venerdì, dicembre 28, 2012

Torino ecomobile???

http://lastampa.it/2012/12/27/scienza/ambiente/e-torino-la-citta-piu-eco-mobile-d-italia-G55RBTrfZpkVy7dfOm7eSJ/pagina.html
"Se Torino è la più "eco-mobile" d'Italia,la vostra città in quale situazione si trova? vi sparano appena uscite di casa e le strade sono tutte sterrate??" - di AndBike su Fixedforum
http://www.fixedforum.it/forum/topic/36056-e-torino-la-citta-piu-eco-mobile-d%E2%80%99italia/
Non avrei saputo scrivere frase più azzeccata.

venerdì, dicembre 21, 2012

Sono Contento


Posso dirlo?
Vedevo tanta gente in bici questa estate e mi chiedevo, ma quando inizierà a fare freddo tutti questi ciclisti continueranno a pedalare?
Complice il riscaldamento globale, il clima impazzito, da settembre a oggi a Torino ci saranno stati più o meno 5 giorni di pioggia, e le temperature sono decisamente più alte rispetto alla norma stagionale, ieri a mezzogiorno c’erano 12° (!), vedo con piacere che di ciclisti in giro ce ne sono tanti, sempre di più.
Segno che qualcosa sta cambiando, sarà anche la crisi ed il prezzo della benzina, saranno tante cose, ma oggi, finalmente la bicicletta inizia ad essere considerata un normale mezzo di trasporto.
Due cose non funzionano ancora.
Le amministrazioni pubbliche fanno tante parole, ma nella realtà ben poco per aiutare seriamente l’uso della bicicletta, e fino a che non vedremo i politici senza giacca e cravatta, sappiamo che loro, la bici, non la usano.
I ciclisti, da parte loro, continuano a considerare la bici un mezzo di locomozione “non serio” e continuano a non usare le luci e a non comportarsi come dovrebbero.
Un ciclista senza luci dopo le 17 è totalmente invisibile ad automobilista, la vostra vita vale un po’ di più di qualche decina di euro spesa in lucette!

PS oltretutto il mondo oggi non è finito, il che è una cosa positiva

giovedì, dicembre 13, 2012

Maserati Quattroporte


Stai pedalando sulla pista ciclabile del lungomare (a occhio direi della costa azzurra francese) e all’improvviso trovi un coglione che ha parcheggiato la sua nuova Maserati Quattroporte a metà tra la zona pedonale e la ciclabile.
La cosa più intelligente che puoi fare è estrarre il tuo bel Kryptonite Mini dalla cintura e sfondare il finestrino dell’auto in segno di disprezzo.
Istigazione e delinquere? non direi, la vera istigazione a delinquere è il parcheggio da decerebrato.
Peggio ancora se si tratta di una foto pubblicitaria per il lancio della “prestigiosa” nuova Maserati Quattroporte.
Ripensandoci meglio …
Se la foto ha come sfondo una zona pedonale/ciclabile con tanto di bicicletta di passaggio è perché lo sanno anche loro che una macchina bloccata nel traffico è una merda, fermo in tangenziale nell’ora di punta anche il mezzo più figo dell’universo è stressante, molto meglio un piacevole sfondo tranquillo e sereno, poco importa se non è il contesto giusto, è l’unico modo per venderla.

lunedì, dicembre 10, 2012

Stoked On Fixed Bike Free Issue 11


E' da un bel po' che non scrivo di bici fighe, alleycat, eventi, etc.
Il fatto che io non scriva non vuol dire che non mi piacciano più, quindi oggi vi posto una bella rivista patinata che parla di bici e nell'ultimo numero ci sono anche servizi sui tutti gli eventoni dell'ultimo BFF milanese.
La cosa più bella è che è gratis e ve lo potete sfogliare comodi comodi sul vostro pc.
Enjoy.

domenica, dicembre 09, 2012

Asch Experiment


Perché tutti i fissati italiani usano bici da pista con ruote strette, quando una bici con geometrie più rilassate e ruote più larghe sarebbe più efficace in città?
Perché in Italia nessuno usa bici “da tedesco” per spostarsi in ambiente urbano?
E perché i tedeschi usano tutti bici “da tedesco” quando esistono soluzioni più leggere ed egualmente efficaci?
Ovvero, perché tutti noi in fondo tendiamo ad usare quello che usano tutti (o, in alternativa, quello che non usa nessuno, a prescindere, per il gusto di fare gli alternativi).
Asch spiega questo fenomeno con un interessante esperimento.
Ad un gruppo di persone vengono presentati 2 fogli, su uno c’è una linea sola, sul secondo 3, la domanda a cui devono rispondere i presenti è molto semplice: quale delle tre linee del secondo foglio è lunga esattamente come quella del primo?
C’è un trucco: nel gruppo tutti tranne uno sono complici e sono d’accordo per dare la risposta sbagliata.
Il risultato è che l’unico povero soggetto dell’esperimento, pur conoscendo la risposta giusta, nella maggior parte dei casi, indica la stessa linea sbagliata che hanno scelto tutti gli altri.
La necessità di uniformarsi al gruppo è più importante della verità.
Se la maggior parte delle persone che ci vivono intorno usa l’automobile è più difficile usare la bicicletta.
Se la maggior parte delle persone che ci vivono intorno usa un particolare tipo di bicicletta è difficile usarne uno diverso.
Se tutti quelli che usano la bici girano senza luci è più difficile addobbarsi stile albero di Natale.
E così via …
L’esperimento diventa ancora più divertente se nel gruppo dei complici si inserisce un buffa personaggio dotato di spessi occhiali modello fondo di bottiglia che dichiara di non vederci troppo bene, e che ovviamente, indica la linea della lunghezza corretta.
In questo caso il soggetto è ancora più portato a seguire il gruppo poiché, evidentemente, una persona del genere non è considerata in grado di dare la risposta giusta.
Quindi: pensate con la vostra testa!

martedì, dicembre 04, 2012

Tutto molto relativo


Ogni giorno vado al lavoro in bici.
Attualmente con temperatura di poco superiore agli zero gradi, ho normali scarpe da ginnastica, jeans, maglietta tecnica e giacca (guscio semitecnico The North Face); completano guanti pesanti e passamontagna.
Tutto calcolato sono vestito piuttosto poco, ma quando arrivo in ufficio la maglietta è comunque bagnata di sudore.
Poi in ufficio mi metto un bel maglione altrimenti ho freddo.
Se poi in pausa pranzo esco coi colleghi mi tocca mettermi qualcosa di più pesante perché la giacchetta che uso al mattino in bici è troppo leggera e si gela.
Morale, di tutta la giornata lavorativa, il momento in cui sono vestito meno e ho più caldo è quando pedalo al mattino.
Il bello è che tutto il mondo, dai colleghi ai vicini di casa, sono convinti che io prenda tantissimo freddo a andare al lavoro in bicicletta e si domandano come io faccia; quando, il realtà è esattamente il contrario.

mercoledì, novembre 28, 2012

Suicidi sportivi


Circa venti anni fa, quando ho iniziato ad andare in tavola, la popolazione degli snowboarders di divideva più o meno equamente tra hard e soft boots.
Chi arrivava dallo sci di solito iniziava con gli scarponi rigidi (magari proprio quelli da sci, pessima idea), chi non aveva mai sciato imparava coi soft.
I soft erano un po’ più comodi, facili e divertenti; i rigidi erano più veloci e andavano meglio sulle neve dura.
I due sistemi avrebbero potuto convivere tranquillamente se gli hardbooters non si fossero iperspecializzati con tavole sempre più dure e strette, sempre più inutilizzabili in condizioni normali.
Se usavi i rigidi dovevi avere una Tropical Tube poco più larga di uno sci col risultato che dopo un paio di stagioni gli snowboarder con gli hard erano rimasti in pochissimi, per poi estinguersi del tutto stile dinosauri.
Oggi il 99.9% degli snowboarders usa i soft, gli scarponi e le tavole hard non si trovano neppure più in negozio.
Cosa c’entra tutto questo con la bici fissa?
Mi sembra che 2 discipline che ho amato molto ai loro albori, stiano facendo la stessa fine: il freestyle e il polo.
Per il freestyle, già non troppo amato in partenza, siamo passati da normali bici da pista a telaietti stile dirt con ruote da 26” e movimento altissimo per poter usare i pegs.
Io streettavo in 26” (MTB) prima di appassionarmi di fissa e ho visto l’evoluzione di miei amici passare prima alle ruote da 24” per finire alle BMX da 20”; il fixed freestyle poteva evolversi in qualcosa di estremamente interessante, per scimmiottare la BMX, tanto vale usare una biemme.
Anche il polo si è superspecializzato, bici a ruota libera con rapporti cortissimi, tanto che per andare a giocare è d’obbligo prendere l’auto visto che la bici è diventata quasi impedalabile in strada.
Tornei di 2-3 giorni in giro per l’Italia e per il mondo, gioco a livelli altissimi, certo è normale evoluzione, il rischio è che ben poca gente abbia voglia di incominciare oggi ritenendo la cosa troppo impegnativa,  anche perché si è evoluto il gioco, ma non gli spazi per giocare.
Il rischio è che uno sport bello e divertente come il polo si chiuda a riccio su se stesso rintanandosi sempre più nella sua nicchia nascosta.
Intendiamoci, io non sono affatto contento di questa cosa, specie perché sono stato tra i fautori del freestyle e uno dei promotori del polo a Torino, ma non mi piace la direzione che hanno preso entrambe le attività e temo che alcune scelte possano alla fine impedirne la loro diffusione e successo.

giovedì, novembre 22, 2012

Voglio una fissa


Voglio una fissa, non è che in realtà ne abbia particolare bisogno, ma è da un po’ che ho la stessa bici e non mi dispiacerebbe cambiare, il problema è che non trovo nulla di veramente interessante.
Bici fisse ormai ce ne sono a centinaia, ma se togliamo i generici telai cinesi da 150-200 euro al pubblico eliminiamo in un colpo solo almeno l’80% di quello che offre il mercato italiano.
Escludiamo anche le opere d’arte fatte a mano da telaisti bravissimi che, visto il prezzo, è un peccato usarle da randagio come faccio io.
Rimangono un po’ di classici telai ormai noti (Dodici, Cinelli tanto per dire i soliti 2) con dei bei modelli pista, ma siam sempre lì e di riprendere un Vigorelli non ne ho voglia.
Bene o male tutte le aziende di bici hanno uno o più modelli di fissa, da Pinarello a Specialized, da Olmo a Kona, ma nella maggior parte dei casi si tratta di un unico modello a catalogo, messo in mezzo a decine di bici da corsa e MTB.
Le bici da tricks sono morte, il passaggio alle ruote da 26” e ai movimenti da BMX ha relegato in una oscura nicchia un tipo di bici che poteva essere definitiva, per cui anche qui nessun prodotto polivalente interessante.
Ci sono bici inglesi un po’ fuori dai soliti schemi (Cotic, OnOne) vendute solo online e per questo abbastanza sconosciute.
C’è la nuova moda del ciclocross singlespeed, ma esclusa la MASH SSCX di Cinelli e la Crosscheck di Surly, non c’è molto altro.
Esistono un po’ di telai singlespeed da MTB con ruote da 29”, la maggior parte dei quali piuttosto cari (Niner, Salsa), a prezzo abbordabile c’è solo il KM di Surly, o una delle poche SS complete come la Kona Unit, ma viste le geometrie, i pesi e i montaggi ovviamente non sono il massimo per un utilizzo prevalentemente urbano.
Intendiamoci, alcune delle bici che sto guardando mi piacciono, ma …
La bici ideale dovrebbe avere abbondante spazio per ruote almeno da 700x40-45c, eventuali parafanghi e orpelli vari, la possibilità di montare i V brakes in caso di necessità, geometria relativamente incazzata su telaio semislooping, ovviamente forcellini orizzontali e robustezza a prova di bomba.
Oppure, in alternativa, qualcosa per il fuoristrada molto basico e molto divertente, ovviamente senza cambi, che non sia la solita classica MTB che tanto mountain serio non lo faccio, al massimo cazzeggio un po’ su sterrato.

lunedì, novembre 19, 2012

Bologna, l'itaGlia e la neve

A Bologna se nevica non si può andare in bici o in moto, troppo pericoloso.
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/11/16/news/vietate_moto_e_biciclette_ai_primi_fiocchi_di_neve-46741097/
In ItaGlia se nevica si chiudono le scuole, i trasporti sono paralizzati (se poi ti impediscono di muoverti si paralizzano ancora di più).
In questa nazione se appena appena piovono 2 gocce è un clima terribile, se poi vengon giù 2 fiocchi di neve è l’apocalisse.
Come ho già scritto siamo un paese di checche isteriche, siamo incapaci di affrontare i problemi.
Piove? è acqua.
Nevica? è sempre acqua, solo un po’ più fredda.
E’ la stessa roba che usiamo per bere, cuocere la pasta e farci la doccia!
L’acqua non è pericolosa, sono gli esseri umani che sono scemi.
E siccome sono scemi si impediscono di fare le cose, così invece di imparare a superare le difficoltà si diventa ancora più scemi.

venerdì, novembre 16, 2012

Tutte Balle


Spesso l’utilizzo della bici urbana viene descritto come qualcosa di meraviglioso privo di ogni reale difficoltà; ad esempio andare al lavoro in bici costa praticamente nulla ed è divertententissimo: BALLE!
Usare la bici tutti i giorni non è così semplice.
Innanzitutto ci vuole una bici seria.
Per girottare in estate a fare qualche commissione qualunque scassone è perfetto, ma se volete pedalare TUTTI i giorni ci vuole un mezzo solido e resistente, che spesso non è precisamente economico.
Come ogni mezzo “stressato” richiede manutenzione, vedete voi se è il caso di preferire una bici essenziale facile da gestire dove la manutenzione ve la fate da soli, l’alternativa è “farsi prendere in braccio” dal ciclista “di fiducia”, che può rivelarsi non troppo onesto.
In ogni caso qualcosa prima o poi si romperà e dovrete sostituirlo.
Ci vogliono gli accessori giusti, la tracolla da pc che va benissimo se vi spostate in auto è scomodissima per pedalare, bisogna comprare una borsa nuova, luci e lucette, lucchetto serissimo, abbigliamento adeguato: altri soldi.
Senza contare che, è vero che non si deve comprare la benzina, ma per spostarsi serve energia, quindi cibo extra.
Se indubbiamente la bicicletta è un mezzo divertentissimo da usare nel tempo libero, pedalare fino all’ufficio non è così entusiasmante, ancora meno se ci si sposta al mattino presto o alla sera tardi, nel buio e col freddo.
Ci vuole una bella forza di volontà a buttarsi in strada in mezzo ad automobilismi ancora addormentati o già incazzati di prima mattina col solo scopo di andare al lavoro.
Se vi raccontano che è facile e divertente vi stanno prendendo per il culo!
MA …
Per quanto possiate spendere per spostarvi in bici, sicuramente state spendendo molto, ma molto meno rispetto ad un’auto.
Purtroppo non c’è scritto da nessuna parte che deve essere divertente andare al lavoro in bici, è una palla anche in auto o coi mezzi.
Quindi: usate la bici tutti i giorni!

mercoledì, novembre 14, 2012

Dodici Polo Vs Surly Pugsley



Oggi una prova strana, il confronto tra 2 bici che non conosco e non ho mai usato, più che un confronto, un ragionamento sul montaggio di una bici.
I due telai in questione sono ben diversi tra di loro, uno è da polo, l’altro da MTB su terreni molli (neve e sabbia), che però hanno molto in comune.
Si tratta di telai iperspecializzatii, nati per essere dedicati ad un solo preciso utilizzo, zero compromessi sulla polivalenza, entrambe completamente rigidi, montabili monomarcia (sul Pug si possono anche mettere i cambi) con forcellini orizzontali e con forcella dedicata spaziata 135mm esattamente come il posteriore in modo da avere ruota davanti e dietro da 26” intercambiabili.
Al di là dell’utilizzo è sul montaggio che si vede la vera differenza dei telai.
Il Dodici è pensato per riciclare vecchie ruote da MTB, c’è pure scritto sul sito, tanto nel polo si spaccano, montando un unico pignone sulla cassetta a ruota libera ed usando generiche ruote slick che trovi anche al Deca.
Il Surly monta le sue ruote dedicate con cerchi che produce solo Surly, con particolarissimo montaggio disassato e coperture sempre Surly, stiamo parlando di cerchi da 200 euro, coperture da 100 e ruote complete da 700 (!) e non ci sono alternative.
Per la guarnitura sul Dodici si può montare qualunque cosa che permetta di usare una corona piccola, spostando il pignone sulla cassetta il problema della linea catena si risolve facilmente.
Sul Pugsley ci vuole qualcosa di dedicato con movimento centrale iperlungo.
Per i freni il Polo si gestisce facilmente con un generico Vbrake al posteriore o al massimo con una leva promax da 35 euro per comandare la coppia di freni con una mano sola, mentre la Fat bike pretende sistemi a disco (2 posteriori per maggiore intercambiabilità dei componenti) che costano cifre a 2 zeri.
Morale: anche se i 2 telai hanno prezzi nello stesso ordine di grandezza, il costo per una bici finita è drammaticamente diverso, ovvio si può spendere tanto anche per montare la Dodici da polo, basta metterci ruote dedicate a 48 raggi e guarnitura SS da MTB o da BMX figa, al contrario il Surly Pugsley non permette un montaggio “cheap” con componenti di recupero.
La nascita del concetto di fissa urbana è basata sul riciclo di vecchi componenti, mi piacerebbe vedere più spesso telai pensati per il riciclo e utenti più attenti al recupero e al portafogli.
E’ doveroso ricordare che Surlynon fa solo assurde fat bikes, a catalogo c’è il Cross- Check con forcellini posteriori spaziati 132.5 mm per poter usare indifferentemente mozzi 130 da BDC o 135 da MTB e la maggior parte degli altri telai che produce permette una estrema flessibilità di montaggio veramente inconsueta.

venerdì, novembre 09, 2012

Blue Hanger torino

Dunque vi siete fatti la fissa, da pista e senza freni, pensate di essere veloci, non vi fanno paura le infaste previsioni meteo per il weekend, tantomeno il buio.
Sabato c'è la garetta che fa per voi, per ulteriori info:
http://www.fixedforum.it/forum/topic/33082-blue-hanger-criterium-to-10-novembre-12/

giovedì, novembre 08, 2012

Le solite bici tanto per fare su 2 soldi

Ieri mi scrive un tizio per sapere se sulla pagina di FB di un nuovo progetto di fissa può postare delle cose dal mio blog.
Ovviamente chiunque può farlo senza chiedermi il permesso, apprezzo il gesto e chiedo il link del sito, sperando, illuso, di trovare qualcosa di nuovo.
Il sito è il solito similmodaiolo della serie non sappiamo un cazzo di fissa, ma magari riusciamo a farci dei soldi e infatti la descrizione delle bici inizia con questa bella frase:
"Le nostre Single Speed Bikes sono biciclette a scatto fisso ad una velocità, diventate moda nella giungla urbana di oggi in tutto il mondo"
Inutile descrivere il resto, già da questa frase si capisce alla perfezione che questi NON HANNO CAPITO UN CAZZO di fisse.
Una singlespeed per definizione ha la ruota libera, NON può essere fissa.
Per il resto ... le solite bici cinesi, telai che a comprarne un container costano sui 10-15 euro, montati con i soliti componenti similfighi di cui ne ho veramente le palle piene.
BASTA!
La bici della foto?
Ovviamente non è presa dal sito in questione, ne tantomeno è una "solita bici", sono capitato per sbaglio su Saracen.co.uk e che ti vedo: una urban bike tirata fuori da un telaio corsa, gomme da 38c e freni a disco, bella.
Innovazione, non ci vuole molto, basta osare un pochettino, poco poco; le solite cose le fanno tutti che noia.

mercoledì, novembre 07, 2012

Gomme


Adesso vi do una notizia bomba.
A me le ruote sottili fanno cagare.
Quando giravo in MTB mi sono sempre chiesto come si facesse ad usare ruote sotto i 25mm in bici da corsa.
Poi giocoforza le ho dovute usare sulle mie fisse.
E devo dire che per un po’ le ho apprezzate, sono leggere e sono fottutamente veloci.
Ma, visto che non perdonano buche e tombini devi sempre prestare attenzione a dove le metti, poi, almeno per me che sono 80kg, devi tempre tenerle pompate a pressioni “granitiche”.
Sono belle, ma non sono, secondo me, le gomme da usare tutti i giorni regolarmente in ogni condizione climatica in città.
La soluzione ideale, specie se siete alti e grossi, sono delle 700c larghe almeno 32-35, senza essere dei macigni over 2” (o over 3" come quelli della foto) da MTB si può veramente viaggiare tranquilli, peccato che per trovare una bici dove usarle su una fissa sia necessario orientarsi su modelli da freestyle o addirittura da ciclocross dal momento che fisse citybike non le fanno.
Dunque … ferma tutto
- le citybike nordeuropee hanno di solito proprio le gomme in questione 700c da 35 fino a 45 di larghezza
- tutti noi alla fine usiamo la fissa in città esattamente come una citybike
Cari produttori di biciclette, invece di continuare a sfornare fisse tutte uguali stile pista o similtale, perché qualcuno non si mette a produrre una bici seria fissa da città, con gli attacchi per i parafanghi, i portapacchi e con spazio per gomme di generosa dimensione?

lunedì, novembre 05, 2012

Atteggiamento mentale


Ho sempre sostenuto che la bici fissa assomiglia più ad uno skateboard che ad una bici normale, specie nella mentalità di chi la usa.
Mi sto sempre più convincendo che la bici urbana ha, pure lei, veramente poco a che fare con la bici classica.
Usare una bici per spostarsi in pieno inverno con temperature prossime allo zero, acqua, neve e buio, ha decisamente più a che fare con uno sport come l’alpinismo.
Se per gironzolare in fissa in città mi posso vestire come uno skater con jeans, Vans, felpa e berrettino, per andare al lavoro attualmente la maggior parte della roba che ho addosso è marchiata The North Face.
Come in montagna, anche in bici in inverno non conviene lasciare al caso.
Bisogna programmare bene, scegliere i vestiti, controllare la bici, avere le batterie delle luci cariche e un cambio dietro (che stare 8 ore in ufficio bagnati fradici non è divertente).
Con l’equipaggiamento giusto si può sfidare ogni condizione metereologica, posso stare un per ore in montagna a -10, riuscirò a pedalare qualche decina di minuti a zero gradi in città.
A questo punto usare la bici in inverno è solo questione di atteggiamento mentale.
Perché scali le montagne?
Perché le ci montagne.
Perché vengo al lavoro in bici?
Perché ho un lavoro e ho una bici.

mercoledì, ottobre 31, 2012

Luci


Le luci sono un investimento importante per l’utilizzo urbano della bicicletta, se non hai la bici giusta sistemata come si deve sei lento, se non hai i vestiti giusti prendi freddo, ma se non hai le luci e gli automobilisti non ti vedono rischi seriamente di farti ammazzare e morire per non aver speso qualche decina di euro mi sembra veramente una cazzata.
Devo dire che fino ad ora ho avuto serie difficoltà a trovare un prodotto veramente soddisfacente.
Alla fine quello che per il momento funziona meglio sono Knog a 4 led sull’anteriore e Fibre Flare al posteriore, ma sono ancora in cerca del prodotto definitivo col giusto rapporto qualità prezzo.
Le Reelight senza batterie sono sicuramente un prodotto interessante, ma a vederle in giro su altrui biciclette fanno poca luce, ottime da tenere sempre montate, ma non secondo me da usare come luce seria primaria per l’inverno.
Così come fanno dannatamente troppa poca luce i singoli led da fissare ovunque sulla bici; poca spesa e poca resa.
Sicuramente con le luci è meglio abbondare e anche gli sfigatissimi rifrangenti sulle ruote fanno il loro sporco lavoro, con quello che costano poi non montarli è un vero peccato.

lunedì, ottobre 29, 2012

Manubrio trekking


Mi sono sempre chiesto il senso del manubrio da trekking: un misterioso miscuglio tra un manubrio da MTB, uno da crono e non si capisce bene cos’altro; perché avere 2 prese orizzontali di cui solo una coi comandi?
Poi mi è capitato di usare una di queste bicione crucche da trekking e devo dire che questo manubrio ha il suo perché.
Tanto per incominciare le prese sono 3: quella più vicina è comoda perché permette una posizione eretta poco impegnativa per la schiena, mentre se si vuole andare più veloce basta passare alla presa più lontana per aumentare l’areodinamicità; senza dimenticare la possibilità di usare le parti laterali per un effetto simil corna di bue/crono utile per spingere nei fuorisella sulle salite.
Insomma un pezzo ben poco diffuso in Italia (penso di non avere mai visto una bici con questo manubrio nel nostro Paese), ma che ha i suoi punti di forza, peccato che, come spesso succede, non nessuno lo usa e quindi si parte dal presupposto che non funzioni con la conseguenza che nessuno lo vuol montare sulla propria bici … e il giro continua, con l’aggravante che il manubrio in questione è abbastanza inguardabile.
Nota: manubri da trekking ne ho visto montati sia coi comandi in alto che, girati al contrario, coi comandi in basso.

venerdì, ottobre 26, 2012

Parafanghi


La cosa più semplice ed economica indispensabile per la brutta stagione sono i parafanghi.
In realtà non è un accessorio specifico per l’inverno, io ormai li ho montati da mesi e nonostante il sole di questi ultimi giorni non sento alcuna necessità di toglierli, pesano quasi nulla e non danno alcun fastidio.
I parafanghi servono tantissimo, per quello che costano, ovvero pochi euro, ogni ciclista serio, che conta di usare la bici 365 giorni l’anno, dovrebbe averli, sembrerà strano, ma quando piove l’acqua che ti tiri addosso col movimento delle ruote spesso è superiore a quella che arriva dalle nuvole del cielo.
Il modello che ho io è quello della SKS in plastica che si trova ovunque, anche al Deca, si monta e smonta in pochi secondi e funziona su qualunque tipo di bicicletta; un pezzo di plastica per il tubo obliquo e uno per il reggisella.
Quando l’ho comprato pensavo che il sistema di attacca-stacca fosse un requisito indispensabile, in realtà non serve a nulla, anzi alla lunga è un danno; con la scusa che si toglie facilmente non lo monti mai, lo lasci a casa che è troppo grande per stare nella borsa col risultato che quando piove ti bagni.
Risultato: l’ho bloccato con le classiche fascette da elettricista ed è li dalla scorsa primavera.

martedì, ottobre 23, 2012

Transition Klunker mania

Ho imparato ad amare le bici con le mountainbike, downhill e freeride sono state le mie prime passioni.
Poi ho sviluppato un odio verso l'estrema complicazione delle MTB biammortizzate per queste specialità, troppe cose, troppi costi e troppi problemi.
Sono passato prima alla MTB front, poi al single speed per definitivamente sposare la filosofia essenziale della bicicletta a ruota fissa. 
Rimane sempre il tarlo della MTB, ho sempre pensato. "prima o poi una single speed rigida in acciaio con ruote da 29" e freni meccanici me la faccio".
Poi l'altro giorno ho visto la "novità" di Transition: la Klunker, l'origine della MTB, quello da cui è partito tutto.
Rigida, singlespeed e col solo contropedale .... vuoi vedere che mi piace una bicicletta col freno a contropedale?
Incredibile.

giovedì, ottobre 18, 2012

Winter is coming

Ci siamo divertiti ad usare la bici in estate, ma è adesso che arriva l’inverno e che il gioco si fa duro che le cose diventano interessanti.
In inverno fa freddo, piove, nevica ed è buio presto … ‘na merda insomma.
Bisogna organizzarsi bene perché usare male la bici in inverno, non solo può risultare molto scomodo, ma anche piuttosto pericoloso.
Sarà necessario un po’ di shopping, la generica bici perfetta per l’estate dovrà essere preparata per la stagione invernale, equipaggiata con luci e parafanghi, e bisognerà anche comprare qualche vestito adatto a pedalare col freddo.
Compito per casa: verifica dei vestiti pesanti sportivi utilizzabili per pedalare presenti nell’armadio e controllo dotazioni bici, insomma fate il punto della situazione di quello che avete già e di cosa è più urgente comprare.
L'inverno sta arrivando, siate preparati!

mercoledì, ottobre 17, 2012

O.T. Currywurst

C’è una cosa di cui veramente non mi capacito dei tedeschi.
Mangiano porcate immonde tipo il currywust, un giga wurstel tagliato a tondini e affogato in salsa al pomodoro tipo ketchup con una spruzzata di curry da mangiare accompagnato con pane o patatine fritte (incredibilmente quella roba spiaccicata che vedete in foto è commestibile!); si devastano di birra (che al ristorante costa meno dell’acqua minerale): saranno tutti dei ciccioni schifosi …
E invece no, per la maggior parte sono in formissima.
Ho chiesto ad un collega italiano che vive qui, come la cosa sia possibile, la risposta è che si ammazzano di sport.
In Italia trovare qualcuno al lavoro con al polso un Polar è impossibile, qui è pieno, e un Polar non te lo metti al polso perché è di moda, tantomeno in Germania che la moda non hanno idea di cosa sia.
In Italia per avere un bel fisico devi fare la dieta, possibilmente una di quelle che vanno adesso, dove mangi a sazietà e dimagrisci, il tutto senza alcuno sforzo.
Peccato che la dieta e zona e la dieta dissociata dicono esattamente l’opposto e sistemi meravigliosi come la Dunkan sono in realtà dannosissime per il fisico; meglio così, si crea confusione e non si ottiene alcun risultato.
Con la scusa della dieta evitiamo di fare l’unica cosa che fa bene e fa dimagrire: l'attività fisica!
Invece di prendere una bici o un paio di scarpe da corsa (qui i negozi che vendono calzature da running hanno un tapis roulant per la prova con tanto di telecamera collegata al computer per l’analisi della corsa e dell’appoggio dei piedi!) compriamo libri e riviste, col risultato che siamo un paese di ciccioni con il non invidiabile primato della più alta percentuali di bambini obesi in Europa!

lunedì, ottobre 15, 2012

Brakeless in Stuttgart

Pensavo di vedere un sacco di fisse da queste parti, invece su millemila bici viste fin’ora, di fisse ne ho viste solamente 3 (tre!), tutte con il freno davanti.
Singlespeed quasi nessuna, tutte le bici hanno il cambio, ma pochissime integrato nel mozzo, insomma le bici facili da gestire qui non piacciono proprio.
In compenso di gente che gira senza freni è pieno, solo che non sono fisse, sono BMX!
Ci deve essere una legge non scritta da queste parti che le BMX non possono avere i freni, vabbè in park non servono tantissimo, ma vaglielo a spiegare ai ragazzini che ci sfrecciano in città; va bene che con una biemme non si raggiungono folli velocità, ma frenare sempre con le suole delle scarpe che strisciano sull’asfalto non è una grande idea.
Ma i vostri genitori non vi dicono niente?

domenica, ottobre 14, 2012

Bici tedesche

Le bici tedesche non sono come quelle italiane.
Qui tutte le bici che vedi in giro hanno il cavalletto, i parafanghi, i portapacchi, le luci, tutto e trovare una bici "figa" è un'impresa veramente ardua.
Da noi anche gli scassoni sono ridipinti per renderli almeno un po' più carini esteticamente (poco importa se nell'opera vengono pitturate anche tutte le parti mobili che sarebbe stato meglio lasciar stare), le fisse hanno successo in Italia perchè sono fighe, con l'arrospoke in tinta con la sella, mentre le citybike, che sono brutte per definizione, devono solo costare poco, punto, tanto è vero che bici come le Bootleg di Cinelli o le Bad Boy di Cannondale da noi hanno ben poco successo.
Qui no; la bici urbana bella, quella che vedi lucchettata in giro e capisci che il proprietario ci ha messo del suo per farla è una trekking o MTB con tutti i cambi del caso, magari con forca in carbonio, ruote spesse, freni a disco idraulici, parafanghi, portapacchi con borse stagne Ortlieb annesse, pedali a sgancio rapido e impianto luci da paura (è relativamente normale vedere 2 o più faretti montati sul manubrio della serie la bici la uso di notte in ogni condizione), colore tendenzialmente tutto nero, il massimo dell’accostamento cromatico è telaio di un colore generico (bianco, rosso, giallo) e componenti tutti neri.
I tedeschi vanno al sodo, e sono pronti ad ogni evenienza: buio, acqua, gelo le bici le usano, non le espongono tipo opera d’arte.
C’è solo un accessorio che è praticamente introvabile, le rotelle per le bici da bimbo, non le usa nessuno.
I tedeschi sono strani, ma c’è più di una cosa che dovremmo imparare da loro.

giovedì, settembre 27, 2012

Conversioni a bassissimissimo costo - monomarcia

Poniamo di avere una bici rottame da sistemare e convertire in fissa, come fare a spendere il meno possibile, possibilmente nulla?
Tanto per incominciare la conversione potrebbe non essere la strada più economica da percorrere, così come il risultato della conversione potrebbe non raggiungere il risultato sperato poiché la base di partenza è inadeguata.
Se lo scopo è avere una bici funzionante ed utilizzabile la cosa migliore in ottica di non spendere soldi è cercare di sistemare il sistemabile e tenere la bici così com’è.
Se cambi, comandi e cavi sono danneggiati o usurati un’ottima soluzione è non fissare, ma ridurre semplicemente a monomarcia, in questo modo si riesce ad eliminare le parti malfunzionanti senza aggiungere, modificare nulla e spendere soldi.
Basta togliere tutto quello che non serve, accorciare la catena e via, se i forcellini non permettono regolazioni orizzontali si può tenere il cambio posteriore e semplicemente bloccarlo fissando la posizione del cavo sullo stesso per usarlo come tendicatena.
Volendo fare i pigri si possono anche lasciare corone e pignoni in eccesso, toglierli non è indispensabile.
Io consiglio questa opzione come step intermedio anche se l’idea è di fissare il mezzo, ci sarà sempre tempo a farlo successivamente e intanto, se non siete esperti di meccanica ciclistica iniziate a capire come funziona il gioco.
Il risultato è una bici più semplice e più leggera dell’originale senza cercare pignoni fissi, modificare/sostituire ruote e mozzi posteriori, etc.
Certo questo blog si chiama bicifissa, MA ci sono casi dove la fissa può non essere la soluzione migliore.

lunedì, settembre 24, 2012

Facili conversioni


EIGHTHINCH - Fixed Gear Conversions Made Easy from EighthInch on Vimeo.

Tanto tempo fa, se volevi una fissa, dovevi costruirtela da solo partendo da una vecchia bici da corsa.
Ora i tempi sono cambiati, vai in un negozio e la compri.
Sinceramente non rimpiango i vecchi tempi, quando dovevi impazzire per trovare anche solo un pignone e non un singolo ciclista ti voleva dare una mano, anche pagando, a realizzare il tuo sogno.
Ora è tutto molto più comodo, con il risultato che in breve tempo hai la bici che vuoi.
Quello che sicuramente oggi manca di più è che quando la bici te la dovevi costruire alla fine, magari il risultato era un po' diverso da quello che ti aspettavi, ma almeno avevi capito come funziona una bicicletta, cos'è un movimento centrale, una serie sterzo, ecc.
Che non è poco ed è un buon motivo per costruirsi una fissa partendo da un rottame (anche se magari la fissa ce l'avete già).

venerdì, settembre 21, 2012

Numero di auto per persona

Ho trovato questa classifica in rete, numero di auto ogni 1000 abitanti in Europa; siamo al secondo posto, 610 auto ogni 1000 persone?!?!?
Praticamente tutte le persone in questo paese in grado di guidare, ha la macchina.
E' necessario??
C'è qualcosa che non funziona, soprattutto considerando che in Germania sono "solo" 517, cioè non in Olanda o in Danimarca, ma dove ci sono le principali aziente produttrici di auto in Europa (Volkswagen, Audi, BMW, Mercedes e Porsche, mica noccioline).
Complimenti a Cipro e Malta, che sono 2 isole e che ci seguono "a ruota".

mercoledì, settembre 19, 2012

Ignorate le previsioni meteo

Oggi, secondo il meteo doveva diluviare.
Questa mattina infatti c'era un bel cielo plumbeo che prometteva pioggia, sinceramente non avevo troppa voglia di andare al lavoro in bici, anche calcolato che questo è il mio terzo giorno e di fare il pulcino bagnato in ufficio con i nuovi colleghi non ne avevo proprio voglia.
Ma tant'è non avevo alcuna alternativa, potevo solo usare la bici.
Ho messo la giacca in borsa in caso di emergenza, i parafanghi sono ormai permanentemente montati, boh andiamo.
E infatti a mezzogiorno c'era un magnifico sole e faceva caldo in maglietta.
Una delle regole base dell'utilizzo urbano è imparare a fottersene del brutto tempo, ma prima ancora di questo è fondamentale fottersene ancora di più delle previsioni meteo.

mercoledì, settembre 12, 2012

Ciclabilità tedesca: Hamburg Vs Stuttgart

L’anno scorso, più o meno in questo periodo sono stato ad Amburgo per lavoro.
La città è tutta una pista ciclabile, ogni strada, ogni marciapiede, ovunque c'è una ciclabile, decisamente impressionante, pensavo che ovunque in Germania fosse così e invece ...
Quest'anno sono, sempre per lavoro, a Stoccarda.
Tralasciando che l'azienda si trova nella classica zona industriale fuori città e pensare di raggiungere il centro città in bici è praticamente impossibile visto che è necessario percorrere un tratto di tangenziale, in città trovare anche un solo pezzo di pista ciclabile è veramente un'impresa.
Ovviamente sono tedeschi e di bici in giro se ne vedono tantissime, ma rispetto ad Amburgo è un vero disastro, come strutture stiamo meglio a Torino, il che è tutto dire.
Sarà perchè qui a Stuttgart ci sono le sedi di Porsche e Mercedes e quindi interessa di meno, rispetto ad altre città, promuovere l'utilizzo della bicicletta?

lunedì, settembre 10, 2012

Bike Messengers a Torino?

Che io sappia a Torino sono nate, in questi ultimi tempi, almeno 5 compagnie o similtali di bike messengers.
Sinceramente sono un poco perplesso.
Tanto per incominciare penso di saperne qualcosina di messengers, conosco i ragazzi di UBM Milano e un po’ di altra gente che ha fatto il corriere in giro per il mondo e penso di aver letto e visto tutto quello che si trova in giro sull’argomento.
Se siete affezionati lettori di questo blog forse vi ricordate che all’inizio dell’anno scorso ho perso il lavoro, pensate che io non abbia speso un bel po’ di tempo a ragionare su come aprire una agenzia di messengers in città?
Ci ho pensato e ho lasciato perdere, questo non vuol dire che l’idea sia sbagliata in partenza e che qualcun altro non possa creare qualcosa di funzionante e remunerativo, ma è molto difficile.
Tanto per incominciare Torino NON è una città di servizi come Milano, Londra o New York, qui ci sono per lo più fabbriche che producono pesanti pezzi meccanici, spostare documenti e pacchetti tra gli uffici sparsi in città non serve quasi a nessuno.
Secondo: i messengers potevano funzionare molto meglio anni fa, ora con le mail servono a poco e serviranno sempre meno qualcuno che porta documenti in giro (posta certificata, bollette e buste paghe per i i dipendenti online, ci sarà sempre meno carta ).
Mai i messengers, e lo dimostra il fatto che sono vivi e vegeti in molte città, possono ancora essere molto utili SE sono seri, affidabili ed in grado di capire il mercato e trovare i clienti giusti.
E qui “casca l’asino”.
Perché, per quello che vedo, molti aspiranti corrieri iniziano in sordina, spargendo la voce tra i ciclisti (che sono quelli che ben difficilmente useranno il servizio) senza troppa pubblicità, non potrebbero fare altro visto che molti (non tutti per fortuna) iniziano IN NERO, poi si vedrà.
Che già mi fa incazzare che qualcuno provi a fare un lavoro senza pagare le tasse, dal momento che io le devo pagare, ma soprattutto il cliente ed utilizzatore primario dei corrieri dovrebbero essere le aziende .. e pensate che una qualunque azienda affidi un pacco importante a un corriere senza una partita IVA che non è in grado di fare una fattura?
(con questo non dico che tutti siano in nero, ma sui vari siti di numeri di partita IVA ne ho visti ben pochi).
Che senso ha far nascere in città più servizi di corriere in bici se nessuno o quasi è fatto con criterio?
Questo è un blog di fisse, l’utilizzo delle fisse in città è nato coi bike messengers americano, io sono più che contento che anche in Italia e ovviamente anche a Torino dove vivo, ci siano i corrieri in bicicletta, se si tratta di persone serie che hanno un cervello, sanno come far funzionare un servizio complesso e difficile come quello delle consegne; di idioti che pensano di farsi pagare per girare in bici nel traffico illegalmente ne posso veramente fare a meno. 

martedì, agosto 28, 2012

Dove vanno le bici rubate

Molto spesso si vedono in rete annunci tipo "Mi hanno rubato la bici, aiutatemi a ritrovarla" con tanto di foto.
Di bici ritrovate io però ne ho sentite ben poche, anzi quasi nessuna.
E per vari motivi.
Uno dei principali è che le bici rubate non sono più in Italia.
Il furgone in foto è a Genova e sta per salire in traghetto per Tangeri in Marocco.
Dove pensate che abbia trovato tutte le bici che ha sul tetto? Si vede male ma ci sarano almeno almeno 20 sotto quel telone blu.
Magari chi guida non le ha rubate, magari quelle della foto non sono neppure rubate, non ne ho la minima idea, voglio pensare che le singole bici sulle auto siano dei regali per i parenti, ma di furgoni stracarichi conciati così che partono per il Marocco che ne sono a decine, con centinaia e centinaia di bici a bordo su ogni traghetto, tutto l'anno, faccio difficoltà a credere che siano tutte comprate legalmente.
E a quanto pare gli affari vanno bene: le bici portate in Nordafrica valgono più che in Italia.
Non è difficile pensare che se i rottami finiscono in Marocco, magari le bici di alta e media gamma finiscono in altre parti d'Europa, se i controlli di polizia non li fanno verso paesi extra-CEE, figuriamoci in Europa dove c'è la libera circolazione delle merci.
Morale: cercate pure di ritrovare la vostra bici rubata, ma non fatevi troppe illusioni in merito.

sabato, agosto 25, 2012

Barefoot?

Con i saldi estivi ho deciso di comprarmi un nuovo paio di scarpe da running polivalenti, qualcosa che andasse bene per correre dietro a Roberto in bici e per gli avvicinamenti alle falesie da arrampicata.
Mi sono fatto la lista della spesa: ammortizzate che peso 80 Kg, con adeguato supporto dell'arco plantare che i miei piedi lo richiedono, suola tassellata, ma non troppo, per utilizzo sia in sterrato che su asfalto.
Dopo aver girato un po' di negozi ho comprato un paio di Salomon, anche se non ero troppo convinto.
Mi sono messo un po' a leggere in rete e ho scoperto che c'è tutto un movimento che sostiene che tutti i gadgets (ammortizzatori, supporti, plantari, etc) delle scarpe da running sono una totale presa in giro; non solo non riducono gli infortuni legati alla pratica della corsa, ma ne aumenterebbero il numero.
Interessante, ci vedo dei collegamenti con l'utilizzo della fissa essenziale in un mondo dove tutti i pezzi a partire dalla ruota libera sono considerati indispensabili.
In pratica il sistema migliore di camminare e di correre sarebbe di farlo a piedi nudi, senza scarpe, ok è un po' estremo per un utilizzo quotidiano, in alternativa si dovrebbero usare calzature minimali, il più semplici possibile, soprattutto con la suola piatta, senza quel tacco che raggiunge altezze vertiginose su alcune calzature femminili, ma che non scherza neppure su scarpe da uomo classiche o proprio da corsa.
Sarà che sono alto 1 e 88 e quindi non sento la necessità di sembrare più alto, ma mi sono sempre chiesto perchè mai bisognerebbe usare scarpe col tacco nella vita di tutti i giorni.
Comunque ho riportato in negozio le Salomon superaccessoriate e mi sono preso un paio di Vibram Fivefingers, vi farò sapere.

lunedì, agosto 20, 2012

Come lego la bici

A forza di parlare di lucchetti qualcuno, forse, si chiederà come io lego la bici.
Di base ho 3 sistemi, a seconda del lucchetto e della situazione.
Se sono "lontano da casa" e la bicicletta deve restare un bel po' da sola esagero con ben 2 locks: New York Chain per telaio e ruota anteriore e Mini per la posteriore.
Il vantaggio della New York Chain è che puoi legare la bici ovunque e non sei limitato dalla larghezza del palo, in proporzione è più sottile e tagliabile dell'Ulock, ma con un Mini che blocca la posteriore al telaio comunque non si può pedalare via e tagliare 2 locks è uno sbatto.
Il problema principale è il peso della catena a cui si aggiunge quello dell'Ulock, per non gravare troppo sulle spalle la catena la tengo legata in vita bloccata con un moschettone da montagna, meglio però non avere incidenti.
Agli antipodi c'è il secondo sistema, Mini Ulock e basta.
Perfetto per tutte quelle volte in cui la bici sta poco "da sola", il mini pesa pochissimo ed è comodo da trasportare sia alla cintura che in borsa.
Di solito lego solo la ruota posteriore attraverso il telaio, se si toglie la ruota, questa è comunque bloccata nei foderi posteriori, per rubare il telaio bisognerebbe tagliare il cerchio; assolutamente sicuro; in ogni caso meglio, se si riesce, legare al palo sia il tubo verticale del telaio che la ruota posteriore.
Due problemi: serve un palo relativamente stretto (ma si trovano facilmente) e la ruota anteriore è a rischio, per questo ho sostituito lo sgancio rapido con una brugola.
Una via di mezzo "tuttofare" è usare un Ulock di dimensioni medie per legare al palo sia ruota anteriore che telaio, permette maggiore flessibilità nella ricerca dei pali e in genere la ruota posteriore è più difficile da rimuovere rispetto a quella davanti.
Un lucchetto a U di dimensioni medie si fa fatica a portare alla cintura, ma pesa comunque abbastanza poco e sta in qualunque borsa.
Queste soluzioni fanno bene per le fisse con ruote e tubi più o meno sottili, su una MTB con gomme sopra i 2" e/o telai in alluminio con tubi oversize il Mini serve veramente a poco e con un Ulock medio difficilmente si riesce a bloccare insieme telaio ed anteriore.

venerdì, agosto 17, 2012

Un altro lucchetto tagliato


Parcheggio come al solito al centro commerciale in pausa pranzo e trovo un altro lucchetto a cavo tagliato.
Il lucchetto è ancora lì, attaccato alla rastrelliera.
Nonostante la serratura veramente basica, non c'è stato alcun tentativo di forzarla, si fa prima a tranciare.
Il cavo è composto da sei cavetti più piccoli a loro volta costituiti da una decina di fili di acciaio.
Il materiale di per se è buono perchè i singoli fili sono piuttosto difficili da tagliare con una tronchesina da elettricista come quella in foto che nasce per tagliare i cavi in rame, ma si riesce.
Questo significa che anche con un attrezzo piccolo, vecchio e inadatto, avendo un po' di tempo a disposizione si riesce a tagliare il cavo, con un tronchese da 20 euro di dimensioni maggiori il lavoro si fa in meno di 5 secondi.
Posso tranquillamente individuare una bici interessante con un lucchetto inadeguato, andare al centro commerciale, comprare l'attrezzo giusto e tornare a casa con la bicicletta, niente di più semplice, non devo neppure portarmi i ferri da casa.
Compratevi un lucchetto serio che è meglio.

mercoledì, agosto 08, 2012

Ancora sul casco

C'è un po' di polemica sull'uso del casco.
Il casco si usa perchè ha senso usarlo.
Il casco si usa perchè di testa ce n'è una sola e se si rompe non c'è modo di aggiustarla, punto.
Forse serve a poco, e allora?
Poco è meglio che niente.
In caso di incidente non serve, e chi l'ha detto?
E' chiaro che se un autotreno lanciato ai 100 Km/h ti centra in pieno non sarà certo il casco che ti tiene in vita, probabilmente ci lasci le piume anche se sei chiuso in una automobile con tutti i sistemi di sicurezza del mondo,  ma per tantissimi alti tipi di incidente serve e tanto, certo dipende da come si cade, ci sono tante variabili, ma perchè non "pararsi il culo" almeno un po' usandolo?
A questo punto tanto vale non lucchettare la bici quando la si lascia in giro, tanto i ladri i lucchetti li tagliano, già che ci siamo evitiamo anche di chiudere a chiave la porta di casa; potremmo smettere anche coi preservativi perchè alla fine non ti danno la certezza assoluta totale garantita del 100% di evitare malattie o gravidanze indesiderate.
Il casco ha un peso irrisorio e non costa neppure tanto, ti può salvare la vita, perchè non usarlo?
Anche se assicurasse solo l'uno per cento di salvezza in caso di incidente ti chiedo: l'1% della tua vita vale più o meno di un centinaio di euro (a comprarlo figo) e un po' di sudore in più?
Pensaci.
Se ritieni che non li valga, se pensi che la "scomodità" di usarlo conti meno di una possibilità in più di rimanere vivo, puoi continuare a non usarlo, ma allora vuol dire che la tua vita conta veramente poco e non lo dico io, se tu che ne sei convinto.

martedì, agosto 07, 2012

Non ti incazzare se te la ciulano

Vista in centro, bici legata al palo, peccato che il palo sia alto meno di un metro, basta alzare la bici, "sfilarla" dal palo e andarsene via tranquilli, l'unica difficoltà è che il lucchetto è un po' troppo vicino alle pedivelle, la prossima volta mettilo da un altra parte che lì da un fastidio a pedalare.

mercoledì, agosto 01, 2012

Fisse e obsolescenza

Quando ho iniziato seriamente ad andare in MTB anni fa, una cosa mi sconvolgeva.
Ogni pochi mesi usciva qualche pezzo nuovo, qualche nuovo telaio, cambio, sistema di ammortizzazione, tanto che dopo un paio di anni la bici era irrimediabilmente obsoleta.
Guardavi i video di qualche anno prima e le bici erano vecchissime (e quando avevano registrato erano il massimo della tecnologia in mano ad atleti sponsorizzati).
Con una differenza, le bici usate nelle parti di freeride e downhill sembravano vecchie, quelle usate in dirt no, perchè trattandosi di telai rigidi montati in modo molto semplice erano uguali a quelle attuali.
Sinceramente mi rompeva un po' le palle che la bici biammortizzata con tutti gli indispensabili gadget che avevo comprato, e per cui avevo speso un pacco di soldi sembrasse così vecchia e superata.
Che poi non era per nulla superata, è che gli esperti di marketing delle aziende produttrici, riviste e siti vari facevano di tutto per convincermi della cosa e quando qualcuno ti supera con una bici più nuova della tua ti rimane sempre quell'amaro in bocca che forse non è il ciclista che è più forte, ma la bici che è migliore.
Così, per reazione, invece di insegure le ultime novità, è iniziata la mia corsa indietro nella tecnologia, ho venduto la full, mi sono preso una front, mi sono appassionato di singlespeed, ma non era abbastanza.
Quando ho scoperto la fissa è stato il colpo di fulmine.
Oggi guardo le foto e i video di 5 anni fa e nessuna bici sembra obsoleta, anzi al giorno d'oggi i pezzi vecchi, scusate "vintage", sono più belli di quelli nuovi.
Se hai una fissa non la cambierai mai per averne una più nuova, perchè non ha senso, non devi inseguire il nuovo cambio in carbonio a 12 velocità che costa 1000 euro e deprimerti perchè non te lo puoi permettere, non devi cambiare bici di nascosto prendendola dello stesso colore della precedente così la moglie non se ne accorge e non si incazza (letto su un forum).
Ti fai la bici che ti piace e dopo 5, 10 o 15 anni è bella come il primo giorno, nessuno ti dirà che è vecchia e la devi cambiare, nessuna bici "nuova" sarà tecnologicamente superiore, se la cambi è perchè hai voglia di farlo non perchè qualcuno ha detto che devi.

giovedì, luglio 26, 2012

Prezzi delle fisse

Qualche giorno fa ho letto in rete una frase: "la fissa è una bici che ha meno pezzi di una bicicletta normale ma costa di più di una bicicletta normale".
Che in effetti è vero.
Tralasciando ruote a razze e simili, una fissa economica costa facilmente sui 400 euro, dove una MTB da supermercato ne costa 100, e dove con 400 euro a sbattersi un po' si riesce a trovare anche una MTB con forcella ammortizzata e freni a disco prodotta da ditte serie e conosciute (la forcella sarà Suntour, i freni ProMax e il cambio Shimano Altus, ma sempre meglio di una forca in high tensile senza nè freni nè cambio).
Una fissa seria montata pezzo per pezzo può facilmente superare i mille euro, una bella cifra per un mezzo che tecnologicamente è ben più arretrato di una Graziella.
Come mai?
Il motivo principale per cui seriamente una fissa dovrebbe costare di più di una bici normale è che le parti meccaniche sono molto più stressate e devono quindi essere dimensionate a dovere e costruite con materiali seri.
Nonostante siano una vera merda non ho mai sentito nessuno che ha strappato il pacco pignoni dal mozzo di una bici da supermercato (cosa che può succedere su una fissa) e paradossalmente 3 corone stampate per una guarnitura tripla costano molto meno di una sola pensata per le sollecitazioni di una fissa in grado di reggere una dieta basata su forti accelerazioni e skid brutali.
Poi c'è il fatto che le bici fisse di solito non si comprano "complete", di solito l'appassionato vuole una bici custom montata pezzo per pezzo e questo fa salire tantissimo il prezzo finale.
Provate a prendere il catalogo di una qualunque ditta di biciclette e cercate un modello in cui sia disponibile il solo telaio E la bici completa; vedrete che la differenza di prezzo spesso è minima e a montare la stessa bici partendo dal telaio comprando tutti i pezzi di quella completa si viene a spendere facilmente il 50% se non il 100% di più.
Non mi chiedete perchè, ma è così.
Sicuramente in negozio una MTB economicà può sembrare tanta roba rispetto ad una fissa di valore uguale o superiore, ma per capire la differenza bisogna usarle.
La MTB 20" economica di mio figlio Giacomo dopo ben pochi utilizzi inizia ad accusare seriamente le sollecitazioni subite, immagino che gli stessi componenti sotto un adulto che pesa 80-90Kg, probabilmente si sarebbero già sbriciolati.
Come paragone una BMX montata come si deve costa anche più di 600 euro, provate con qualunque altra bici di pari valore a fare le stesse cose che ci fa un BMXer serio e ditemi quanto vi dura.

martedì, luglio 24, 2012

Sostenibilità e parcheggi bici

Si fa un gran parlare di sostenibilità, si parla molto e si fa troppo poco.
Chi, tutto calcolato, fa più degli altri sono le aziende di outdoor; ho già scritto dei pannelli solari della Grivel, oggi la protagonista è Black Diamond, che sul sito, oltre alle "solite" foto di pannelli sui tetti degli edifici, ne ha anche una del parcheggio bici dipendenti.
E' una piccola cosa che trasmette il messaggio: ci teniamo che i nostri dipendenti utilizzino la bici e non l'auto per venire a lavorare.
Che poi se ci pensate per un'azienda, anche piccola, mettere una rastrelliera da qualche parte non costa veramente nulla e potrebbe portare un buon ritorno di immagine se pubblicizzata a dovere.
Dove lavoro attualmente ogni dipendente ha il suo bel posto auto assegnato nel piazzale dello stabile, per le bici ovviamente il nulla, per fortuna c'è il magazzino dove posso mettere al coperto e al sicuro la mia (che nel piazzale non c'è neppure un palo dove legarla).
Io penso che se le aziende avessero un posto dove poter mettere le biciclette e un'altro dove potersi eventualmente cambiare, ci sarebbe molta più gente disposta a smettere di usare l'auto per andare a lavorare.