto ricorrente

venerdì, novembre 28, 2008

Catene da neve per bici


Se non avete le gomme chiodate e volete avventurarvi nella neve, potete improvvisare della catene da neve per bici con normali fascette da elettricista (prendetele belle larghe, quelle sotto i 2mm si strappano)

mercoledì, novembre 26, 2008

Guns And Roses Chinese Democracy


Se, come me, avete compiuto da un pezzo vent'anni, vi ricorderete certo di un gruppo chiamato Guns and Roses, qualunque età voi abbiate probabilmente sapete che dopo un mare di tempo finalmente è uscito il loro nuovo album, l'ultimo era The Spaghetti Incident del 1993 che però è una compilation di cover, l'ultimo loro vero lavoro è Use Your Illusion del '91 (cazzo avevo solo 21 anni!).
Inutile dire che le cassette di Use Your Illusion (ma ve le ricodate ancora le cassette?) le ho veramente consumate e dopo anni continua a pensare che Paradise City e Patience siano tra le migliori canzoni di tutti i tempi.
Oggi ho finalmente perso 2 minuti a cercare un po' di info su codesto album e ho scoperto che in copertina c'è ... una bici da carico, ovvio riferimento alla diffusione delle bici in Cina, ma comunque piacevole da vedere.

lunedì, novembre 24, 2008

Il casco


Ovvero, come recita il flyer della "I love Milano #2": "helmets would be appreciated".
Lo so è un argomento spinosissimo, spesso ho visto nei forum aspri litigi sull'uso del casco, bene o male i punti di vista sono questi: i fautori dell'utilizzo sostengono che è pericolosissimo non usarlo e che non lo usa è un demente che non ci tiene a quello che stà dentro la scatola cranica, quelli contro dicono che fondamentalmente non serve a nulla ed è solo scomodo.
A questo si aggiungono statistiche assurde che dicono tutto e il contrario di tutto, a partire dal fatto che il casco è più pericoloso perchè avendolo in testa si è più spericolati e si rischia di più, per finire ad ostiche spiegazioni scientifiche sui tipi di deformazioni possibili del poliuretano e delle materie plastiche.
Mettiamo in chiaro un paio di cosette.
E' ovvio che se si sbatte la capoccia sull'asfalto è sicuramente meglio avere uno strato di plastica che assorba almeno una parte dell'urto piuttosto che non averlo.
E' altrettanto vero che se cadete in bici molto probabilmente non impattate con il testone, ma con qualche altra parte del corpo non protetta, in questo caso ovviamente il casco non serve.
Personalmente lo uso quasi sempre, perchè penso che sia meglio avere la scodella in testa piuttosto che non averla e la cosa mi fa sentire più sicuro; il casco mi ha già salvato il testone, non tanto in bici, quanto in snowboard e sui pattini inline per cui lo ritengo molto utile.
Se, e sottolineo SE, il casco è comodo, leggero e fatto come si deve, non ci si accorge di averlo sulla testa, mentre se è scomodo lo si odia in meno di un minuto e si finisce per non usarlo.
Poi fate un po' voi ...

giovedì, novembre 20, 2008

Video Premiere Council of Doom


Council of Doom premiere in Milan from richard ceccanti on Vimeo.

Era difficile rendere in video una giornata come quella di sabato, Richard ci è riuscito benissimo, un grazie enorme per gli ultimi 2 minuti :-)

mercoledì, novembre 19, 2008

Per vincere un'alleycat


1_ Prima di tutto ci vuole la gamba perchè c'è da pedalare e bisogna farlo velocemente.
2_ Una bella bici, il che non significa una cavalcatura pregiatissima da millemila euro, ma un mezzo veloce e soprattutto affidabile che non si rompa e non abbia problemi durante la gara.
3_ NON bisogna perdersi, in molte alleycat particolarmente incasinate, conoscere i posti e non perdere tempo a cercarli viene prima di tutto, non a caso viene sempre premiato anche il primo dei "fuori-città" che ovviamente sono svantaggiati rispetto agli indigeni.
4_ Gioco di squadra perchè il ciclismo non è uno sport individuale, chi sta davanti ha la responsabilità di dove andare e si fa il culo più di tutti per tagliare l'aria, dargli un po' di cambio è fondamentale, così come chi sta in fondo perchè ha meno gambe è utile che aiuti a cercare i punti sulla mappa o altre per rendersi utile e alleviare almeno un po' il lavoro di quelli che tirano.
5_ Organizzazione
-del percorso: se la strada più breve è troppo trafficata magari una strada più lunga è più veloce e più comoda.
-della fatica: significa che se ci sono da fare 50 Km, è inutile partire a 1000 ed essere spompi dopo meno di mezz'ora.
-del materiale: avere una tasca comoda per mettere i fogli e la biro invece di perdere tempo ad ogni checkpoint a rovistare nella borsa; una barretta e qualcosa da bere a portata di mano possono tornare comodi.
Last but not least: bisogna partecipare!!!

martedì, novembre 18, 2008

I Love Milano #2


Come a lungo preannunciato eccovi il flyer dell'alleycat organizzata per il prossimo sabato a Milano in occasione del BFF, premi da paura e si spera clima non troppo freddo ed umido.

lunedì, novembre 17, 2008

48:16

Il rapporto 48:16 è, secondo me, uno dei rapporti più stupidi che si possano usare su una fissa.
Capisco che sia facile da realizzare, poichè alcune guarniture vengono vendute proprio con corona da 48 denti e se cercate nei pignoni da pista spesso il 16 è il più facile da trovare (Shimano, ad esempio, li fa solo fino al 16 e in pista più grossi sono inutili).
Peccato che il rapporto 48:16 sia piuttosto duro, sviluppando ben 81 pollici, mentre per iniziare con una fissa è molto meglio qualcosa tipo 70" come il classico 42:16 che, non a caso, è montato sulla maggior parte delle bici preconfezionate.
Con un rapporto così duro, a meno che non siate molto bravi e molto potenti è difficile usare la bici nel traffico, skiddare e fare surplace.
In più 48 equivale a 16x3 per cui a c'è un solo punto di skid, quindi ogni volta che le pedivelle sono in posizione di skid la gomma tocca l'asfalto sempre nello stesso punto rovinandola in modo estremamente irregolare (http://bicifissa.blogspot.com/2007/10/skid-patches.html).
Anche se non sgommate ogni qual volta vi fermate e avete i freni sulla vostra bici, l'usura maggiore in un punto sarà presente sulla vostra gomma posteriore.
Il ragionamento vale ovviamente per tutti i casi in cui la corona ha un numero di denti multiplo del pignone come 42:14, 45:15 e 51:17.
Se proprio vi piace questo rapporto meglio cambiare un dente nella corona montandone una da 47 o 49 denti che essendo numeri primi portano a 16 i punti di skid e non modificano, se non di una percentuale difficilmente apprezzabile, lo sviluppo.

giovedì, novembre 13, 2008

Bullitt cargo bike


Ebbene si, ad intervalli regolari vengo preso dalla passione delle bici da carico, le ho studiate e ristudiate, alla fine dopo lunghi pensieri sono giunto ad alcune conclusioni.
Per quanto possa essere figo un triciclo da carico è immenso e pesantissimo, non puoi usarlo nelle miniciclabili che ci sono qui a Torino e non ti puoi destreggiare nel traffico, in più è dannatamente lento, per cui a meno di dover trasportare carichi immensi non ha molto senso, insomma la mia bici ideale deve avere 2 ruote e non 3.
Una bici normale kittata con portapacchi come la Bootleg cargo è una soluzione relativamente semplice e molto utile, ma a volte un po' limitata come capacità di carico, per i lavori seri ci vuole qualcosa di più grosso.
Due soluzioni: allungare il davanti oppure il dietro.
Surfando su flickr sono incappato in una bellissima frontloader coi tuboni grossi come piacciono a me, appena l'ho vista mi sono subito innamorato e ho iniziato a fare un po' di ricerche.
La bici si chiama Bullitt ed è costruita e commercializzata da un negozio danese dall'assurdo nome "Larry Vs Harry".
E' una bici cargo seriamente pensata per muoversi velocemente, monta freni a disco idraulici e pesa "solo" 24 kg contro i 38 (!) di un Long John in acciaio.
Pare stia avendo un enorme successo tra i bike messengers nordeuropei, con i centri città chiusi al traffico è una bella alternativa al furgoncino, decisamente più capiente di qualunque borsa da corriere.
Ci sono 4 montaggi e ben 7 colorazioni, una più figa dell'altra, i prezzi variano da 1800 euro per la versione base a 2680 per quella tutta montata Shimano XT, il telaio nudo costa 1000 euro.
Non è poco, ma è tanta bici, quello che purtroppo costa veramente troppo è la spedizione fino in Italia, ben 285 fottutissimi euro!
A qualcuno interessa? Dai facciamo un ordine collettivo!

martedì, novembre 11, 2008

Voglio una fissa: budget?


Quando mi si chiede quale sia la soluzione ideale per iniziare ad andare in fissa quello che mi impedisce maggiormente di dare consigli sensati è il non conoscere il budget previsto.
Cerchiamo di essere seri, non potete entrare in un concessionario di auto e dire "voglio una macchina" e non avere la minima, pallida idea di quando volete spendere, se vi propone un'ammiraglia superaccessoriata da 80 mila euro la comprate?
Ovviamente no perchè costa troppo, d'altra parte non potete sperare di comprare con 5 mila euro una station wagon, 2000 di cilindrata, nuova, ma nemmeno usata perchè se da nuova ne costa 20 mila a 1/4 del prezzo forse è un pacco.
Ecco, con le bici è uguale.
Volete una fissa nuova, chiavi in mano? Costa intorno ai 600-650 euro, la mia preferita, lo sapete è il Cinelli Mystic, ma ce ne sono molte altre in quella fascia di prezzo.
Volete spendere di meno? molto di meno? Abbondatemente sotto i 500 euro? Allora iniziate a cercare come dei pazzi in giro per il mondo perchè soluzioni precotte a quella cifra non ce ne sono; punto, è inutile che continuate a chiedermi dove comprare una fissa figa a meno di 200 euro o una coppia di mozzi pista a 20 euro.
Forse c'è ancora qualche negozio disperso in Italia che non sa che la fissa è di moda e vi regala una bici da pista coperta di polvere, forse il vicino di casa ne ha una di quando correva da giovane, ma io non lo so, dovete trovarlo da voi e se per caso la trovo io, scusate, ma me la prendo e ve la rivendo al prezzo di mercato.
Volete una fissa figa, budget illimitato? Ci si può veramente divertire, ma se veramente non avete limiti probabilmente avete già bene in testa quello che desiderate se non ce l'avete basta passare un paio di giorni su Fixed Gear Gallery o Velospace e decidere quale usare come modello.
PS: a scanso di equivoci la foto delle banconote è presa in rete, purtroppo quella NON è la mia scrivania!

lunedì, novembre 10, 2008

Il surplace, quello vero


Roberto Chiappa coi colori della Forestale e l'inglese Chris Hoy con i colori del campione del mondo in surplace alla sei giorni di Milano.
Altre foto dell'EICMA (e non solo di bici):

giovedì, novembre 06, 2008

BFF Trailers


Preparate le gambe from casagrafica on Vimeo.


Trailer BFF 2008 Milano 26-30 november from casagrafica on Vimeo.

Bicycle Film Festival Milano


Il Bicycle Film Festival non è solo una semplice rassegna di film di bici, ma qualcosa di molto di più.
Certo nessuno vi impedisce di arrivare in auto fino al cinema, sedervi comodi comodi e guardarvi dei filmati ad argomento ciclistico per un lungo weekend, ma in questo modo vi perdete una buona parte dello spettacolo.
Il BFF è l'evento dell'anno, un occasione per numerose iniziative, già nel "lontano" 2006 per la prima edizione c'è stata la prima vera alleycat race nel traffico cittadino del sabato pomeriggio con correlate gare di skids e foodown, prima le uniche gare "ufficiali" erano le Velocity corse alle 6 del mattino.
L'anno scorso è stata una bomba, con un'alleycat devastante e lunghissima e un mega party dove tra costruzioni e customizzazioni di bici dal vivo, gare folli di bici e musica sembrava di stare su un altro pianeta in cui la bici era la regina di tutto.Insomma c'è veramente molto da fare e alla fine i films, la rassegna vera è propria, passa quasi in secondo piano rispetto a tutto il resto.
Tenetevi liberi dal 26 al 30 novembre e se non siete di Milano iniziate a pensare a come arrivarci.
Per info:
http://bicyclefilmfestival.com/2008_site/milano/

mercoledì, ottobre 29, 2008

Storia di una conversione


Molto tempo fa ho trovato in un negozio vicino ad Ivrea dove abitano i miei suoceri, un meraviglioso telaio in acciaio Scapin, usato, ma in perfette condizioni, completo di forcella in carbonio molto particolare (solo i foderi in carbonio con testa in acciaio), serie sterzo, movimento, reggi e sella.
Ho subito pensato fosse la base perfetta per una fissa da urlo, specifica per l'utilizzo extraurbano da usare quando portavamo il piccolo a trovare i nonni.
Unico problema: i forcellini perfettamente verticali; unica soluzione: mozzo eccentrico White Industries Eno.
Questo mozzo è unico nel suo genere, il corpo principale si muove su un eccentrico in modo da poter tensionare la catena in modo perfetto, il sistema è eccezionale e in rete se ne legge solo un gran bene, se non fosse per il notevole prezzo, superiore ai 150 euro.
Cerca, cerca, alla fine sono riuscito a recuperare il mozzo in questione ad una cifra che ritenevo giusta, ho trovato i cerchi adatti e ho montato la ruota posteriore in attesa di trovare un mozzo di pari livello per l'anteriore.
Intanto ho iniziato a stressare un po' il negoziante che però voleva una cifra un troppo alta per i miei gusti, già avevo speso un bel po' per le ruote non aveva senso mettere insieme una conversione così costosa.
Con l'estate mi sono dedicato ad altre bici e la ruota è rimasta un po' ferma a far polvere certo che prima o poi avrei preso per sfinimento il negoziante e riuscito ad accaparrarmi l'agognato telaio ad un prezzo stracciato.
Circa un mesetto fa passo e il tipo mi fa: "lo sai che alla fine son riuscito a vendere lo Scapin?".
Rabbia, mi informo e comunque l'ha venduto alla cifra che aveva detto a me per cui nulla da recriminare, ma ora che me ne faccio delle ruote?
Pensa, pensa e mi torna in mente che da qualche parte del negozio c'è un telaio Alan in alluminio (saldato non incollato!), con forca sempre in alluminio da 1", che è stato ritirato a costo zero (in pratica l'ha ritirato scontando sulla nuova bici la stessa cifra che comunque gli avrebbe tolto anche senza il ritiro dell'usato), controllo, c'è ancora e va pure bene come misura.
"Senti, ma questo?" "Ah, quello lì lo puoi pure prendere tanto non si vende e non vale niente", molto bene.
E' bastato stringere per bene il movimento centrale e montare la guarnitura Campagnolo Pista che avevo sul Vigorelli, mettere un adattatore per usare un attacco da 1 1/8" e un manubrio flat da MTB recuperati da un rottame, ho riesumato una vecchia DaBomb da dirt che mi girava per il box, ruota anteriore una 26" sempre da MTB con copertura da 1.2" per provare a barspinnare e in ultimo, ovviamente, la posteriore con l'ENO, montata con una gomma usata pescata dall'immondizia.
Voilà in meno di un'ora la bici è pronta, di nuovo c'è solo la ruota posteriore, il pignone, la catena, l'adattatore per l'attacco manubrio e la gomma anteriore, tutto il resto è di recupero.
Ho deciso di tenere questa bici per il solo freestyle, un oggetto da massacrare senza pietà, da far cadere a terra migliaia di volte, con cui provare tricks per cui ho timore di rovinare le altre mie bici e devo dire mi sta divertendo un mondo (per la cronaca il terreno verde che vedete nelle foto è il tetto del garage dei miei suoceri).

lunedì, ottobre 27, 2008

Sabato a Milano


Sabato non c'era un'alleycat, non c'era una gara, c'era la proiezione di un video che è diventata la scusa per vedersi e provare un po' di tricks in giro per Milano.
Se vi piace correre veloci, probabilmente non era la vostra giornata, se siete o eravate skaters, era il modo più logico di passare un sabato pomeriggio, col vantaggio rispetto a tavolette, BMX o pattini di avere a disposizione un mezzo, la fissa, in grado di trickeggiare E di spostarsi velocemente da uno spot all'altro.
Prima fermata: la pool dell'area Motta, bellissima, ma veramente troppa gente, molti BMXers e qualche skater, tutti i fissati a guardarsi intorno per vedere se qualcuno ha il coraggio di buttarsi dentro, che la voglia ci sarebbe anche se fossimo solo noi probabilmente molti proverebbero le prime pedalate dentro il catino, ma così, a parte Andrea, nessuno ha voglia di sgomitare tra la folla.
Poi si va in Centrale, io e Stefy, ne approfittiamo per sganciarci dal gruppo e fare qualche commissione/shopping a Milano.
Li ritroviamo tutti davanti al Pirellone mentre si prova wallride sul bank, a pedalare all'indietro, a fare le impennate.
Mi tolgo lo zaino diventato pesantissimo per la spesa e provo un po' di trackstand show per il divertimento dei fotografi e poi andiamo in via per la proiezione.
Il video è quello che mi aspettavo, un po' buttato tanto per fare, alla fine i trick sono sempre quelli, abituato a vedere video di altri discipline freestyle sinceramente mi ha un po' deluso, continuo a pensare che questo è solo l'inizio, il punto di partenza e che c'è ancora molto da fare per alzare il livello.
In definitiva è stata una giornata divertente, meno "grossa" rispetto ad un'alleycat, più rilassata e cazzeggiosa, in giro per Milano, bella gente, belle bici, forse un evento poco "bici", per come siamo abituati ad intederla in Italia, e molto skate, un modo diverso di usare i pedali, un modo diverso di vedere questo fantastico mezzo che è la fissa.
Foto su:
http://www.flickr.com/photos/giothebike/

giovedì, ottobre 23, 2008

Vendesi telaio pista 57x56


Ho questo telaio acciaio per le mani, è un 57x56 centro centro, ha una ventina d'anni, ma è usato veramente pochissimo, in ottime condizioni, solo sul fodero posteriore (dove sbatte la catena) ci sono dei puntini in cui è saltata la vernice blu, ma è rimasta quella bianca.
L'unica cosa rovinata è la scritta sul tubo verticale che non è coperta da trasparente (se la grattate viene via totalmente).
Completo di forcella da pista non forata per il freno, movimento centrale, serie sterzo, catena, attacco e manubrio pista 3T così come lo vedete in foto a 350 euro.

mercoledì, ottobre 22, 2008

Vans Supercorsa


Se per caso vi siete comprati una Cinelli Supercorsa o una bici similare tutta con le congiunzioni cromate e non sapete che scarpe usare, sappiate che Vans ha fatto LA calzatura ideale per il pedalatore "vintage" che, non a caso, si chiama Supercorsa.
In cuoio bucherellato in stile ciclista d'altri tempi con tanto di bandierina italiana, che all'estero fa sempre molto figo.
Photo by Flat Streetwear Deluxe.

Pedali BMX in plastica


Da un po' volevo provare dei pedali da BMX sulla mia fissa, ma c'erano molti particolari che mi frenavano, questi pedali di solito sono enormi, pesanti e costosi, avevo trovato qualcosa di economico sui 15-20 euro ma facevano veramente schifo e comunque pesavano una tonnellata.
Poi circa un mesetto fa Burd racconta sul blog di bootlegsessions che ha montato dei pedali da biemme in plastica sulla sua bici, pesano poco, costano poco e non ti distruggono gli stinchi se sbagli una manovra, ma come? di plastica?
Faccio un po' di ricerche e vedo che diverse ditte li producono e pare vadano molto bene, mi sa che devo sentire qualche amico BMXaro.
Un paio di settimane dopo alla Jack Invitational Dirt Contest di Santena vedo che Thomas "Champignon" li ha sulla sua MTB da dirt, "come vanno? dove li hai presi?" "benissimo, faccio un ordine in un online shop francese settimana prossima" "bene, allora mi aggrego".
Vedo le foto online dei suoi Odissey, i pedali sono forati davanti e dietro e quindi si possono mettere le gabbiette, bene bene, prezzo in Francia 11.90 euro per quelli neri e bianchi, qualcosa in più per quelli colorati, con quella cifra non ci compri neppure delle taiwanate becere al Decathlon.
Tempo una settimana e sono nelle mie mani, devo dire che son veramente fatti bene, visto che sono da BMX sono robustissimi, poi a meno di 12 euro anche se si dovessero rompere non ne faccio un dramma, le gabbiette metalliche si montano alla perfezione, bisogna solo tagliare via un pin che imbroglia e usare i cinghietti in nylon che quelli in cuoio che ho sono troppo corti per la combinazione pedalone e scarpa 45.
Li ho montati sul Vigorelli nella sua nuova veste freestyle e sono una bomba, usati dal lato senza gabbietta in trackstand puoi fare tutti i cambi della terra giocando sulle generose dimensioni e si possono provare tutti i trick in stile BMX perchè c'è veramente un bel grip al contrario di quello che succede con lo scivolosissimo lato B dei pedali da corsa/pista.
In strada usando le gabbiette la pedalata è molto efficace perchè la scarpa appoggia su una superficie enorme e la suola non ha modo di flettere.
Unico reale problema è che data la notevole larghezza se avete una bici col movimento centrale molto basso rischiate di toccare terra in curva.

lunedì, ottobre 20, 2008

Hanno ancora senso le conversioni?


Col 2009 arriveranno sul mercato un bel po' di bici complete a prezzi intorno ai 600-700 euro, qualcuno ha preso il Langster in supersaldo a 499 euro, ha ancora senso fare una conversione partendo da una vecchia bici da corsa calcolato che le bici di cui stiamo parlando di solito montano ruote carine con mozzi da pista e l'onnipresente guarnitura Sugino RD messenger, ovvero componenti che comprati da soli costano 300 euro?
Il rischio è perdere un sacco di tempo e di soldi su una bici vecchia per avere un risultato nettamente inferiore a quello di una bici "già fatta".

Quindi la conversione è valida se:
- il telaio di partenza è regalato o quasi così come buona parte dei componenti
- la bici di partenza ha un particolare valore affettivo
- siete capaci di fare il lavoro senza appoggiarvi a negozi (o appoggiandovici limitatamente) a cui giustamente dovete pagare la mano d'opera e avete già un minimo di attrezzatura per farlo
- volete assolutamente farla da soli, a qualunque costo
- avete particolari esigenze che nessuno dei modelli preconfezionati è in grado di soddisfare

Non lo è se:
- dovete comprare tutto nuovo
- non riuscite a trovare un telaio adatto o comunque non lo trovate ad una cifra bassa
- non siete capaci di mettere le mani su una bici e non avete nessuno che vi possa aiutare/spiegare
- non avete alcuna attrezzatura, nè un posto comodo dove lavorare
- vi va bene una bici "generica" oppure non sapete neppure voi cosa di preciso cosa state cercando

Ho cercato di includere un po' tutto, dal volgare denaro al valore affettivo, vedete voi, l'importante è ottenere un risultato che non vi faccia pentire della scelta che avete fatto.
Per le cronaca attualmente possiedo 4 bici, tutte fisse, 2 sono costruite su dei telai da pista e 2 sono delle conversioni.

venerdì, ottobre 17, 2008

Council of Doom Premiere a Milano


Sabato prossimo c'è la prima del video di Council of Doom in quel di Milano, per chi non sapesse di che si tratta potete guardarvi il trailer su vimeo: http://www.vimeo.com/796328
Nel pomeriggio trick contest allo skatepark di via Zanella, insomma se vi piace il freestyle con la fissa non potete mancare, ci sarà da divertirsi.

giovedì, ottobre 16, 2008

Pedali


Iniziamo col dire che SE volete girare senza freni (e nessuno vi obbliga a farlo) DOVETE avere i piedi attaccati ai pedali, punto.Se usate i freni e volete sfruttare pienamente la spinta delle gambe un sistema di aggancio di qualche sorta è estremamente utile.
Ci sono 2 sistemi: le vecchie gabbiette e cinghietti e i pedali a sgancio o automatici.
Ormai per la pratica sportiva delle bicicletta, se escludiamo la BMX e specialità derivate (dirt e street) e un certo tipo di MTB freeride/downhill, TUTTI usano i pedali automatici perchè sono pratici, comodi e estremamente efficaci.
L'unica reale controindicazione è che bisogna usare delle scarpe apposite predisposte che nella stragrande maggioranza dei casi sono ottime sulla bici, ma pessime per camminare, le suole da bici da corsa sono in plastica durissima o carbonio e sono una vera trappola, mentre quelle da mountainbike di solito irte di tasselli e piuttosto scomode, inoltre la suola per ottimizzare la pedalata è iper rigida e camminare è un'agonia.
A questo si aggiunge che alcuni sistemi durante lo skid tendono a sganciarsi poichè non sono progettati per un'azione di questo tipo.
In definitiva la stragrande maggioranza degli appasionati di fissa decide di fare un passo indietro nel tempo e utilizzare l'obsoleta combinazione di pedali liberi, gabbiette e cinghietti.
E qui sorge un grosso problema, nessuno più le produce più 'ste cose e, a meno di trovarle nel solito retrobottega polveroso, non è facile reperirle.
Ormai i pedali predisposti per le gabbiette sono solo più robaccia economica da supermercato, l'unico che non ha mai smesso di fare degli ottimi prodotti (pedali e gabbiette) è il giapponese MKS per il solito discorso del Keirin, così come giapponesi sono gli spettacolari cinghietti doppi Toshi (che però costano sui 100 dollari la coppia!!) con il risultato che sulle mie bici ci sono per lo più pedali del secolo scorso: Suntour da MTB, MKS da pista, Campagnolo Chorus, Miche corsa, accoppiati ad una accozzaglia di gabbiette in plastica e metallo, cinghietti in nylon e cuoio di varia e disparata provenienza.
Recentemente però ho trovato un paio di soluzioni veramente eccezionali e relativamente economiche ... ma ve le racconto un'altra volta :-)

martedì, ottobre 14, 2008

Attacco manubrio


Su una bici da corsa/pista l'attacco manubrio è di solito piuttosto lungo e varia tra gli 80mm e i 140mm, in relazione anche al telaio, su un piccolo 50cm meglio qualcosa tipo 80/90mm mentre su un grosso 60cm è normale vedere attacchi intorno ai 120/130mm.
Un attacco manubrio piuttosto lungo permette una posizione bella comoda sulla bici, che non vi spacca la schiena anche dopo diverse ore sui pedali.
Fino a qualche giorno fa pensavo che montare attacchi più corti di queste misure fosse un po' una forzatura, poi per esigenze di freestyle ho messo un 60mm sulla Dazzan arancione e ovvimante ho iniziato ad usarlo anche in strada.
Non ci ho fatto molti chilometri ma ho capito un paio di cosette.
Prima di tutto un attacco corto accoppiato ad un manubrio da MTB rende la bici estrememente reattiva, se montato su un telaio da pista con angoli sui 75°, la bici risulta fottutamente nervosa e divertente.
La posizione è ovviamente piuttosto "compressa", un po' scomoda, ma tutto sommato ottima per spingere sui pedali, specie con un manubrio non troppo alto.
In definitiva è un setup molto divertente che permette di trickeggiare alla grande e divertirsi in strada, ci sono solo un paio di problemini.
Per prima cosa temo che alla lunga, una posizione così raccolta possa diventare scomoda specie per la schiena, inoltre il peso risulta spostato all'indietro verso la ruota posteriore, questo significa che si frena meglio, ma skiddare è un pelo più difficile specie se si è principianti e non si ha ancora compreso la tecnica giusta.
Sono sempre più dell'idea che l'utilizzo della fissa in strada richieda componenti molto diversi da quelli della bici classica e si debba "pescare" un po' ovunque scegliendo di volta in volta i componenti più adatti ai nostri scopi, se qualcuno di voi ha fatto JKD sa di cosa sto parlando ("absorb what is useful").

giovedì, ottobre 09, 2008

Yoga trackstand


Inizi con fare surplace perchè non vuoi mettere il piede per terra ai semafori, poi provi timidamente a togliere una mano, poi tutte e due.
Scopri che è strano stare sù senza difficoltà e senza pedalare, che inizi a fare trackstand nel traffico con sempre maggiore facilità e capisci che ci si può spingere oltre.
Guardi i filmati di Burd Phillips e ti sembra tutto dannatamente complesso, poi vedi qualche foto in rete e inizi a cercare di imitare, un pezzo alla volta, in fondo non è così complicato, "si può fare"!
Questo è il risultato fino ad ora, sto mettendo insieme un po' di variazioni sul tema, ovviamente la sequenza inizia e finisce con un normale surplace, per la cronaca la bici è una conversione su telaio da corsa e forca in alluminio Alan, fissata con un mozzo eccentrico White Industries ENO e ruota da 26" anteriore per barspinnare.
Qualcuno lo chiama yoga trackstand, io non ho mai fatto yoga, so solo che giocare con la bici mi rilassa un casino.
Altre foto su:

mercoledì, ottobre 08, 2008

Freestyle italiano


Non so voi, ma io mi sono un po' rotto di vedere continuamente foto e video di "fixed gear freestyle" girati sempre e solo all'estero, possibile che non si riesca a fare qualcosa di decente e valido anche noi?
Per cui da oggi su questo blog spazio al freestyle italiano, iniziamo con una foto splendida di Cento in Wallride @ Pordenone skatepark (photo by AndreP)

martedì, ottobre 07, 2008

Voglio una fissa: la compro online negli USA


Non è facilissimo trovare bici e componenti per la fissa nel nostro paese, ancora più difficile è riuscire a comprare cose strane, particolari o prodotti economici, insomma tutte quelle cose che vediamo su internet, per le quali potrebbe essere interessante comprare direttamente online negli USA.
Cambio favorevole, prezzi bassi, ma è veramente la soluzione migliore?
Purtroppo le spesa di spedizione dal Nordamerica non sono basse, difficile quantificarle perchè ogni situazione è particolare, magari il grosso online shop ha particolari convenzioni, mentre il privato o la situazione piccola può essere costretto a farvi pagare delle belle botte.
Poi c'è il discorso dogana, se vi va di fortuna magari il pacco sfugge e passa come gift (regalo) e non ci dovete pagare nulla, ma è difficile se lo comprate in un negozio con tanto di fattura e di bolla, ancora più difficile se si tratta di una cosa grossa come un telaio o una bici completa; in questo caso dovete sborsare il 20% di IVA più le tasse di importazione, spese di dogana e alla fine al prezzo iniziale dovete aggiungere un bel 30%, se siete particolarmente sfigati il pacco rimane fermo in dogana per controlli anche diverse settimane e dovete sbattervi non poco per averlo (esperienze non mie, ma lette sui vari forums).
Questo sempre se il pacco arriva, non viene smarrito, danneggiato etc.
Ultimo problema è quello della garanzia, se si rompe dovete rispedirlo dove l'avete comprato e probabilmente alla fine vi costa più di quanto l'avete pagato.
Spesso mi si chiede info su bici vendute negli USA da marchi sconosciuti da queste parti, i prezzi di solito sono piuttosto bassi e la provenienza è asiatica, che dire: difficile dare opinioni su qualcosa mai vista dal vivo, calcolate che i materiali sono di solito mediocri, così come la fattura e i controlli di qualità, per cui il risultato sarà una bici accettabile, ma nulla di particolare, fate bene i vostri conti, se costa molto meno di qualcosa di pari valore in Italia, magari fate l'affare, ma comprare al buio e sperare in bene per risparmiare 50 euro a me non sembra una grande idea.
In definitiva bisogna fare bene i conti prima di dire: "negli USA costa meno e quindi lo compro lì", sicuramente su prodotti che si trovano in Italia il gioco non vale la candela, per cose non importate potrebbe essere una soluzione, ma bisogna comunque calcolare le spese accessorie, il discorso cambia e più essere più interessante su usato comprato su ebay dove i prezzi possono essere anche molto bassi e ovviamente situazioni particolarmente vantaggiose come amici che vivono all'estero e che possono portare la roba a mano al loro rientro in Italia risparmandovi tutte le spese e gli sbatti.
Per quanto riguarda l'online europeo le spese postali sono relativamente basse e rimanendo nella Comunità Europea non si devono pagare dazi e tasse, quindi è tutto più facile, ma difficilmente sul nuovo si trovano grandi occasioni e prezzi bassi.

venerdì, ottobre 03, 2008

Starfuckers Frame


Ovvero un nuovo telaio giapponese ben diverso dai soliti da Keirin che siamo abituati a vedere.
Direte voi, ma fa schifo, si è vero, ma guardatelo meglio perchè estetica a parte ci sono un paio di cosette veramente pensate bene.
Innanzitutto il triangolo anteriore non è un triangolo, c'è qual tubo che parte dal movimento centrale e si attacca a metà dell'orizzontale, perchè?
Perchè in questo modo di può fare barspin con le 700c anche su telai di taglia piccola senza avere una forcella assurdamente lunga come sulla BMW Gangsta e neppure una roba ingestibile a 0 rake.
Il triangolo posteriore ha quello che nelle MTB si chiama elevated chainstay, in pratica non c'è il tubo che dal movimento centrale va al mozzo posteriore, ma è rialzato così si può grindare senza paura di rovinare il telaio sui muretti di cemento.
Ok, il telaio è molto rozzo, d'altra parte è un prototipo, ma almeno è qualcosa di innovativo seriamente pensate per uno scopo ben preciso: il freestyle in fissa.
Completano l'opera l'ormai classico manubrione con rise immenso tipico giapponese, stem da BMX, pedali flat e pignone enorme sulla ventina di denti per rapportino agilissimo, insomma non è certo la bici migliore per girare veloci, ma se avete uno skatepark vicino a casa potete farci un pensiero.

mercoledì, ottobre 01, 2008

Fixpatrix


Normalmente non mi piace linkare filmati di freestyle, li trovate già su 1000 altri blog, ma questo trick è varamente da paura, ma quand'è che iniziamo ad alzare un po' il livello anche in Italia e iniziamo a spammare il web con la nostra roba??
Un po' di ispirazioni sul canale: http://www.youtube.com/user/kablekomm

lunedì, settembre 29, 2008

Voglio una fissa, come faccio? parte 2


Ovvero dove posso rivolgermi per comprarne una?
Tanto per incominciare sarebbe una buona idea frequentare dei negozi di bici, d'altra parte se vi aservono delle scarpe non è che andate a cercarle in panetteria; ormai almeno nelle grandi città del nord tutti han capito che la fissa esiste e bene o male, se han voglia, sono in grado di procurare pezzi e bici complete, penso che chiunque entro 50Km abbia un negozio in grado di procurare una Specialized o una Cinelli, tanto per fare 2 nomi, o, seppur con tempi eterni, dei componenti Miche.
Cercando i negozi più vecchi della zona e gestendo un po' il proprietario che di solito è un vecchietto praticamente in pensione che non vi vuole dare quello che cercate, sicuro trovate un qualche telaio da convertire e abbastanza pezzi per farvi una bici decente, solo non chiedete una bici da pista per fare il messenger senza freni in città, ditegli che volete una bici da allenamento invernale col fisso come si faceva una volta, spesso con questo trucchetto si ottiene moltissimo.
Attenzione perchè non è detto che il telaio abbandonato da 15 anni venga via a pochi soldi, di solito appena chiedete un prezzo la risposta inizia con: "ah, quello lì al suo tempo valeva un sacco di soldi, era il massimo ..." per poi sparare di solito qualche cifra assolutamente folle e fuori mercato.
Poi ci sono le ciclofficine, realtà un po' particolari dove si possono trovare pezzi a poco prezzo e soprattutto un posto dove poter pacioccare sulla bici, verificare se dalle vostre parti ce ne sono e fateci un salto.
Terza opzione sono i mercatini dell'usato, però se ne capite poco la fregatura è dietro l'angolo e a volte/spesso a seconda delle situazioni le bici sono rubate, se sapete cosa cercare si possono però fare ottimi affari.
Attualmente inizia ad esserci un considerevole mercato dell'usato anche in rete, sia sul solito ebay che tra blog e simili, a volte sono pezzi trovati da fissati che "sanno dove cercare" o conversioni in vendita perchè si è cambiata bici.
Occhio perchè specie all'estero è pieno di fulminati disposti a spendere cifre folli per componenti italiani, è necessario distinguere per bene tra pezzi E prezzi dedicati ai collezionisti-feticisti stranieri e quelli per il mercato interno destinati ai fissati-scassati urbani.
Da non trascurare è l'opzione vicino di casa, amico, parente o conoscente che ha una vecchia bici che non usa, c'è un sacco di gente che in questo modo ha comprato ottime corsa da convertire e a volte additrittura da pista a cifre simboliche, sicuramente da quanto mi è capitato di sentire è il modo in cui si fanno gli affari migliori.
La soluzione migliore?
Dipende da cosa volete e ovviamente da quanto volete spendere, chiaro che il telaio d'epoca e i componenti d'epoca hanno il loro fascino, mentre la soluzione "chiavi in mano" su mezzi nuovi di grandi ditte, seppur semplice e immediata, può risultare un po' impersonale.
Bisogna anche calcolare onestamente quanta voglia si ha e quanto si è oggettivamente in grado di montare pezzo a pezzo la propria bici, mettere in preventivo che a girare per mercatini si perde un mare di tempo e a farsi amico il vecchio biciaio, che forse (e sottolineo forse) ha qualcosa di interessante nel retrobottega, richiede una pazienza infinita e non è detto che dopo tutto lo sbattimento riusciate a mettere insieme una bici decente.

sabato, settembre 27, 2008

Sono su Virgilio!

http://notizie.alice.it/cronaca/bici_ruota_fissa.html

Dove vengo definito "pistard urbano doc" :-) ... fatevi due risate

venerdì, settembre 26, 2008

Voglio una fissa, come faccio? parte 1


Nota: visto che me lo chiedono in tanti e vedo che c'è un po' di confusione sul come fare a farsi la prima fissa, inizio una serie di post per i "nuovi arrivati", sperando che quelli che già girano possano comunque apprezzare.
Tutti quelli che negli ultimi giorni mi hanno scritto e postato commenti che non ho pubblicato poichè off topic sicuramente troveranno le risposte alle loro domande.
Tanto per incominciare ho pensato di fare una panoramica su quello che si riesce ad ottenere a seconda di quanto volete spendere, le cifre sono molto indicative.
- GRATIS O QUASI -
Si trova una bici accanto ad un cassonetto, si toglie tutto il toglibile (cambi, freni, cavi, etc), si avvita un pignone (magari per mozzo a contropedale recuperato a gratis) e voilà, la fissa è bell'è pronta con spesa nulla e un paio d'ore al massimo di lavoro.
Il problema è che difficilmente una bici "da cassonetto" sarà in buone condizioni, probabilmente bisogna smontare, pulire ed ingrassare serie sterzo e movimento centrale, sostituire gomme e camere, magari verniciare il telaio, sostituire la sella, comprare il pignone e una catena nuova, per cui la spesa si sposta su qualche decina di euro e molte ore di lavoro.
Purtroppo, con molta probabilità, una bici del genere è destinata a vita breve: prima o poi, se usata un po' seriamente, finirà con l'autodistruggersi.
- QUALCHE CENTO EURO -
Con una cifra del genere si può già fare una bella bici partendo da un ottimo telaio da corsa usato in acciaio con forcellini Campagnolo orizzontali.
Con un po' di fortuna si può trovare una vecchia bici da corsa in buono stato con cifre intorno ai 100 euro.
A questo punto togliendo il superfluo e montando una coppia di ruote serie con mozzi da pista sui 200 euro (eventualmente anche solo montando un mozzo pista sul cerchio della posteriore e tenendo l'anteriore completo se in buono stato) e altri 30-40 euro di pezzettini vari e si riesce a fare una bici bella ed affidabile.
- INTORNO AI 550-700 EURO -
Con questa cifra si riesce a comprare una bici completa da una grande ditta o da qualche negozio che fa fare i telai dai soliti noti e lo monta in proprio, un po' impersonale, ma sicuramente una scelta molto valida specie se non si riesce a trovare un telaio delle proprie misure da nessuna parte e non si ha voglia di pacioccare per smontare e rimontare la propria bici.
Per qualcuno può già essere una spesa impegnativa, ma il risultato è una bici nuova, della misura giusta, con tutto che funziona, garanzia e assistenza da parte del negozio che la vende.
In alternativa con una spesa simile si può trovare un ottimo telaio pista un po' datato, usato ma in buone o ottime condizioni e montarlo pezzo per pezzo, in modo da avere una bici molto più personale, bisogna però trovare il telaio e i componenti giusti, cosa non facile e che può richiedere un certo dispendio in termini di tempo.
- SOPRA I 600-800 EURO -
Si può pensare di costruire la propria bici partendo da un telaio specifico da pista, magari su misura, comunque un telaio "definitivo", montando tutti i singoli pezzi scelti con attenzione seguendo i proprio gusti e necessità.
Calcolate che se volete roba molto esclusiva "rischiate" di spendere cifre molto sopra i 1000 euro.
- AFFARONI -
Chiaro che con un po' di fortuna e accurate ricerche si possono fare ottimi affari, magari una bici da pista completa dimenticata nel retro di un negozietto viene via per cifre simboliche e componenti e pezzi vari, ormai datati ed obsoleti come guarniture standard o attacchi da 1", possono anche venir regalati perchè "tanto non li vuole più nessuno", putroppo le moda delle fissa e del vintage stà prendendo piede e difficilmente si trova ancora qualche negoziante disposto a disfarsi del vecchio stock per pochi soldi.
- ULTIMA REGOLA -
A parità di risultato normalmente quello che non spendete in soldi lo spendete in tempo, magari c'è un amico che si è fatto una bici fighissima con poco, ma ha passato giorni e giorni a cercare ovunque l'offertona e poi settimane per smontare, rimontare, ridipingere; nessuno si fa una bici spettacolo in poco tempo, senza sforzo e senza spesa.

giovedì, settembre 25, 2008

Cinelli Vigorelli x MASH


Quello che vedete è una versione del Vigorelli fatta apposta per i riders di MASH.
Dalle informazioni in mio possesso le geometrie e gli angoli sono gli stessi solo il tubo sterzo è più corto e l'orizzontale piegato in avanti, come i telai da inseguimento su pista.
Il vantaggio è una posizione più areodinamica, lo svantaggio è che ti spacchi la schiena con un dislivello sella manubrio così elevato e la visibilità nel traffico è ridotta, sicuro non è la geo che fa per me, sul mio ho addirittura un attacco con angolazione positiva per avere il manubrio bello alto e comodo.
Narrano le leggende che sarà disponibile prima o poi anche al pubblico in edizione limitata, tipo 1000 pezzi.
Se volete qualcosa di esclusivo potete iniziare ad aspettare, solo poi non metteteci un riser da 3" per riuscire a pedalarlo con un minimo di comodità.

mercoledì, settembre 24, 2008

Senza freni ... nuove considerazioni

Sabato durante l'alleycat ho rischiato di andare a sbattere, ero senza freni e mi sono fermato, cosa sarebbe successo con un'altro tipo di bici?
La dinamica è questa: siamo in gruppo piuttosto veloci, il semaforo diventa rosso, i primi passano prima che il flusso di automobili da destra si sia avviato, io mi ritrovo ad attraversare quando sono già partite, e mi trovo una macchina parata davanti che procede lentamente da dx a sx, se vado dritto la centro in pieno.
Conscio del fatto che non posso tirare i freni e inchiodare, vado in skid e intanto giro verso sx, se il conducente mi vede e si ferma posso ancora passargli davanti e proseguire la corsa, non potendo fermarmi voglio semplicemente cercare di aggirare l'ostacolo.
La bici si mette di traverso, come quando si frena coi pattini da ghiaccio o gli inline, e mi ritrovo girato a 90°, parallelo all'auto e praticamente fermo.
Non c'è stato alcun impatto, riprendo semplicemente a pedalare e mi tolgo di mezzo.
Pensando alla cosa con calma posso dire che proprio la certezza di non riuscire ad arrestarmi in spazi brevissimi mi ha portato a girare la bici, se avessi avuto una bici coi freni probabilmente mi sarei limitato a tirare sulle leve con tutta la forza che avevo, senza modulare, le gomme avrebbero perso aderenza, provocando una frenata molto lunga e mi sarei piantato con la ruota anteriore dentro lo sportello laterale, in alternativa con dei potenti freni a disco l'anteriore si sarebbe bloccata e avrei dato il giro con un bel voletto sopra la bicicletta.
Se con questa specie di frenata hockey non mi fossi fermato in tempo avrei semplicemente continuato a pedalare a fianco dell'auto per togliermi dall'incrocio.
L'anno scorso alla "I love Mi" invece ragionavo ancora come uno coi freni e quando Fabio "Badboy" mi ha inchiodato davanti (per non andare a sbattere) ho semplicemente bloccato la posteriore sono andato dritto e ovviamente l'ho toccato, per fortuna stavamo andando pianissimo.

ah, un'ultima cosa: non fate come me, col rosso bisogna fermarsi, sempre, che è meglio e così imparate il surplace!

lunedì, settembre 22, 2008

Lordz



Che dire, da paura, c'erano 55 partenti, alla fine Nora ha deciso di far partecipare tutti quanti, anche con cambio e freni, rimane che c'erano più di 30 fissati brakeless e per l'Italia è una cosa veramente degna di nota.
Arrivo con Alessio "Zago", bello tranquillo alle colonne con largo anticipo, ci sono un po' di Vicentini, gli altri con Andrea stan giocando a bike polo per scaldarsi (!).
Inizia ad arrivare gente, tra una birra e una focaccia si aspettano le indicazioni per la partenza, iscrizione e Nora continua a stare con la bocca bella cucita, si lucchettano le bici alla solita ringhiera e ... le istruzioni sono sui manifest, grazie, ma dove sono?, check point ad ordine libero tranne uno che bisogna fare entro mezz'ora, arrivo allo Slam Jam Store come la Milano Violenta (buono, almeno se mi perdo sò come arrivare) ... i manifest sono laggiù, dietro la statua, via di corsa!!
I checkpoint sono tutte gelaterie di Milano, merda conoscessi un solo indirizzo, come a luglio bisogna scrivere sul foglio, colori, prezzi, gusti di gelato, parto con lo stesso gruppetto dell'ultima gara meno i Vicentini, ma con i torinesi Simone e Michele, si formano altri gruppi più o meno numerosi che prendono direzioni diverse.
La prima gelateria è vicina, poi il checkpoint a tempo dove danno un altro checkpoint da aggiungere alla lista, piazza 24 Maggio, che tanto ci teniamo alla fine essendo in zona Navigli.
Qui, dopo aver realizzato finalmente che la alleycat si chiama "icy fresh" perchè i checkpoint sono gelaterie ci mettiamo a cercare sulle cartine tutti i punti da toccare, è un vero casino e perdiamo un bel po' di tempo.
Il "Truffa" guida il gruppo e ci porta in giro per la città, non siamo molto rispettosi del traffico e siamo anche in tanti, adrenalina pura, un'auto mi si para davanti, mando la bici completamente di traverso in skid e mi ritrovo girato a 90° a fianco dell'auto, non la tocco neppure, ho praticamente inchiodato in 2 metri, vedi che provare i 360° skid serve, facciamo un po' di casino intorno alla Stazione Centrale, finalmente troviamo il posto, su Melchiorre Gioia sembriamo il trenino dell'inseguimento su pista tutti in fila indiana, bassi a spingere sui pedali, purtroppo sprechiamo un'eternità con una vietta che proprio non si trova.
Forza, forza, le gambe a questo giro ci sono, ma ci perdiamo di continuo, finalmente arriviamo ai Navigli, c'è un mare di gente per il sabato sera, attraversiamo la folla con le bici a mano, permesso, permesso, verso l'ultima gelateria ci incrociano le squadre che sono prima di noi, già di ritorno e diretti al traguardo, vedo il gruppo di Pordenone al completo, questa volta non han forato mille volte.
All'arrivo ormai ci sono quasi tutti, "AndreP" mi dice che essendo un appassionato di gelati conosceva buona parte dei posti e per lui è stato facile orientarsi, simpaticamente - ma vaffanculo! - noi non ne conoscevamo neppure una!
Si aspettano gli ultimi e tra una birra e un cazzeggio arriviamo alla pizzeria arriviamo che è già mezzanotte, meno male che ho mangiato prima della partenza altrimenti ero già morto di fame, è bello perchè si può chiacchierare con gente che conosco solo tramite la rete, poi il gruppo si scioglie, che va a casa e chi si ferma al Cuore per una birra, passo da Andrea per prendere la maglietta, bellissima, saluto tutti e con Alessio che mi ospita torniamo a casa.
Purtroppo non mi posso fermare per domenica, vedrò le foto a casa con estrema invidia.

Un megaringraziamento a chi si sbatte per organizzare queste cose, ad Andrea a Nora prima di tutti, agli sponsor, a tutti quelli che hanno partecipato e fanno grandi le alleycat e a tutti i locals milanesi che mettono a disposizione le loro case per ospitare noi out-of-town, nel mio caso, questa volta, Alessio e Laura, thanks.
Un po' di foto le trovate qui:

venerdì, settembre 19, 2008

Cream BMX


Ieri ero in Francia per lavoro e in un momento di tranquillità mi sono infilato in un'edicola per vedere un po' cosa propone la carta stampata oltralpe, la situazione italiana è deprimente, mi son detto magari all'estero c'è qualcosa che mi può interessare.
Scartate le riviste di MTB, che se non sono fullone da 150mm davanti e dietro non le considerano neppure, le riviste di bici da corsa erano ancora tutte prese con le olimpiadi, le 11 velocità di Campagnolo e i comando elettrici di Shimano, una proponeva incredibilmente un paio di articoli sul fenomeno fissa negli USA, ma, dopo la lettura delle prime righe in cui si faceva una gran confusione tra ruota fissa, libera, freni o non freni, ho preferito lasciar perdere.
La mia attenzione è stata attirata da Cream, una rivista di BMX, già la foto di copertina lasciava ben sperare visto che c'è un ragazzo con una bici senza freni e per girare brakeless con una freewheel bisogna essere veramente bravi, in dirt poi è da malati.
Alla fine l'ho presa visto che le similitudini tra fissa e BMX sono molte di più di quello che potrebbe a prima vista sembrare e leggendola ieri sera me ne sono reso ancora di più conto.
Si tratta in entrambe i casi di una bici ridotta all'osso, monovelocità, senza freni (al massimo uno solo), senza cavi, cambi, ammortizzatori e altri orpelli, una decina di pezzi in tutto.
La bici è uno stile di vita, si partecipa a gare e si gira per il mondo per divertirsi, incontrare gente e rivedere vecchi amici, ve lo immaginate un ciclista al Giro o al Tour che in intervista dice: "mi piace partecipare a questa gara perchè c'è bella gente e mi diverto un sacco"?
E poi le foto dei tricks, anche se non conosco il rider una bella foto di una manovra fatta bene mi entusiasma sempre, si le fisse non sono nate per trickeggiare, ma se per questo neanche le BMX, le hanno create per correre veloci sulla piste di terra in stile motocross, infatti il nome stà per Bicycle Moto Cross (X in inglese si legge cross), solo dopo si sono evolute nel freestyle.
Il freestyle in fissa, piaccia o non piaccia, è destinato a rimanere e a evolversi sempre più, c'è un video nuovo praticamente ogni giorno, e i riders fissati più conosciuti in giro per il mondo sono quelli che fanno tricks, per cui stasera, quando avere finito la scuola, il lavoro o quello che stare facendo ora, mettetevi con la vostra bici a provare qualche bunnyhop e qualche variazioni di trackstand o skid che poi vi serve anche in strada.

martedì, settembre 16, 2008

NJS


Alcune componenti di fisse sono marchiati NJS, la sigla stà per the Nihon Jitensha Shinkokai ovvero Associazione Giapponese Keirin, nelle gare ufficiali di Keirin si possono SOLO usare telai e componenti approvati dall'associazione, allo scopo di mettere tutti i concorrenti a pari livello come attrezzatura.
I criteri sono molto stringenti, estremamente protezionistici del mercato giapponese (attualmente solo aziende Jap possono produrli) e basati su criteri del 1957, anno di fondazione della NJS.Per la NJS il progresso non esiste e non deve esistere, la tecnologia è ferma agli anni '50, si possono usare solo telai in acciaio prodotti artigianalmente da pochi e selezionati telaisti, forcelle filettate da 1", attacchi a gambo, ruote obbligatoriamente a 36 raggi, etc.
Per assurdo la certificazione si applica anche ai colori, una Sugino 75 silver può essere NJS, ma non la versione nera o anodizzata colorata, in più la stessa guarnitura può avere o non avere il marchio, l'autorizzazione infatti deve essere applicata su ogni singolo componente e si paga (!); un componente con marchio NJS costa di più dello stesso identico componente della stessa azienda senza il marchio!
Le aziende che attualmente producono componenti NJS sono:
- SUGINO (movimenti centrali, guarniture, corone, pignoni e reggisella)
- SHIMANO (movimenti centrali, serie sterzo, guarniture, corone, mozzi, pignoni e reggisella)
- HATTA (movimenti centrali, serie sterzo)
- NITTO (manubri, attacchi, reggisella
- KYOKUTO INDUSTRIES (pedali)
- MIKASHIMA MKS (pedali,puntapiedi, cinghietti, tendicatena)
- MINOURA (puntapiedi)
- DAIDO DIDI (catene)
- HOKOKU H.K.K. (catene)
- IZUMI CHAIN (catene)
- FUJITOSHI (cinghietti)
- ASAHI SPOKES (raggi)
- TSUKIBOSHI SPOKE (raggi)
- HOSHISPOKE (raggi)
- KASHIMA SADDLE (selle)
- ARAYA RIMS (cerchi)
- TOKYO SEIBYOSYO (tendicatena)
- DAIWABO (tubolari)
Tra le ditte fallite o che hanno perso la certificazione troviamo: Tange, Sakae, Ariake, Fujita, Kashima, Sunshin, Suzue e Suntour più i nostri Campagnolo e Cinelli per un certo periodo hanno prodotto parti marchiate NJS, rarissime e ormai pezzi da collezione.
Ci sono poco più di 30 telaisti approvati dalla NJS che lavorano ancora "come una volta" a prezzi da paura e tempi di attesa eterni e sono: Brigstone, Panasonic, Cherubim, Makino, Kalavinka, Levant, Nagasawa, Shimazaki, Rap, Level, Kiyo Miyazawa, Plocion, Proton, Baramon, Vivalo, Nambei, Eimei, Watenasbe, Umezawa, Samson, Yanagisawa, Gan Wel, Georama, Civlas, Vogue, Iribe, Maeda, Osca, Ohtaki, Stratos, Giro, Bomber Pro, Erba, Presto ... la lista è in costante variazione perchè un telaista può perdere la certificazione o un nuovo può ottenerla.
Il marchio NJS certifica che un telaio o componente è stato prodotto secondo degli standard ben precisi, sicuramente è fatto bene, ma non è necessariamente superiore a uno non NJS, anzi molto probabilmente un componente di alta gamma (perchè di questo stiamo parlando) di recente fabbricazione e fabbricato con tecnologia del 21° secolo è migliore.

lunedì, settembre 15, 2008

La mia prima alleycat torinese

La prima perchè l'altra volta l'ho organizzata io e anche se sono partito, non l'ho veramente corsa.
E' strano, perchè sono abituato a correre a Milano, mentre nella mia città sono molto più tranquillo e mi prendo i miei tempi, per cui paradossalmente mi sentivo molto fuori parte venerdì, comunque ...
Venerdì mattina a Torino diluvia, nel corso della giornata mette al bello e c'è un gran sole, ma quando alla sera scendo da casa riprende a gocciolare, che palle.
Per fortuna smette subito, boh, alla partenza c'è un po' di gente nuova, Ciuftis mi dice che bisogna aspettare i milanesi, che bello vengono anche loro; alla fine arrivano un po' in ritardo, si montano le bici e arrivano le agognate istruzioni, 2 checkpoint in ordine libero, un terzo e puoi si vedrà.
Ma dove cazzo è piazza VIII Dicembre? Porta Susa? allora è XVIII Dicembre, vabbè, stazione Metro, ci sono più ingressi ... l'altro checkpoint è il Ciclobus dell'Hiroshima ... andare verso Porta Susa alla 2300 di venerdì è un suicidio, traffico bloccato, pavè e binari, meglio l'Hiroshima, poi Porta Susa e di seguito il terzo checkpoint in Largo Saluzzo.
Pronti via! Mi metto a ruota di Ovidiu direzione Valentino, non c'è nessuno e si può tirare, però io patisco tantissimo le partenze velocissime a freddo e mi sego un po' le gambe, ci raggiunge e mi supera il drappello di Milano.
Davanti alle Molinette cambio strada e mi trovo con un ragazzo su una pesantissima Banshee (poi mi dici come ti chiami) e arriviamo al ciclobus, prima di tutti, ora siamo in 3 direzione PS.
Sulla ciclabile di Corso Mediterraneo mi risuperano i vari Heckto, etc, e cheppalle, ma perchè proprio stasera le gambe sono in sciopero, Dade mi dice che è strano correre in un'altra città, non ti preoccupare anche per me stasera è strano correre qui.
Il Largo Saluzzo mi indicano il 4° checkpoint, Casa della Scimmia allo Zoo, facile, peccato che arrivato all'ingresso del parco lo trovo chiuso, sto già pensando di scavalcare il cancello quando vedo qualcuno nella direzione opposta "ma dove sono?" "più avanti!", ok, l'arrivo è all'Imbarchino al Valentino.
Riattraverso la movida torinese intorno ai Murazzi e giungo al traguardo, tutto calcolato a livello di risultato è stato un mezzo disastro, ma fa lo stesso, primo Ovidiu, secondo Alberto, terzi i milanesi Dade, Efil, Heckto e Bozo.
Tra una birra ed una chiacchiera i lombardi fanno un po' di show sulle bici e poi garetta di sprints, vinta dal criceto bionico Efil, nota di colore Marco di Paramanubrio come già successo l'anno scorso ha di nuovo spaccato la ruota posteriore certo che le alleycat non sono proprio il suo pane.
Tutti a casa perchè il livello di tuoni e fulmini si sta intensificando anche se non è venuta giù ancora una sola goccia d'acqua, fino ad ora ... ai primi colpi di pedale verso casa inizia a piovere, allo Stadio Olimpico si scatena il diluvio tanto che mi devo riparare dalla grandinata sotto un balcone per poi arrivare a casa tutto zuppo, vabbè non era proprio serata, comunque bisogna organizzarle più spesso 'ste cose :-)

venerdì, settembre 12, 2008

Pordenone Bike Wars


Si moltiplicano le città in cui si organizzano alleycat races, il 4 ottobre c'è la prima gara a Pordenone, partecipate numerosi.