mercoledì, novembre 28, 2012

Suicidi sportivi


Circa venti anni fa, quando ho iniziato ad andare in tavola, la popolazione degli snowboarders di divideva più o meno equamente tra hard e soft boots.
Chi arrivava dallo sci di solito iniziava con gli scarponi rigidi (magari proprio quelli da sci, pessima idea), chi non aveva mai sciato imparava coi soft.
I soft erano un po’ più comodi, facili e divertenti; i rigidi erano più veloci e andavano meglio sulle neve dura.
I due sistemi avrebbero potuto convivere tranquillamente se gli hardbooters non si fossero iperspecializzati con tavole sempre più dure e strette, sempre più inutilizzabili in condizioni normali.
Se usavi i rigidi dovevi avere una Tropical Tube poco più larga di uno sci col risultato che dopo un paio di stagioni gli snowboarder con gli hard erano rimasti in pochissimi, per poi estinguersi del tutto stile dinosauri.
Oggi il 99.9% degli snowboarders usa i soft, gli scarponi e le tavole hard non si trovano neppure più in negozio.
Cosa c’entra tutto questo con la bici fissa?
Mi sembra che 2 discipline che ho amato molto ai loro albori, stiano facendo la stessa fine: il freestyle e il polo.
Per il freestyle, già non troppo amato in partenza, siamo passati da normali bici da pista a telaietti stile dirt con ruote da 26” e movimento altissimo per poter usare i pegs.
Io streettavo in 26” (MTB) prima di appassionarmi di fissa e ho visto l’evoluzione di miei amici passare prima alle ruote da 24” per finire alle BMX da 20”; il fixed freestyle poteva evolversi in qualcosa di estremamente interessante, per scimmiottare la BMX, tanto vale usare una biemme.
Anche il polo si è superspecializzato, bici a ruota libera con rapporti cortissimi, tanto che per andare a giocare è d’obbligo prendere l’auto visto che la bici è diventata quasi impedalabile in strada.
Tornei di 2-3 giorni in giro per l’Italia e per il mondo, gioco a livelli altissimi, certo è normale evoluzione, il rischio è che ben poca gente abbia voglia di incominciare oggi ritenendo la cosa troppo impegnativa,  anche perché si è evoluto il gioco, ma non gli spazi per giocare.
Il rischio è che uno sport bello e divertente come il polo si chiuda a riccio su se stesso rintanandosi sempre più nella sua nicchia nascosta.
Intendiamoci, io non sono affatto contento di questa cosa, specie perché sono stato tra i fautori del freestyle e uno dei promotori del polo a Torino, ma non mi piace la direzione che hanno preso entrambe le attività e temo che alcune scelte possano alla fine impedirne la loro diffusione e successo.

giovedì, novembre 22, 2012

Voglio una fissa


Voglio una fissa, non è che in realtà ne abbia particolare bisogno, ma è da un po’ che ho la stessa bici e non mi dispiacerebbe cambiare, il problema è che non trovo nulla di veramente interessante.
Bici fisse ormai ce ne sono a centinaia, ma se togliamo i generici telai cinesi da 150-200 euro al pubblico eliminiamo in un colpo solo almeno l’80% di quello che offre il mercato italiano.
Escludiamo anche le opere d’arte fatte a mano da telaisti bravissimi che, visto il prezzo, è un peccato usarle da randagio come faccio io.
Rimangono un po’ di classici telai ormai noti (Dodici, Cinelli tanto per dire i soliti 2) con dei bei modelli pista, ma siam sempre lì e di riprendere un Vigorelli non ne ho voglia.
Bene o male tutte le aziende di bici hanno uno o più modelli di fissa, da Pinarello a Specialized, da Olmo a Kona, ma nella maggior parte dei casi si tratta di un unico modello a catalogo, messo in mezzo a decine di bici da corsa e MTB.
Le bici da tricks sono morte, il passaggio alle ruote da 26” e ai movimenti da BMX ha relegato in una oscura nicchia un tipo di bici che poteva essere definitiva, per cui anche qui nessun prodotto polivalente interessante.
Ci sono bici inglesi un po’ fuori dai soliti schemi (Cotic, OnOne) vendute solo online e per questo abbastanza sconosciute.
C’è la nuova moda del ciclocross singlespeed, ma esclusa la MASH SSCX di Cinelli e la Crosscheck di Surly, non c’è molto altro.
Esistono un po’ di telai singlespeed da MTB con ruote da 29”, la maggior parte dei quali piuttosto cari (Niner, Salsa), a prezzo abbordabile c’è solo il KM di Surly, o una delle poche SS complete come la Kona Unit, ma viste le geometrie, i pesi e i montaggi ovviamente non sono il massimo per un utilizzo prevalentemente urbano.
Intendiamoci, alcune delle bici che sto guardando mi piacciono, ma …
La bici ideale dovrebbe avere abbondante spazio per ruote almeno da 700x40-45c, eventuali parafanghi e orpelli vari, la possibilità di montare i V brakes in caso di necessità, geometria relativamente incazzata su telaio semislooping, ovviamente forcellini orizzontali e robustezza a prova di bomba.
Oppure, in alternativa, qualcosa per il fuoristrada molto basico e molto divertente, ovviamente senza cambi, che non sia la solita classica MTB che tanto mountain serio non lo faccio, al massimo cazzeggio un po’ su sterrato.

lunedì, novembre 19, 2012

Bologna, l'itaGlia e la neve

A Bologna se nevica non si può andare in bici o in moto, troppo pericoloso.
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/11/16/news/vietate_moto_e_biciclette_ai_primi_fiocchi_di_neve-46741097/
In ItaGlia se nevica si chiudono le scuole, i trasporti sono paralizzati (se poi ti impediscono di muoverti si paralizzano ancora di più).
In questa nazione se appena appena piovono 2 gocce è un clima terribile, se poi vengon giù 2 fiocchi di neve è l’apocalisse.
Come ho già scritto siamo un paese di checche isteriche, siamo incapaci di affrontare i problemi.
Piove? è acqua.
Nevica? è sempre acqua, solo un po’ più fredda.
E’ la stessa roba che usiamo per bere, cuocere la pasta e farci la doccia!
L’acqua non è pericolosa, sono gli esseri umani che sono scemi.
E siccome sono scemi si impediscono di fare le cose, così invece di imparare a superare le difficoltà si diventa ancora più scemi.

venerdì, novembre 16, 2012

Tutte Balle


Spesso l’utilizzo della bici urbana viene descritto come qualcosa di meraviglioso privo di ogni reale difficoltà; ad esempio andare al lavoro in bici costa praticamente nulla ed è divertententissimo: BALLE!
Usare la bici tutti i giorni non è così semplice.
Innanzitutto ci vuole una bici seria.
Per girottare in estate a fare qualche commissione qualunque scassone è perfetto, ma se volete pedalare TUTTI i giorni ci vuole un mezzo solido e resistente, che spesso non è precisamente economico.
Come ogni mezzo “stressato” richiede manutenzione, vedete voi se è il caso di preferire una bici essenziale facile da gestire dove la manutenzione ve la fate da soli, l’alternativa è “farsi prendere in braccio” dal ciclista “di fiducia”, che può rivelarsi non troppo onesto.
In ogni caso qualcosa prima o poi si romperà e dovrete sostituirlo.
Ci vogliono gli accessori giusti, la tracolla da pc che va benissimo se vi spostate in auto è scomodissima per pedalare, bisogna comprare una borsa nuova, luci e lucette, lucchetto serissimo, abbigliamento adeguato: altri soldi.
Senza contare che, è vero che non si deve comprare la benzina, ma per spostarsi serve energia, quindi cibo extra.
Se indubbiamente la bicicletta è un mezzo divertentissimo da usare nel tempo libero, pedalare fino all’ufficio non è così entusiasmante, ancora meno se ci si sposta al mattino presto o alla sera tardi, nel buio e col freddo.
Ci vuole una bella forza di volontà a buttarsi in strada in mezzo ad automobilismi ancora addormentati o già incazzati di prima mattina col solo scopo di andare al lavoro.
Se vi raccontano che è facile e divertente vi stanno prendendo per il culo!
MA …
Per quanto possiate spendere per spostarvi in bici, sicuramente state spendendo molto, ma molto meno rispetto ad un’auto.
Purtroppo non c’è scritto da nessuna parte che deve essere divertente andare al lavoro in bici, è una palla anche in auto o coi mezzi.
Quindi: usate la bici tutti i giorni!

mercoledì, novembre 14, 2012

Dodici Polo Vs Surly Pugsley



Oggi una prova strana, il confronto tra 2 bici che non conosco e non ho mai usato, più che un confronto, un ragionamento sul montaggio di una bici.
I due telai in questione sono ben diversi tra di loro, uno è da polo, l’altro da MTB su terreni molli (neve e sabbia), che però hanno molto in comune.
Si tratta di telai iperspecializzatii, nati per essere dedicati ad un solo preciso utilizzo, zero compromessi sulla polivalenza, entrambe completamente rigidi, montabili monomarcia (sul Pug si possono anche mettere i cambi) con forcellini orizzontali e con forcella dedicata spaziata 135mm esattamente come il posteriore in modo da avere ruota davanti e dietro da 26” intercambiabili.
Al di là dell’utilizzo è sul montaggio che si vede la vera differenza dei telai.
Il Dodici è pensato per riciclare vecchie ruote da MTB, c’è pure scritto sul sito, tanto nel polo si spaccano, montando un unico pignone sulla cassetta a ruota libera ed usando generiche ruote slick che trovi anche al Deca.
Il Surly monta le sue ruote dedicate con cerchi che produce solo Surly, con particolarissimo montaggio disassato e coperture sempre Surly, stiamo parlando di cerchi da 200 euro, coperture da 100 e ruote complete da 700 (!) e non ci sono alternative.
Per la guarnitura sul Dodici si può montare qualunque cosa che permetta di usare una corona piccola, spostando il pignone sulla cassetta il problema della linea catena si risolve facilmente.
Sul Pugsley ci vuole qualcosa di dedicato con movimento centrale iperlungo.
Per i freni il Polo si gestisce facilmente con un generico Vbrake al posteriore o al massimo con una leva promax da 35 euro per comandare la coppia di freni con una mano sola, mentre la Fat bike pretende sistemi a disco (2 posteriori per maggiore intercambiabilità dei componenti) che costano cifre a 2 zeri.
Morale: anche se i 2 telai hanno prezzi nello stesso ordine di grandezza, il costo per una bici finita è drammaticamente diverso, ovvio si può spendere tanto anche per montare la Dodici da polo, basta metterci ruote dedicate a 48 raggi e guarnitura SS da MTB o da BMX figa, al contrario il Surly Pugsley non permette un montaggio “cheap” con componenti di recupero.
La nascita del concetto di fissa urbana è basata sul riciclo di vecchi componenti, mi piacerebbe vedere più spesso telai pensati per il riciclo e utenti più attenti al recupero e al portafogli.
E’ doveroso ricordare che Surlynon fa solo assurde fat bikes, a catalogo c’è il Cross- Check con forcellini posteriori spaziati 132.5 mm per poter usare indifferentemente mozzi 130 da BDC o 135 da MTB e la maggior parte degli altri telai che produce permette una estrema flessibilità di montaggio veramente inconsueta.

venerdì, novembre 09, 2012

Blue Hanger torino

Dunque vi siete fatti la fissa, da pista e senza freni, pensate di essere veloci, non vi fanno paura le infaste previsioni meteo per il weekend, tantomeno il buio.
Sabato c'è la garetta che fa per voi, per ulteriori info:
http://www.fixedforum.it/forum/topic/33082-blue-hanger-criterium-to-10-novembre-12/

giovedì, novembre 08, 2012

Le solite bici tanto per fare su 2 soldi

Ieri mi scrive un tizio per sapere se sulla pagina di FB di un nuovo progetto di fissa può postare delle cose dal mio blog.
Ovviamente chiunque può farlo senza chiedermi il permesso, apprezzo il gesto e chiedo il link del sito, sperando, illuso, di trovare qualcosa di nuovo.
Il sito è il solito similmodaiolo della serie non sappiamo un cazzo di fissa, ma magari riusciamo a farci dei soldi e infatti la descrizione delle bici inizia con questa bella frase:
"Le nostre Single Speed Bikes sono biciclette a scatto fisso ad una velocità, diventate moda nella giungla urbana di oggi in tutto il mondo"
Inutile descrivere il resto, già da questa frase si capisce alla perfezione che questi NON HANNO CAPITO UN CAZZO di fisse.
Una singlespeed per definizione ha la ruota libera, NON può essere fissa.
Per il resto ... le solite bici cinesi, telai che a comprarne un container costano sui 10-15 euro, montati con i soliti componenti similfighi di cui ne ho veramente le palle piene.
BASTA!
La bici della foto?
Ovviamente non è presa dal sito in questione, ne tantomeno è una "solita bici", sono capitato per sbaglio su Saracen.co.uk e che ti vedo: una urban bike tirata fuori da un telaio corsa, gomme da 38c e freni a disco, bella.
Innovazione, non ci vuole molto, basta osare un pochettino, poco poco; le solite cose le fanno tutti che noia.

mercoledì, novembre 07, 2012

Gomme


Adesso vi do una notizia bomba.
A me le ruote sottili fanno cagare.
Quando giravo in MTB mi sono sempre chiesto come si facesse ad usare ruote sotto i 25mm in bici da corsa.
Poi giocoforza le ho dovute usare sulle mie fisse.
E devo dire che per un po’ le ho apprezzate, sono leggere e sono fottutamente veloci.
Ma, visto che non perdonano buche e tombini devi sempre prestare attenzione a dove le metti, poi, almeno per me che sono 80kg, devi tempre tenerle pompate a pressioni “granitiche”.
Sono belle, ma non sono, secondo me, le gomme da usare tutti i giorni regolarmente in ogni condizione climatica in città.
La soluzione ideale, specie se siete alti e grossi, sono delle 700c larghe almeno 32-35, senza essere dei macigni over 2” (o over 3" come quelli della foto) da MTB si può veramente viaggiare tranquilli, peccato che per trovare una bici dove usarle su una fissa sia necessario orientarsi su modelli da freestyle o addirittura da ciclocross dal momento che fisse citybike non le fanno.
Dunque … ferma tutto
- le citybike nordeuropee hanno di solito proprio le gomme in questione 700c da 35 fino a 45 di larghezza
- tutti noi alla fine usiamo la fissa in città esattamente come una citybike
Cari produttori di biciclette, invece di continuare a sfornare fisse tutte uguali stile pista o similtale, perché qualcuno non si mette a produrre una bici seria fissa da città, con gli attacchi per i parafanghi, i portapacchi e con spazio per gomme di generosa dimensione?

lunedì, novembre 05, 2012

Atteggiamento mentale


Ho sempre sostenuto che la bici fissa assomiglia più ad uno skateboard che ad una bici normale, specie nella mentalità di chi la usa.
Mi sto sempre più convincendo che la bici urbana ha, pure lei, veramente poco a che fare con la bici classica.
Usare una bici per spostarsi in pieno inverno con temperature prossime allo zero, acqua, neve e buio, ha decisamente più a che fare con uno sport come l’alpinismo.
Se per gironzolare in fissa in città mi posso vestire come uno skater con jeans, Vans, felpa e berrettino, per andare al lavoro attualmente la maggior parte della roba che ho addosso è marchiata The North Face.
Come in montagna, anche in bici in inverno non conviene lasciare al caso.
Bisogna programmare bene, scegliere i vestiti, controllare la bici, avere le batterie delle luci cariche e un cambio dietro (che stare 8 ore in ufficio bagnati fradici non è divertente).
Con l’equipaggiamento giusto si può sfidare ogni condizione metereologica, posso stare un per ore in montagna a -10, riuscirò a pedalare qualche decina di minuti a zero gradi in città.
A questo punto usare la bici in inverno è solo questione di atteggiamento mentale.
Perché scali le montagne?
Perché le ci montagne.
Perché vengo al lavoro in bici?
Perché ho un lavoro e ho una bici.