lunedì, aprile 28, 2008

Grind


Il grind è una manovra che si può fare con uno skate, dei pattini in linea o una BMX, si tratta di saltare sul bordo di un muretto preferibilmente in materiale molto duro tipo marmo e strisciarci sopra grattuggiando tutto.
Con le BMX si grinda di preferenza coi pegs, dei tubi appositi montati sugli assi dei mozzi, fatti apposta e facilmente sostituibili, in mancanza di pegs con la corona o i pedali.
Su una bici il grosso problema è che grindando si rovina molto anche il telaio visto che, facilmente, il movimento centrale e il carro posteriore si trovano a contatto del muretto, tanto che molti appassionati preferiscono non grindare per non danneggiare irreparabilmente il telaio.
Il telaio in acciaio bello spesso di una BMX è fatto apposta per essere maltrattato e può digerire una bella quantità di grindate, ma una bici da pista?
Un telaio da pista è fatto per essere veloce e leggero, finchè i trick sono impennate e surplace va bene, qualche salto è quasi d'obbligo anche in strada, ma grindare i muretti con una bici da pista è abbastanza demenziale e ve lo dice uno che fino a poco tempo fa grindava le panchine con una MTB in alluminio con forca ammortizzata.

giovedì, aprile 24, 2008

Avvistamenti

Torino, ore 18:34, ciclabile di Piazza d'Armi/Parco Cavalieri di Vittorio Veneto; oggi per la prima volta ho visto un fissato sconosciuto a Torino, telaio da corsa in acciaio blu convertito, manubrio con le corna e solo il freno anteriore, caschetto e zaino rosso.
Da quello che ho visto bella bici, però al semaforo sembrava anche fatta bene, però al semaforo rosso un accenno di surplace potevi anche tentarlo :-)

lunedì, aprile 21, 2008

La BMW di Tom LaMarche


Tom LaMarche (http://www.bootlegsessions.net/tom.php) è probabilmente il miglior freestyler in fissa in circolazione, e la sua bici rispecchia il suo stile (http://bootlegsessions.blogspot.com/2008/04/bike-update.html).
Il telaio è un Brooklin Machine Works (BMW) Gangsta Track, in acciaio, fabbricato a mano a New York.La BMW è sempre stata una ditta molto particolare e i sui prodotti sono fuori da ogni standard, ha sempre puntato su bici grezze in acciaio con soluzioni estremamente innovative e la Gangsta non sfugge a questa logica.
La geometria è unica, uno slooping molto marcato da MTB, in perfetto stile street ci solo 2 taglie disponibili (tra l'altro praticamente uguali), forcella assurdamente lunga creata per fare barspin con ruota anteriore da 700c, tubazioni spesse in acciaio cromoly senza nome.
Il montaggio è bello pesante pure lui, spicca una pedivella 3 pezzi da BMX, con spider e corona da pista e relativi pedali a piattaforma da BMX con gabbiette e strap doppie, ruote ad alto profilo a 36 raggi e gommate cicciotte 700x35c (prima usava delle 700x28c, ma non ammortizzavano abbastanza gli atterraggi), completa il tutto un manubrio riser da MTB con attacco corto.
La bici non è certo un peso piuma, anzi probabilmente pesa una tonnellata, ma per l'utilizzo per cui è concepita ed utilizzata è perfetta.

venerdì, aprile 18, 2008

Mozzo flip-flop


Il mozzo cosidetto flip-flop è un mozzo con la filettature su entrambe i lati in modo da poter montare 2 pignoni diversi e utilizzare l'uno o l'altro semplicemente smontando ed invertendo la ruota.
A seconda del tipo di mozzo si possono montare 2 pignoni fissi, 2 ruote libere o un fisso e una libera.
L'opzione fisso/libero è lo standard sulle bici "di serie" e va bene per chi, pur volendo provare il fisso non vuole rinunciare alla possibilità di disporre di una normale ruota libera.
Montando 2 pignoni dello stesso tipo (fissi o liberi) si possono mettere 2 diverse dentature in modo da avere 2 rapporti diversi; su una bici con forcellini orizzontali è possibile montare pignoni con scarti fino a 3 denti (a volte anche 4 se i forcellini sono molto lunghi) mantenendo la stessa lunghezza di catena.
Svantaggi particolari non ce ne sono se non che, avendo il mozzo le flange più strette per poter alloggiare i 2 pignoni, la ruota è leggermente più debole e che il pignone non utilizzato è un peso inutile sulla bici.
Sulla Vigorelli ho un mozzo flip-flop fixed-fixed con pignoni da 17 e 19 denti accoppiati a una corona da 49 denti; l'idea era di poter disporre di un rapporto più duro e veloce ed uno più leggero e agile da utilizzare a seconda della situazione, in realtà uso sempre lo stesso pignone e non ho mai girato la ruota.

martedì, aprile 15, 2008

Cinelli e RVCA


"Prendere delle bici e metterle in vetrina non mi fa sobbalzare dalla sedia per la gioia" questa frase non è mia, ma di Michele/Icbulk, l'avevo messa negli appunti perchè ero certo che prima o poi sapevo che l'avrei "tirata fuori".
La notizia ed è la collaborazione tra Cinelli e la RVCA, la prima azienda la conoscete, la seconda è una ditta di abbigliamento streetwear americana che punta molto sui giovani artisti, scopo della collaborazione è creare delle bici d'autore, in pratica trasformare dei telai in delle opere d'arte.
L'idea non è nuova, l'ha già fatto di recente Colnago e parte da un evidente interesse da parte di artisti e designer verso il fenomeno fissa.
Sinceramente faccio fatica a spiegarmelo, forse perchè anche di lavoro faccio il tecnico e per me le cose devono innanzitutto funzionare bene, l'estetica è relativa e soprattutto è subordinata alla funzionalità, ma non posso fare a meno di notare che più di un terzo delle mail di richiesta informazioni, commenti e cazzeggi vari che mi arrivano tramite il blog provengono da studi di design e affini.
Se si parla di fisse su Abitare, se come mi hanno segnalato alcune bici compariranno al Salone del Mobile di Milano, un motivo ci sarà.
Arrivando alla fissa dal mondo dello sport faccio fatica a capire come ci si possa arrivare dall'arredamento di design, mi piacciono ovviamente le bici belle, ma prima di tutto mi piace pedalarle, guardarle e basta mi annoia un po' e tra una Cinelli Vigorelli in strada e una Supercorsa Pista appesa ad un muro continuo a preferire di gran lunga la prima.
Una cosa è sicura, la fissa NON è solo una bici è qualcosa di più e forse il continuare a considerarla solo una ennesima tipologia di bicicletta è un grave errore.

E' in arrivo un bastimento carico di ...


Fisse.
A guardarsi un po' in giro, mi pare che siano in arrivo moltissime nuove fisse, la cosa era facilmente immaginabile, era solo questione di tempo e poi (finalmente) il fenomeno sarebbe esploso anche in Italia.
D'altra parte far fare un telaio tradizionale in acciaio è facilissimo, montarlo con un paio di ruote preassemblate e guarnitura non richiede particolare sforzo, per cui, qualunque negoziante con un po' di sale in zucca può provare a saltare sul carro della fissa con una minima spesa, se poi ha in casa vecchi telai in acciaio spende anche meno, una vecchia guarnitura, un mozzo a contropedale da pochi spiccioli e il gioco è fatto con tanto di look "senzafreni" che fa tanto figo (un negozio di Torino ha in vetrina delle fintefisse fatte con telai ruggini, componenti obsoleti, freno a contropedale e l'immancabile sella Brooks ... e pare che le venda).
Poi ci sono "i grossi" per ora solo Cinelli, Kona e Specialized, ma ormai tutti hanno una fissa a catalogo; la maggior parte degli importatori Italiani (Giant, Trek, Cannondale, Felt tanto per fare qualche nome) fino ad ora si è disinteressata del fenomeno, ma ci vuol poco a farsi spedire un container di bici e distribuirle nei negozi.
I vantaggi per i veri appassionati sono tanti, innanzitutto forse inizieremo a trovare il materiale che ci serve con relativa facilità e i negozianti la smetteranno di guardarci come degli alieni, poi entro breve, appena la gente si renderà conto che pedalare stanca e che senzafreni è pericoloso potremmo comprare bici usate quasi nuove a prezzi stracciati nei mercatini dell'usato :-)

mercoledì, aprile 09, 2008

Freestyle e telai



Ok, il telaio del video è uno Sparton, la roba più economica e becera che c'è in rete, ma i telai da pista non sono stati disegnati per farci freestyle, le geometrie sono pensate per andare veloci dentro ad un velodromo, non per bunnyhops e barspins, i tubi per resistere alle sollecitazioni della pedalata e non per atterrare saltini e saltoni sul cemento.

Il mio sogno è una bici fissa con geometrie e tubi studiati per saltare e divertirsi in città senza paura di distruggere tutto ... a qualcuno interessa?

lunedì, aprile 07, 2008

Troppi passaggi: negozianti, no grazie

Spesso si discute sull'elevato costo delle bici, ultimamente sull'eccessivo costo di TUTTO, ma questo è un altro discorso.
Le bici e tutte le altre merci costano tanto per un motivo semplicissimo, e non sono solo certo io a dirlo, troppo passaggi o per dirla in modo molto tecnico "una filiera troppo lunga".
Personalmente ritengo che specie per bici molto particolari come le fisse che puntano ad un target di clientela molto particolare e sono estremamente semplici, tali da non necessitare di particolare assistenza, potrebbero essere facilmente vendute online tagliando tutti i costi del classico negozio.
Oltretutto specie in Italia, la bici o il telaio fisso va comunque ordinato dal negoziante alla ditta produttrice o distributrice, nessuno, che io sappia, ha tutte le misure del Cinelli Vigorelli o dello Specy Langster in negozio disponibili pronta consegna, per cui il cliente va in negozio, ordina il telaio/bici al rivenditore che a sua volta lo deve ordinare al suo distributore, si aspetta quello che c'è da aspettare e arriva il pacco con la bici smontata a cui, proprio perchè è una semplice fissa, non c'è da fare nulla se non tirarla fuori dalla scatola e montare le ruote, il manubrio e i pedali.
Non ci sono da fare particolari regolazioni al cambio o ai freni, non ci sono da tarare le sospensioni e fare un tagliando dopo poche uscite per ricontrollare il tutto.
Anche montare una fissa partendo da un telaio nudo è semplicissimo, addirittura il Vigorelli ha la serie sterzo integrata che non ha bisogno di attrezzi particolari, l'unica cosa che serve è giusto una e una sola chiave specifica che costa meno di 10 euro per avvitare il movimento centrale.
A questo punto non converrebbe spedirlo direttamente al cliente saltando il passaggio e i costi del negoziante?
Ho posto questa domanda ad alcune ditte è la risposta è stata la stessa, il sistema in Italia funziona sui negozi e non possiamo vendere direttamente ai privati, punto; solo uno mi ha spiegato effettivamente le difficoltà delle vendita online e il motivo per cui non le fa, però è un soggetto che tratta mountainbike molto particolari, esclusive e costose, per cui il rapporto negoziante-cliente è fondamentale e, detto tra di noi, i clienti dei marchi che tratta possono permettersi la spesa aggiuntiva.
Il limite quindi è che "si è sempre fatto così perchè cambiare?", mi sembra la stessa motivazione per cui le fisse da un secolo a questa parte si sono sempre usate solo nei velodromi perchè cambiare e usarle in strada?

giovedì, aprile 03, 2008

Specialized Langster


C'è un certo intersse su questa bici, principalmente perchè è prodotta da uno dei principali e più conosciuti marchi al mondo (quindi si trova facilmente), secondo perchè ha un ottimo rapporto qualità-prezzo se si pensa che si riesce a comprare a cifre intorno ai 550 euro, terzo perchè è molto appariscente dal momento che in Italia sono distribuiti i soli modelli New York e London.
Premetto che la bici l'ho solo vista in vetrina e non ho avuto modo di provarla.
La bici è montata piuttosto bene: telaio in alluminio con forca in carbonio, mozzi flip-flop Formula, guarnitura Sugino RD Messenger, manubrio da pista con leve da CX sulla London e flat bar da MTB sulla New York, nulla di eccezionale ma i componenti sono validi, le grafiche sono un po' "impegnative", comunque a me piacciono.
Quello che NON mi piace e di cui, sinceramente, non riesco a capacitarmi è la geometria del telaio.
Mi torna comodo parlare della taglia 58 che alla prima occhiata ha le stesse dimensioni della mia Vigorelli.
Vediamo un po' gli angoli: Specy ha 73° mentre la Cinelli 73° e 73.5°, come già detto si potrebbero usare un pelo più verticali, ma in città vanno benissimo; rake forcella (ovvero di quanto è inclinata la forca verso l'avanti): 43mm (!) per la Langster contro 35mm della Vigo, questi sono veramente troppi, con un rake così è una forca da strada e non da pista; ma il dato più preoccupante è il drop del movimento centrale (ovvero quanto il movimento è più basso rispetto all'asse delle ruote): ben 67.5mm (addirittura 71.5 nelle taglie piccole) contro un 60mm sul Vigorelli.
Con una bici a ruota fissa il problema principale è il rischio di toccare coi pedali in curva, per questo i movimenti devono essere alti e le pedivelle corte, qui abbiamo un telaio con un movimento più basso di circa un centimetro rispetto alle quote normali di una bici da pista, oltretutto accoppiato a pedivelle relativamente lunghe (170mm sulle taglie piccole, 172.5 su quelle grandi).
Anche quardando altri particolari come il carro lungo 41cm e la lunghezza totale della bici (10cm più lunga della Vigorelli) si ha l'impressione che i progettisti Specialized abbiano disegnato una bici pensata innanzitutto singlespeed con ruota libera partendo dalle quote di un telaio da corsa su strada e poi, incidentalmente, visto che è di moda, ci abbiano messo un mozzo flip-flop fixed-free per farla fissa.
In questo modo tutti i vantaggi di un telaio da pista, pensato fisso, rispetto ad una conversione, costruita partendo da un vecchio telaio da corsa, viene quindi a perdersi, visto che il Langster che viene venduto come bici completa è un telaio da strada, solo coi forcellini orizzontali da pista, al contrario del Langster S-works (questo veramente da pista) che viene venduto solo come telaio e ha geometria completamente diversa (oltre a costare anche molto di più).
Dal momento che di Langster se ne stanno vendendo sarei curioso di sapere se qualcuno di voi che leggete ne ha uno e cosa ne pensa.