lunedì, novembre 30, 2009

L'inizio del progetto trick bike


Tutto è iniziato con "Carriarmati" (http://bicifissa.blogspot.com/2009/05/carriarmati.html), che si concludeva con la frase "Chi ha voglia di spingersi oltre?"; dopo la pubblicazione del post mi ha scritto Mario di Nobrainbikes dicendomi che seguiva il blog da un po' di tempo e che era interessato a creare una bici come quella che volevo io.
Non è stato facile trovare i tubi adatti e soprattutto un telaista disposto a creare il prototipo secondo le mie specifiche e le mie geometrie non convenzionali, per fortuna Mario aveva le conoscenze giuste e soprattutto molta voglia di sbattersi per cui alla fine ha trovato la soluzione ideale ad ogni mia richiesta.
Viste le difficoltà a reperire una testa della forcella unicrown si è optato per una forca a tubi saldati come la Geekhouse, costa di più, ma il risultato è spettacolare.
I tubi sono Columbus da MTB, in grado di sopportare le sollecitazioni del freestyle.
Le geometrie sono un "sapiente" (spero) mix tra il Cinelli Vigorelli che adoro e la MKE Bruiser che ritengo capostipite di tutti i telai da tricks, il tutto condito in salsa MTB street/freeride.
Non è stato facile tirare fuori la combinazione giusta per una bici da tricks/polo e che sapesse anche andare veloce, ma alla fine tutti i numeri sono andati nelle caselle giuste.
Purtroppo proprio per la difficoltà di reperire il materiale, il progetto è andato un po' per le lunghe e per tutta l'estate mi sono dovuto accontentare di poche foto fatta alla veloce e molte telefonate con Mario che nel frattempo stava studiando altri prodotti per la fissa da mettere sul mercato italiano da proporre col suo marchio Nobrain.
Ci è voluto del tempo, ma alla fine fa la bici è arrivata nella sua nuova casa.

sabato, novembre 28, 2009

Aperitivo, arte e bici a Torino


Martedì 1 dicembre sapete cosa fare
http://10cento.blogspot.com/

mercoledì, novembre 25, 2009

Acciai


Il telaio è in acciaio, ma che cosa vuol dire?
Acciaio e basta non vuol dire nulla, di acciai ce ne sono a decine, tutti diversi come caratteristiche e prezzo.
Un acciaio con cui è fatta una bici da bimbo non è lo stesso di quello di una bici da corsa da migliaia di euro, e infatti le bici da bimbo pesano una roba delirante, inconcepibile se si pensa che un bimbo dovrebbe essere in grado di spostarle senza difficoltà e che spesso sono trasportate a mano da genitore, con magari il bimbo in braccio, roba da incredibile Hulk, ma sto divagando.
Dicevamo, a grandi (ma grandi) linee esistono 2 tipi di acciaio per bici, High tensile e Cromo-molibdeno, genericamente abbreviate in Hi-ten e Cromoly.
Il primo è un acciaiaccio supereconomico e pesante, se volete una bici che costi poco da passeggio, può andare, ma per le robe serie bisogna spendere di più.
Come termine di paragone ci sono in giro Grazielle degli anni '70 che funzionano alla perfezione, ma provate a farci qualche sù e giu dal marciapiede sotto casa e le fate a pezzi in pochi giorni, e se avete la mia età sicuramente vi ricorderete di Grazielle aperte in due ai giardinetti, e non facevamo "tricks".
Un acciaio Cromoly a sua volta esiste in decine di varianti, può essere "generico" o "marchiato", i più comuni in Italia (e in tutto il mondo)sono Deda e Columbus, come tutte le cose "di marca" assicurano un livello almeno qualitativo medio-buono.
All'interno degli acciai "di marca" esistono poi varie versioni con diverso livello qualitativo per cui non è che dire "acciaio Columbus" significa automaticamente che è il migliore acciaio che c'è, perchè di acciai Columbus ce n'è più d'uno e, tra l'altro, non è detto che quello che costa di più sia necessariamente il migliore per ogni applicazione (su una MTB meglio andare su qualcosa di più pesante, resistente ed economico piuttosto che un raffinato esile tubo pensato per la strada).
Come fare a riconoscerlo?
La cosa migliore sarebbe chiedere, visto che il produttore dovrebbe specificare il tipo di materiale usato, altrimenti la soluzione più semplice è il peso, più pesa e più il livello qualitativo è basso, tanto per dare un'idea una fissa montata con componenti normali e un buon telaio non può pesare più di 10Kg, se ne pesa 12-13 il telaio è in Hi-ten.

lunedì, novembre 23, 2009

Prototipo trick bike

Ho iniziato ad andare in bici con le MTB e le MTB hanno influenzato il mio modo di concepire la bici, le vecchie pista vintage coi tubi stretti e le congiunzioni, a me sinceramente non piacciono, voglio i tubi grossi, le serie sterzo da 1" 1/8, i telai iperrigidi, voglio della roba moderna ... e voglio essere certo di poter fare di tutto con la mia bici senza paura di romperla.
Per questo ho sempre "sentito" che alla mia conversione Bottecchia da corsa mancava qualcosa, il telaio fletteva troppo per i miei gusti, le geometrie troppo tradizionali, la linea troppo esile, al contrario adoravo la mia vecchia e robusta MTB Kona convertita fissa pure lei.
Ho avuto e usato 2 telai veri da pista, uno degli anni '80 e uno moderno, il Dazzan e il Vigorelli su cui ho fatto veramente di tutto, dalle alleycat ai tricks, ma alla fine mi sono reso conto che un telaio da pista è fatto per andare veloce e basta.
Nonostante i 2 telai siano diversissimi, come materiali, come geometrie, come tutto, hanno in comune l'essere concepiti per pedalarci dentro un catino, finchè si trattava di stare delle ore in surplace e skiddarci fino ad aprire buchi sulla gomma, nessun problema, ma quando si trattava di saltare lo sentivi che imploravano pietà, anche perchè non sono un peso piuma.
Dall'estate del 2008 ho iniziato a pensare ad un telaio concepito per un uso pesante, ma trovare i tubi e soprattutto le teste per le forcelle sembrava un'impresa impossibile.
Nel 2009 finalmente ha iniziato a muoversi qualcosa, qualcuno all'estero ha capito l'esigenza di un telaio "pesante", il Milwaukee Bruiser progettato da Prolly, il primo creato veramente per i tricks, proponeva alcune soluzioni innovative per un telaio da fissa, da sempre pensato solo per la pista.
Innanzitutto tubi in acciaio belli grossi a prova di bomba e forca in stile BMX, ma soprattutto, idea geniale, un tubo orizzontale molto più lungo dello standard per poter utilizzare comodamente attacchi manubrio corti e un generoso passaggio ruota per gomme larghe e comode.
Ho sempre pensato che il Bruiser fosse troppo lungo, una bici per i tricks deve essere compatta e nervosa, l'MKE large, almeno a vedere le geometrie sembra un camion col rimorchio, invece mi piacciono molto gli angoli da pista belli verticali, certo è più facile barspinnare con un angolo di 70-71° come la Charge Scissor, c'è meno interferenza tra ruota anteriore e pedali, ma a questo punto veramente meglio una BMX almeno barspinni senza problemi in ogni posizione.
Insomma avevo perfettamente in mente cosa volevo, ma non sapevo come farlo.

venerdì, novembre 20, 2009

Selle Pivotal



Nella BMX moltissimi usano l'attacco Pivotal, il sistema è semplice, si tratta di eliminare il telaietto in metallo che serve a fissare la sella sui morsetti del reggisella e inserire nella struttura in plastica dello scafo la parte superiore della testa del reggisella stesso in modo da eliminare un bel po' di peso aumentando nel frattempo la resistenza agli urti.
Il tutto si fissa poi al tubo reggisella con una sola vite a brugola a cui si accede dalla parte superiore della sella.
Il problema principale è che si può solo regolare l'inclinazione della sella e non il suo avanzamento/arretramento sul pieno orizzontale come con ogni sistema convenzionale, questo ne sconsiglia il suo utilizzo in situazioni in cui si deve pedalare molto e in cui il posizionamento sulla sella è fondamentale, anche perchè tutte le selle Pivotal attualmente diponibili sono tutte da BMX, piccole e dure, in plastica o con imbottiture veramente minime e rivestimenti antistrappo; insomma roba pensata per non distruggersi dopo ripetuti urti sull'asfalto, ma non certo per starci sopra delle ore a pedalare.
Se volete una bici tuttofare, non è neppure da prendere in considerazione, MA se state montando LA bici definitiva per tricks e polo il sistema pivotal è decisamente da tenere in considerazione.

martedì, novembre 17, 2009

Fibre Flare


Quando ho visto per la prima volta il video pubblicitario della Fibre Flare, mi sono detto: la devo avere.
Da quando l'ho montata praticamente tutti quelli che hanno visto la luce sulla mia bici se ne sono innamorati e hanno chiesto informazioni, di tutto quello che ho usato fino ad ora neppure il Vigorelli aveva suscitato tanto interesse.
La Fibre Flare fa veramente tanta luce, è alimentata da 2 batterie AAA, ha 2 modalità, luce fissa e intermittenti e si fissa comodamente al telaio con 2 cinghietti elastici.
Ce ne sono 2 modelli, uno lungo da mettere dietro, con luce solo di colore rosso e uno corto da mettere sul tubo diagonale in tamarrissimo stile "Fast and Furious" disponibile in verde, blu e giallo.
Stranamente non esiste un modello bianco da mettere anteriormente.
Il sito ufficiale è http://fibreflare.com/, mentre l'importatore italiano è http://www.areab.it/
Per un serio ciclista urbano, fissato e non, una buona luce è fondamentale e la Fibre Flare è la migliore luce posteriore che io abbia visto fino ad ora.

domenica, novembre 15, 2009

Frontocean


L'altro giorno ero a Milano per lavoro e visto che avevo un po' di tempo libero ho fatto un salto da Robi di Frontocean.
La cosa più figa di Frontocean è che arrivi nel momento giusto c'è veramente tutto, se vuoi un pezzo qualunque per la BMX, c'è.
Si, ma che c'entra la BMX con la fissa?
Innanzitutto è la stessa filosofia: un telaio, 2 ruote e solo i pochi pezzi indispensabili, anche se la ruota è libera i freni spesso non ci sono, e, cosa che più amo, quella poca roba che c'è, è assolutamente a prova di bomba.
Per questo amo montare roba da BMX sulle mie fisse, per questo le aziente di biemme guardano con estrema attenzione il mercato della fissa e iniziano a produrre roba dedicata, e infatti una fissa, la Malum di Subrosa, da Frontocean c'era, e nel prossimo futuro arriveranno un po' di altre cosucce carine, ma non ditelo a nessuno ...
Che mi sono portato a casa? L'ennesima coppia di pedali Odissey, questa volta i chamaleon gialli e una sella Shadow Conspiracy Pivotal da montare sul telaio da trick e polo, che mi sono rotto di distruggere selle sull'asfalto.

martedì, novembre 10, 2009

Parole, parole, parole ...

Ci sono certe parole che andrebbero abolite dai cataloghi di bici.
Ha iniziato la prestigiosa Sugino con la "Messenger".
Quando è iniziata la moda della fissa avevano una splendida guarnitura da pista, la 75, un prodotto eccezionale ... ma un po' troppo caro.
Così che han fatto: hanno preso una guarnitura generica economica per corona doppia da strada 130 BCD che avevano a catalogo, ci hanno messo una corona pista da 1/8" e l'hanno chiamata appunto: "messenger", il risultato di questa operazione lo conoscete bene, un enorme successo mondiale.
Così ormai chiunque faccia un prodotto generico similpista ci appiccica una parolina magica sperando in vendite mostruose.
Recentemente il fenomeno si sta moltiplicando.
Guardi l'ennesima pista, dell'ennesima ditta che ha visto che le fisse vendono e non vuole perdere il treno propone un modello uguale uguale ad altre 3-4-25 e più bici in commercio, tocco di genialità il colore "Vintage", che poi guardi le foto ed è ... udite udite: grigio, cioè colore grigio faceva sfigato, invece "vintage" ha tutto un'altro gusto.
Ma il più bello è il modello "trick" di un'altra azienda, già perchè con "trick" si conquista tutto il mercato di ragazzi che vedono tutti i video di freestyle in rete e vogliono imitare tutti i vari LaMarche, Prolly, SuperTed con la speranza magari di conquistare la Julie Eliott.
Che andrebbe bene se il telaio in questione fosse veramente da tricks, peccato che si tratta di un telaio qualunque in acciaio generico con geometrie fintepista, senza rinforzi, con forcella smilza che soprattutto NON barspinna (che è l'unico requisito minimo per fare almeno le manovre base), di "trick" ha solo il nome, complimenti.
Morale, compratevi quello che vi pare, ma, per favore, comprate un prodotto NON un nome!!

domenica, novembre 08, 2009

Larghezza cargo e wideloaders


Mentre cercavo di farmi un'idea sulle bici da carico, senza averne mai provata una mi sono accorto di una cosa.
La bici, inteso come bici "normale" è comoda perchè è stretta e si infila ovunque, in mezzo al traffico, sui marciapiedi, sulle semiinutili minuscole ciclabili torinesi, immaginiamo di avere un triciclo da carico tipo Christiania e la situazione cambia radicalmente, tutti quei passaggi stretti diventano impossibili, per cui mi sono fatto l'idea che in Italia, almeno a Torino una bici da carico deve avere solo 2 ruote.
Quando ho preso l'Xtracycle ho voluto aggiungere almeno un wideloader, ovvero una prolunga per allargare la bici e permettere di portare carichi ingombranti, ho pensato che fosse non dico indispensabile, ma certo molto utile.
Non l'ho montato subito, ma ora che ce l'ho mi sono reso conto di una cosa, nonostante la bici non sia immensa, non si riesce a passare da nessuna parte, mi sono già incastrato 2 volte tra quei pali che mettono all'ingresso dei parchi per non far passare le auto e anche "parcheggiare" in box è diventato un problema.
Insomma le bicione da carico in stile nordico, sono davvero meno pratiche del previsto nel nostro paese, se l'Xtracyle in origine è stato da me scelto per il costo e la relativa facile reperibilità ora sinceramente è l'unica utility/cargo che ricomprerei semplicemente perchè ritengo che le alternative più grosse siano presochè inutilizzabili.

martedì, novembre 03, 2009

Graziella Cargo


Senza dubbio la più attenta, accurata, fantastica, superlativa realizzazione di Graziella Custom, in più è da carico ed è pure fissa!!
Notare il preziosismo della parte anteriore che si smonta e si usa come un normale carrello per fare la spesa.
Tutte le foto del lavoraccio su FGG:
Complimenti.

lunedì, novembre 02, 2009

Luci e lucine


E' arrivato l'inverno e con esso il buio, per cui conviene montare delle belle lucine anche di giorno visto che col cambio dell'ora e col brutto tempo sono indispendabili già a metà pomeriggio.
Tanto per incominciare le luci non vanno messe perchè fa stile, ma perchè servono, quindi lasciate perdere tutte le lucette a singolo Led, come le Knog Frog o tutte le loro imitazioni fatte più o meno bene e cercate qualcosa di GROSSO e visibile che con un leddino solo non vi vede nessuno.
Se proprio siete innamorati delle Knog compratevi un Bullfrog a 5 Led e niente di meno.
Personalmente adoro una vecchia luce Specialized posteriore a ben 7 Led peccato che la staffa su cui si fissa sia impossibile da montare/smontare rapidamente per cui la si può usare su una sola bici.
Da pochi giorni ho una fantastica Fibre Flare che è uno vero spettacolo, comoda e soprattutto supervisibile, decisamente consigliata.
La cosa strana è che andando in bici sulle strade cittadine, di solito ben illuminate si ha la sensazione che le luci siano inutili, in fondo si vede benissimo anche senza, peccato che questo sia valido in bici e non in auto dove la visione è limitata dal parabrezza, dai montanti e dalle luci del cruscotto che annullano la visione notturna del nostro occhio.
Le luci sulle bici non servono per vedere, ma per essere visibili agli automobilisti, che di solito danno per scontato che tutto quello che si trova in strata sia dotato di 4 ruote e un motore, qualcuno concepisce la motocicletta, ma neppure tutti, per cui una bici senza luci o con lucette inadeguate, al buio, attraverso un parabrezza sporco, è totalmente invisibile ... e vi stirano.