martedì, novembre 29, 2011

Ma se non ci fossero più le auto?

Se per assurdo non avessimo più le automobili ....
Non faremmo più le gite fuoriporta nel weekend, nessuno andrebbe più a passare la domenica negli outlet o nei centri commerciali ai margini della città, tutta .a cosidetta "grande distribuzione" sarebbe drasticamente ridotta.
Molta meno gente andrebbe al mare ed in montagna visto che ci si potrebbe andare solo in treno, tutte le località turistiche lontane da una stazione ferroviaria sparirebbero e anche quelle servite vedrebbero drasticamente diminuito il numero di turisti.
Non ci sarebbero più le autostrade, gli autogrill, i ristorantini sugli itinerari enogastronomici. Tutto questo senza contare concessionari, distributori di benzina, autolavaggi, officine, assicuratori, impiegati vari, autoscuole, parcheggiatori.
Ci sarebbero meno poliziotti e vigili urbani, meno assessori al traffico. Insomma molta, troppa gente perderebbe il lavoro e soprattutto sarebbe un totale tracollo dell'attuale sistema di vita italiano. Impedire all'itaGliano medio di passare il tempo libero al centro commerciale equivale a scatenare la rivoluzione. E' evidentemente una opzione irrealizzabile.
Quindi siamo seri, non interessa a nessuno (quasi nessuno) limitare il numero di auto e ridurre l'inquinamento, le domeniche senz'auto servono solo a far partire prima la gente da casa per andare al mare o in montagna, non spostano di una virgola il livello di polveri sottili ed altra merda che c'è nell'aria, al massimo ridistribuiscono i clienti su ristoranti e pizzerie, guadagnano di più quelli del centro e meno quelli fuori città.
Conviene che il livello di inquinamento sia alto, girano troppi soldi perchè qualcuno cerchi di ridurlo.
Non è bella, può non piacere, ma è questa la cruda verità.

venerdì, novembre 25, 2011

Kranked Kids


Kranked Kids -Just Down the Road from KRANKED on Vimeo.
Questo non è esattamente il tipo di bici e il tipo di utilizzo che mi piaciono, ma questo video è fantastico, i miei figli lo adorano.

giovedì, novembre 24, 2011

Larghezza carro e mozzi

Spesso in fase di conversione ci si scontra con il problema della larghezza del mozzo, che cambia a seconda del tipo di bicicletta.
Innanzitutto la "battuta" del carro si misura internamente tra i forcellini, non esternamente.
I telai e mozzi da pista sono 120mm, le bici da corsa col cambio 130mm, le mountainbike 135mm, mountainbike particolari da freeride e dowhill possono essere da 150mm, alcune (molto) vecchie bici col cambio hanno 126mm come si può vedere in foto.
Nel 99% dei casi lo spessore dell'asse posteriore è 10mm, sia che sia imbullonato, sia che sia a sgancio rapido, solo alcune MTB da FR e DH hanno assi maggiorati, mentre BMX e alcune rare fisse da tricks hanno assi da 14mm.
Se state costruendo una fissa su un telaio da pista salvo casi eccezionali vi serve un mozzo da 120mm, mozzi fissi da 130 sono rarissimi, si trovano da 135 ma pure questi sono poco diffusi.
La stragrande maggioranza dei mozzi moderni da 120mm imbullonati ha un asse abbastanza lungo per poter essere usato anche su un telaio da corsa da 130, basta inserire 2 rondelle da 5mm tra il corpo del mozzo ed i forcellini, attenzione perchè non tutti i mozzo permettono questa cosa, conviene misurare la lunghezza dell'asse prima di comprare.
I telai in acciaio sono abbastanza morbidi per compensare minime differenze di battuta, su un 130 si può usare un mozzo da 135mm, ma recuperare 5mm per parte per usare un 120 non rispaziato, solo con la flessione del carro è un po' troppo.
Su telai in alluminio o carbonio che non flettono il mozzo deve essere della misura esatta.
Chiaramente un mozzo con asse forato per sgancio rapido o chiuso da brugole non può essere facilmente rispaziato come uno imbullonato.

mercoledì, novembre 23, 2011

Skate and destroy

Ho comprato la mia prima tavola da skate poco più di un anno fa, per il mio quarantesimo compleanno, in passato ho fatto snowboard, surf, ma mai skateato seriamente, era giusto iniziare prima o poi e devo dire che mi piace un sacco.
C'è una cosa particolare che arrivando dalla bici, un certo tipo di bici, stupisce, nello skate è assolutamente normale rompere una tavola, anche senza necessariamente spezzarla in due, ad usarlo come va usato uno skate si rovina irreparabilmente in poche settimane.
Per chi è maniacale nella manutenzione della bici la cosa è drammatica; è vero che una tavola di legno costa 50 euro ed è sicuramente più "spendibile" di un Vigorelli da 600, ma è anche la mentalità che è diversa.
Anche se le grafiche sulle tavole sono ormai considerate una forma d'arte, nessuno skater si fa problemi a grindarci sopra, è uno skate, avrebbe poco senso comprarlo per poi non usarlo.
 Il passaggio dal Vigorelli al Nobrain è stato, per certi versi, illuminante; se prima un po' mi imparanoiavo quando la bici prendeva colpi (anche se di colpi ne ha presi tanti), ora non me ne frega più nulla, è un telaio robusto pensato per i trick non è che se cade per terra si rompe, si rovina un po', ed infatti è bello segnato, ma sopravvive lui e sopravvivo io.
Se il Kryptocatenone striscia sul telaio quando lo lucchetto salta un po' la vernice sull'acciaio e non muore nessuno, non c'è il rischio di creare microcrepe nascoste nelle fibre di carbonio o bollare l'alluminio.
Se si ha l'accortezza di comprare della roba di qualità ci si può permettere di maltrattarla veramente tanto senza farsi tanti problemi, e se poi mai si dovesse rompere causa utilizzo sfrenato, è una bici, è fatta per essere usata.

mercoledì, novembre 16, 2011

Spot Impresa Semplice


Questo spot mi ha colpito, caspita un vero negozio di bici urbane con tanto di fissa brakeless appesa in bella mostra in uno spot italiano, si c'è anche una panetteria, un negozio di vestiti e un bar, ma il ciclista ha una parte veramente dominante.
Lo spot è girato a Lodi, il negozio sarà vero?
Una sola domanda: ma quanti che hanno visto la pubblicità in tele hanno capito che cosa sono le ruote dentate in vetrina a 0:18!

venerdì, novembre 11, 2011

Support

Quando si sceglie una bici o un pezzo di essa si guardano molti aspetti: validità del prodotto, estetica, prezzo; raramente si ragiona su chi ce la vende.
E questo vale sia che parliamo di chi produce, sia di chi fisicamente la vende.
Si fanno mille ragionamenti se il tal pezzo è più bello dell'altro, ma non si ragiona (quasi) mai su chi ci sta dietro.
Mi spiego meglio.
Comprare il prodotto X dal negoziante locale che conosciamo e che ci può aiutare in caso di necessità, fabbricato dall'azienda che è effettivamente interessanta al tipo di bici che ci piace, che sponsorizza le alleycat mettendo i premi è ben diverso dal comprare l'equivalente prodotto Y comprato online, magari all'estero e prodotta da una ditta a cui non frega un cazzo di nulla se non fare soldi e che non supporta eventi.
Tra il telaio B e il C quale compro?
Entrambe sono storiche aziende italiane, entrambe fanno ottimi prodotti, ma C supporta il mondo della fissa e mette premi in almeno metà degli eventi in Italia e in giro per il mondo, B non ha mai fatto nulla se avere a catalogo delle fisse.
Tra la sella I e la sella S?
Idem come sopra.
Tra il negoziante simpatico che gira in fissa e se hai bisogno di una sistemata al volo te la fa subito e il negozio aonline che quando ti serve non ti risponde neppure alle mail?
A parità di qualità di prodotto vogliamo almeno un pochino premiare le aziende e i negozi che si sbattono per fare diventare grande il mondo della fissa, invece di continuare a comprare componenti M che ha certo ottimi prodotti, ma cosa ha mai fatto per noi?

martedì, novembre 08, 2011

Soldi, soldi, soldi


Usando la bici in città si risparmia, quanto?
Tanto per avere un'idea di quanto si spende per un viaggio anche breve, si può usare Google Maps, inserendo un itinerario per auto alla fine è indicato anche il costo in carburante stimato, a cui si va ovviamente ad aggiungere il costo dell'auto stessa, assicurazione, usura, riparazioni, etc.
Poi c'è il costo del parcheggio, non indifferente se si va in centro, ecopass e balle varie, più eventualmente le spese per il box.
E le multe, che a volte sono meritate, altre meno.
E quanto si spende per la bici?
C'è il costo della bicicletta e dei relativi accessori più l'abbigliamento specifico.
Il costo delle riparazioni.
Il rischio che la bici ci venga rubata e che sia necessario ricomprarla.
Il maggiore consumo alimentare, che è vero che non si consuma benzina, ma le calorie bisogna ingerirle.
Ma a chi conviene che si usa l'auto?
Cica un anno fa sentivo in radio una trasmissione secondo cui in Italia circa un milione di persone lavora grazie all'automobile, calcolando: operai che le costruiscono, concessionari che le vendono, benzinai, riparatori, assicurazioni, etc. insomma un bel po' di gente.
E non dimentichiamo lo stato che tra tasse, sul possesso, accise sulla benzina, bolli, balzelli e tasse varie di soldi se ne fa tanti.
Che ci siano tante auto fa comodo anche alle amministrazioni locali, anche le più piccole, basta mettere un autovelox nel posto giusto e dei parcheggi a pagamento e subito si cominciano a contare i soldi.
Tanta, ma tanta gente che campa e a volte si arricchisce sull'abnorme quantità di auto in circolazione.
E a chi conviene se si usa la bici?
Verrebbe da rispondere a tutti, meno traffico, più aria pulita, migliore qualità della vita, tutte cose bellissime, ma purtroppo difficilmente quantificabili.
Le bici non fanno guadagnare quasi nessuno, se non qualche negozietto (che comunque farebbe molti più soldi se vendesse bici da corsa in carbonio), le amministrazioni non ci quadagnano nulla, le bici non hanno la targa, non si paga il parcheggio o la benzina.
Le bici, se tenute bene, durano una vita, basta vedere quante Grazielle di 30 anni fa ci sono in giro.
Insomma le bici sono comode per chi le usa, ma scomode per tanta gente che non riesce ad arricchircisi sopra.
Che solo questo sarebbe già un valido motivo per utilizzarle.

martedì, novembre 01, 2011

J-Ax I love My Bike


Buttate la fissa e fatevi una bici con gli specchietti, l'importante è pedalare, lo dice anche J-Ax