mercoledì, luglio 30, 2008

MASH SF


Mash SF from blind182r on Vimeo.

Vedo che vi state annoiando a morte lì in ufficio in attesa di andare finalmente in vacanza, quindi beccatevi la versione integrale di MASH SF, alla lunga è un po' noiosetto, ma è sempre meglio di lavorare :-)

domenica, luglio 27, 2008

I costi delle conversioni


Molti hanno apprezzato il post sulle bici di serie, la domanda frequente è: "ho capito quanto costa una bici preconfezionata, ma, a questo punto, quanto costa una conversione?"
Innanzitutto bisogna considerare due variabili: punto di partenza e punto di arrivo, ovvero se si parte da un telaio nudo o da una bici completa in condizioni di essere pedalata e se si vuole arrivare ad una fissa accettabile con mozzi generici o ad una bella fissa con mozzi da pista.
Considerando una bici completa da corsa usata in acciaio in buone condizioni che può costare usata da 100 a 150 euro (prezzo per una bici fine anni '80 inizio '90, senza ruggine o danni seri e componentistica Campagnolo o Shimano) si può mettere a budget una coppia di ruote assemblate con mozzi pista (prezzo indicativo 200 euro gommate e con pignone), 50 euro per "varie" (catena nuova, nastro manubrio, cosette) e si ottiene un ottimo prodotto stando su una cifra intorno ai 350-400 euro, mantenendo guarnitura, manubrio e sella originali.
Quella appena descritta è, secondo me, la soluzione migliore per una valida conversione; la mia vecchia Bottecchia bianca che vedete nella foto l'ho venduta a 350 euro, senza nè perderci, nè guadagnarci, calcolando 150 per telaio e componenti usati e 200 di ruote montate con Miche pista e cerchi nuovi.
Spendere di più per una conversione non ha veramente senso, visto che con 6-700 euro si compra una bici nuova.
Volendo spendere meno e partendo da una bici completa dotata di mozzi filettati si possono utilizzare le ruote originali limitandosi ricampanare la posteriore, montare un pignone fisso (15-20 euro) e cambiare la catena (5-10 euro) rimanendo dunque abbondantemente sotto i 200 euro (anche sotto i 100 se si trova una buona occasione).
Partire da un telaio nudo non è un'ottima idea, a meno di non poter rovistare nel retrobottega e nell'immondizia (non scherzo spesso molti componenti vengono buttati solo perchè vecchi) di un amico negoziante, si finisce per spendere una cifra molto elevata comprando i singoli pezzi uno per uno, poichè, anche a cercarli usati, difficilmente si pagheranno meno di 5-10 euro a singolo componente per i pezzi "piccoli", mentre una guarnitura anche da strada riadattata non costerà meno di 50 euro.
Se poi ci decide di far riverniciare il telaio in carrozzeria (costo almeno 50 euro) e la ricerca dei componenti è un po' "caotica", la spesa finale si avvicina, se non addirittura supera quella per una bici nuova.
I prezzi citati sono molto, ma molto, indicativi, parlando di usato è difficile dare quotazioni precise, c'è da aggiungere comunque che i prezzi sono da considerare per i soli componenti, se non siete capaci di montarveli e fate fare il lavoro da in un negozio, ammesso che ve lo faccia, bisogna ovviamente aggiungere i costi di mano d'opera.
Fondamentale quindi se si affronta una conversione è avere ben chiaro un budget e un'idea di quello che si vuole ottenere altrimenti si rischia di buttare via i propri soldi.

venerdì, luglio 25, 2008

Sella Cinelli Unicanitor


Dopo il Supercorsa Pista, Cinelli continua con la riedizione di vecchi famosi prodotti caduti nel dimenticatoio.
La Cinelli Unicanitor risale al lontano 1962, quando la stragrande maggioranza dei lettori di questo blog non era ancora nata, ed era un prodotto veramente innovativo, la prima sella con uno scafo in plastica!

martedì, luglio 22, 2008

Cinelli Bootleg Mystic Rats


Cinelli è senza dubbio l'azienda italiana più attenta al mondo della fissa, nel suo catalogo ci sono ben 3 modelli da pista, il Vigorelli, il Supercorsa Pista e il Bootleg Mystic Rats, quest'ultimo disponibile sia come telaio che come bici completa.
Sinceramente quando è uscito il Vigorelli, mi sono chiesto cosa aspettasse Cinelli a produrre una bici completa, anchè perchè all'epoca (2 anni fa) era difficilissimo riuscire a trovare i pezzi per montare una fissa; una prodotto con connotazione urbana, magari inserito nelle linea Bootleg cittadina, sarebbe stato perfetto e, anche se con un certo ritardo, alla fine l'ha fatta.
Molte le similitudini tra il telaio del Mystic e quello del Vigorelli, stessi i materiali (alluminio con forcella in carbonio) e le ottime geometrie, la differenza principale è che sul Mystic per tenere il prezzo più basso i tubi sono più semplici, non idroformati e di alluminio meno pregiato.
Il montaggio è abbastanza classico per le bici di serie, con mozzo flip-flop fisso e a ruota libera entrambe da 16 denti, le ruote sono delle Miche Xpress in serie speciale Cinelli con i mozzi anodizzati rossi, che da sole costano sui 250 euro, Miche anche la guarnitura, che è una doppia da strada riadattata come la Sugino RD Messenger, con paracorona e corona a 42 denti.
Il manubrio è un Cinelli da pista in acciaio veramente bello di diametro oversize con leve da ciclocross e la sella è una San Marco Concor borchiata di sapore molto vintage.
La bici completa è ... una bici completa con tutto quello che ne consegue, devo essere onesto, ormai solo le bici molto particolari riescono ad entusiasmarmi, però devo dire che è stato fatto un buon lavoro e chi non ha esigenze strane e particolari e cerca un primo approccio con la fissa sarà più che soddisfatto.
La cosa più bella è il telaio, molto leggero, che ha veramente poco da invidiare al fratello maggiore Vigorelli, tanto che il solo telaio del Mystic è un'ottima soluzione per chi non vuole il prodotto preconfezionato, ma preferisce montarsi la bici pezzo per pezzo.
I vari componenti sono belli solidi, a partire dalla trasmissione (ruote e guarnitura) Miche, decisamente superiore a molti prodotti generici taiwanesi montati su altri modelli, fantastico anche il manubrio in acciaio da pista con le leve freno piccoline da ciclocross, al colore del nastro bisogna farci un po' l'occhio che è bello particolare, alla peggio cambiarlo è un attimo :-).
L'unica cosa che veramente non mi piace, essendo un purista, è l'opzione fisso/libero sul mozzo che però è ricercata da molti nuovi appassionati che temono il fisso ritenendolo un po' troppo pericoloso, d'altra parte basta smontare la ruota libera e non usarla e il problema è presto risolto.
Devo dire che, come non spesso succede con le bici complete, nessun componente è di seconda scelta, ma tutti validissimi, ovviamente una guarnitura Miche Pista ci sarebbe stata bene sopra, ma avrebbe anche fatto lievitare il prezzo.
Approposito di costi, quello della Mystic non è bassissimo se paragonato ad una conversione partendo da una bici usata, ma sul nuovo è difficile trovare a meno e bisogna calcolare che gironzolando un po' facilmente si troverà un negoziante disposto a fare un po' di sconto sul listino (su ebay c'è l'inserzione di un negozio che la vende "compralo subito" a 650 euro se trovate un'offerta migliore siete bravi).
AGGIORNAMENTO: la versione 2009 del Mystic monta componentistica Sugino/Formula al posto di Miche e sella Cinelli Unicanitor invece della San Marco Regal, queste modifiche, che nulla tolgono al valore del prodotto finale, comportano una interessante riduzione del prezzo di listino che è stato portato da 795 a "soli" 715 euro!

domenica, luglio 20, 2008

Unisci i puntini

Sabato dovevo andare in centro, inoltre mi sarebbe piaciuto passare in alcuni negozi, niente di urgente e fondamentale, anzi, a dirla tutta non c'era nessuna necessità di toccare tutti i punti se non, ovviamente, quelli di partenza ed arrivo.
Torino è una città quadrata, se la partenza e l'arrivo sono orientati a 45° rispetto alla griglia e sono abbastanza lontani ci sono infinite possibilità per andare a A a B; da casa mia al centro cittadino le condizioni sono perfette, così, senza particolare urgenza, ho lasciato che fosse il flusso del traffico a portarmi in giro sia all'andata che al ritorno limitandomi ad assecondare il colore del semaforo e la possibilità di andare dritto, a destra o a sinistra cercando di fermarmi il meno possibile e ovviamente senza mai mettere un piede a terra.
La senzazione è quella "giusta", non di un oggetto estraneo al traffico, ma di un pesce nell'acqua che nuota tranquillo lasciandosi, se necessario, semplicemente trasportare dalla corrente.
Unisci i puntini, solo che al contrario dei giochini sulla settimana enigmistica, qui non ci sono numeri da seguire, è il flusso che decide il disegno, devi solo seguirlo, ne verrà fuori un'opera d'arte, invisibile, tracciata nel nulla, semplicemente bellissima.

mercoledì, luglio 16, 2008

Bici complete di serie


A guardare le bici dell'ultima alleycat è chiaro che ognuna è veramente speciale, non ce ne sono 2 uguali, a volte si notano per pezzi moderni e ipertecnologici, altre sono un'insieme di parti di recupero, ma tutte hanno forte personalità, ma le bici "già fatte"?
Sul mercato sono presenti alcune bici fisse complete prodotte da grandi fabbricanti, da Cinelli a Specialized passando per Cannondale, Kona, Giant, Trek, etc, sono valide?
Alcune considerazioni generali sulle bici complete per chi non è molto esperto del mercato di biciclette.
Prima di tutto una bici completa, qualunque tipo di bici completa, (fissa, da corsa, MTB) costa meno, molto meno, rispetto a comprare il solo telaio (ovviamente lo stesso dello stesso fabbricante) e montarlo con gli stessi pezzi comprati singolarmente in negozio; una bici comprata completa può costare 2/3 e anche meno rispetto alla soluzione telaio + componenti.
Questo perchè, ovviamente, i costruttori non comprano i pezzi singolarmente nel negozietto, ma hanno dei prezzi speciali cosidetti "di primo montaggio" addirittura più bassi di quelli che paga il normale negoziante, per cui le parti a loro costano una frazione di quello che le pagheremo noi.Oltretutto la politica di molti fabbricanti è guadagnare solo sul loro prodotto, ovvero sul telaio, e non sui componenti che vengono montati praticamente "a prezzo di costo".
In conclusione una bici completa può essere un ottimo affare anche se bisogna fare attenzione ai componenti "specchietto per le allodole", classico è l'esempio del cambio Shimano delle bici da supermercato che fa molto prodotto serio, ma anche sui marchi più noti e su prodotti costosi può capitare di trovare qualche sorpresina.
Riguardo le fisse per uso urbano, per la maggior parte hanno un montaggio "standard" che prevede l'opzione fisso e ruota libera sul mozzo posteriore, 2 freni (anteriore e posteriore) e rapporto 42-16.Questo montaggio comune a molti fabbricanti serve a fare un prodotto sicuro dal punto di vista assicurativo-legale (della serie: se ti fai male perchè giri senza freni, non è colpa mia, io te li avevo montati sulla bici) e che può andar bene per chiunque.
Poi ci sono bici da pista "vere" per utilizzo in velodromo che però sono montate con ruote per tubolari, rapporti durissimi, ovviamente senza freni ne opzioni di ruota libera e prezzo in genere piuttosto elevato.
Sicuramente le bici preconfezionate hanno meno fascino di quelle montate pezzo per pezzo, ma sono un'ottima soluzione tutto calcolato relativamente economica per chi vuole una bici nuova e ha difficoltà a reperire i singoli componenti, ma anche per chi non ha ben chiare le proprie esigenze e poi a cambiare componenti e dare "personalità" alla bici c'è sempre tempo.

lunedì, luglio 14, 2008

Amo le alleycat


Perchè non sai mai cosa aspettarti, ogni volta è diverso, quanta gente ci sarà? quanti checkpoint? saranno tutti imboscatissimi? sarà tanto lunga? riuscirà a farla tutta? mi perderò? soprattutto che tempo farà? pioverà come l'ultima alleycat milanese? le previsioni meteo non fanno ben sperare con possibilità di piovaschi e temporali sparsi ... vedremo.
Su Milano c'è un bel sole sabato pomeriggio, alle colonne di San Lorenzo incontro Andrea e faccio conoscenza con i ragazzi di Vicenza e di Pordenone, si chiacchiera un po' e poi ci spostiamo a casa di Andrea che ospiterà un po' di gente per la notte, mi organizzo la borsa, fa un caldo ... che faccio lo prendo il giacchino impermeabile, vabbe tanto non pesa, i parafanghi però li lascio, sono inutili. Arriviamo alla partenza, c'è un bel po' di gente, coi ragazzi di Vicenza cerchiamo di capire qual'è l'indigeno da seguire per non perderci subito, ci iscriviamo, Nora segna e nomi e, vabbè, ma non ci dice nulla? e i checkpoints? bici lucchettate tutte in fila da una parte della piazza e tutti noi dall'altra in attesa di indicazioni e ora?
Andrea, smette di far foto e inizia ad infilare nei raggi delle bici dei fogli A4.
I checkpoints sono scritti sul foglio, l'ordine è libero, bisogna solo farli tutti, il gioco oltre a pedalare veloce, è scoprire qual'è la strada più corta e semplice per farli tutti.
Via!
Si corre verso le bici, leggo i checkpoint, iniziamo bene, a parte Piazza San Babile e casa di Andrea non ne conosco nessuno, si inizia a consultare le cartire, qualcuno parte subito in direzione a caso, con un gruppone di 10 iniziamo a spostarci verso sud, anche per toglierci dal centro.
Ad ogni checkpoint bisogna scrivere qualcosa sul foglio, nome sul capanelli, numero di finestre, insegna del negozio, solo in San Babila ci sarà qualcuno, l'arrivo non è scritto, ce lo diranno, boh?
Al primo checkpoint ragioniamo con un po' più di calma, facciamo prima il sud, poi ci spostiamo a nord passando per Sempione e Brera e ci teniamo San Babila per ultimo, visto che facilmente l'arrivo sarà in centro.
Si pedala bene, il gruppo tutto sommato è omogeneo, un chechpoint dietro l'altro, tutto bene finchè non arriviamo in via Tofane, dove dobbiamo trovare il 45, però non si passa, ci sono dei lavori dobbiamo fare il giro, si, ma da dove, arriva un altro gruppo, che si fa? intanto il cielo è diventato nerissimo, e non è perchè e tardi, sta per iniziare il diluvio, chiedendo informazioni decidiamo fare il giro passando per viale Monza, il gruppo si sfalda, pedalando verso nord sembra un film apocalittico con lampi e fulmini, fra poco si scatena l'inferno.
Filamente arriviamo al 45, scriviamo il nome, e inizia a grandinare di brutto, ci rintaniamo sotto un ponte, per fortuna è bello grosso, sta vendendo giù il diluvio e dei chicchi di grandine dimensione cubetti di ghiaccio del freezer, onestamente è impossibile pedalare, meglio aspettare qualche minuto.
Siamo in 6, 4 del gruppo originario, gli altri sono rimasti indietro: io, Fabio "Badboy" e Gianluca e Marco di Vicenza, tutti out-of-town e 2 ragazzi di Milano.
Smette di grandinare e ripartiamo, abbiamo un checkpoint in comune e poi ognuno per la sua strada.
Milano alle 2200, con l'acqua, è uno spettacolo, solo che sono un po' troppo bagnato per gustarmelo, gli schizzi che alzano le ruote sono talmente alti che non si riesce a pedalare in fila indiana, alla fine i parafanghi facevo bene a montarli.
Ultimo checkpoint San Babila, si deve lucchettare la bici prendere la metropolitana fino al Duomo e farsi firmare il foglio, al Duomo iniziamo a vagare, ma non c'è nessuno? Ok trovato, dietro il monumento, il casino ora è correre a piedi per tornare in San Babila, le gambe sono legnosissime. L'arrivo è alla colonne di San Lorenzo, ovvero alla partenza, c'è solo via Torino da fare, guido il gruppetto, ma abbiamo già deciso di arrivare insieme come gruppo unito di fuoricittadini.
Si vede l'arrivo, ancora poche pedalate, saranno 20 metri non di più, l'ultimo binario del tram da attraversare, alzo l'anteriore per scavalcarlo e .. cazzo scivolo sul bagnato e sono per terra, beh prima o poi doveva succedere di lasciare del sangue tra pavè e binari, per fortuna è una sbucciatura da nulla e la bici non ha nemmeno un graffio.
Arrivati, primi out-of-town.
Si aspettano tutti quanti e poi finalmente via per una pizza, cumuli di bici fuori dal locale, il più grosso sembra un albero di Natale, mancano solo le lucine, si mangia, che fame; qualcuno continua la serata in giro per Milano, noi ci spostiamo a casa di Andrea dove non possiamo fare a meno di guardare tutte le 650 foto (!) che ha fatto oggi prima di fare nanna.
Grazie a TUTTI, in particolare a Nora, a Andrea e a Gianluca di Riding in Circle che ha pompato/rottolepalle per tutta la gara.
Alla prossima!
PS: stamattina mi sono accorto che io e mio figlio di 2 anni e mezzo abbiamo una sbucciatura sul ginocchio sinistro praticamente identica :-)

giovedì, luglio 10, 2008

Cyclehawk


Spesso sento che qualcuno vorrebbe aprire una agenzia di bike messenger anche in Italia, magari a Milano o in qualche altra grossa città.
Purtroppo le esigenze del mercato italiano sono un po' diverse da quelle USA, per cui difficilmente nel nostro paese c'è l'urgenza di consegnare documenti in tempi strettissimi, in ogni caso se qualcuno avesse la folle idea di farlo penso dovrebbe guardare come funziona Cyclehawk a New York.
Cyclehawk non è solo un'agenzia di corrieri, è un gruppo di amici che oltre a recapitare pacchi organizza e partecipa ad eventi, gare, alleycat, produce video, ha sponsorizzazioni, pubblica libri fotografici, insomma ha sicuramente una marcia in più in un mercato difficilissimo.
http://www.cyclehawknyc.com/
http://www.cyclehawk.com/

martedì, luglio 08, 2008

Toe Overlap


Letteralmente "soprapposizione delle dita del piede", è quando la punta del piede avanzato tocca la ruota anteriore nel momento in cui si gira il manubrio.
E' un problema frequente con le bici di dimensione piccola e ruote grandi, come le bici da corsa di taglia intorno al 50cm, meno frequente in MTB dal momento che gli angoli dello sterzo sono più aperti e le forcelle più lunghe, per cui la ruota è più distante dalle pedivelle.
Su una fissa è un bel problema, mentre con una ruota libera in curva normalmente si smette di pedalare e quindi non c'è interferenza con una ruota, su una fissa i pedali girano sempre e l'overlap con le geometrie da pista molto verticali e normale anche sui telai più grandi.
I telai su cui pedalo sono tutti sui 58-60cm per cui il problema è relativo, solo il vecchio Dazzan in acciaio ha un minimo overlap, ma su telai piccolini può dare molto fastidio.
Come si risolve? Non si risolve, si può provare a montare delle gabbiette di dimensioni piccole e delle pedivelle più corte ma difficilmente si recuperano più di pochi millimetri, quindi, come si legge spesso su bikeforums, "you got to be used to it", ovvero "ti ci devi abituare", purtroppo è abbastanza facile abituarsi a un a minima sovrapposizione, ma quando il pedale arriva quasi a toccare la ruota è veramente difficile usare la bici negli spazi stretti.
E' un parametro da tenere in considerazione se si stà cercando un telaio piccolino.

sabato, luglio 05, 2008

Alleycat race sat 12th July


Ho una richiesta: c'è qualche milanese che partecipa e che ha a disposizione un pezzo di pavimento su cui posso fare nanna sabato sera? Nel caso mandatemi una mail, grazie!

mercoledì, luglio 02, 2008

Red Bull sponsorize alleycat race


I commenti su Fixed Mag hanno un po' derivato su quello che era la scena snowboard agli albori, quello che è diventata ora e come potrebbe essere l'evoluzione di quella del fisso.
Calcolato che ho iniziato ad andare in tavola nel '94 quando c'erano gli scarponi hard, gli attacchi baseless e ogni marca aveva il suo standard di foratura per gli attacchi (ho fatto in tempo anche a vedere le tavole da forare e boccolare al momento del primo montaggio degli attacchi anche se ho mancato gli "snurfer"), ho ben presente la cosa; non a caso ultimamente facevo freeride e backcountry ben lontano dalle piste.
Sarete "moooolto contenti" di sapere che le alleycat sono definitivamente diventate "mainstream" dal momento che tra gli sponsor è arrivato anche Red Bull ... aspettiamo con "ansia" la Coca Cola Company.

martedì, luglio 01, 2008

Considerazioni sul freno a contropedale


Ho fatto una settimanina di vacanza al mare e ho avuto modo di usare un po' le bici dell'albergo: dei cruiser con ruote da 26" e contropedale più freno convenzionale caliper all'anteriore.
Innanzitutto onore al merito perchè le bici erano veramente in stato pietoso e, nonostante questo, il contropedale funzionava ancora alla grande mentre il freno a cavo all'anteriore era assolutamente inservibile, col cavo bloccato nella guaina e i pattini in gomma secchi che non facevano alcuna presa sul cerchio.
Ottima ovviamente l'idea del monomarcia su delle bici usate male e senza manutenzione, per di più in un posto di mare (l'unica bici col cambio ovviamente cambiava da schifo e non grattava in maniera drammatica solo su un rapporto per cui di fatto era diventata pure lei singlespeed).
Quello che sinceramente non capisco è il fatto che il freno a contropedale sia universalmente considerato "facile", mentre il fisso è "difficile".
Calcolato che di bici un po' ne capisco, non ho affatto trovato il contropedale facile e intuitivo come potrebbe sembrare a prima vista, riuscivo ad usarlo accettabilmente solo perchè sono abituato al fisso e sapevo cosa aspettarmi da un sistema del genere.
Dal momento che comunque il 99% delle bici in Italia è a ruota libera con 2 freni comandati da delle leve l'utilizzo di un sistema diverso richiede un certo periodo di adattamento.
Ma come va in strada?
Per frenare frena, per certi versi meglio di un fisso visto che bloccare la posteriore e facile e non è necessario avere i pedali intrappolati nelle gabbiette (decisamente scomodo e doloroso se si indossano delle infradito da spiaggia) è più difficile modulare la frenata e conseguentemente la velocità rispetto agli altri sistemi frenanti, ma il problema principale è un altro.
Con un freno attivato a cavo la frenata è immediata rispetto all'azione sulla leva, col contropedale invece a volte c'è un notevole ritardo, questo significa che a volte l'azione frenante inizia appena si inverte leggermente il senso della pedalata, altre volte è necessario compiere un movimento piuttosto ampio che non è il massimo se si devono compiere frenate improvvise anche a velocità irrisorie da lungomare.
In mezzo ai pedoni nel centro cittadino (sempre ad andatura vacanziera) mi mancava la sensibilità del fisso, ma anche solo la modulabilità di un paio di convenzionali freni a pattino per controllare la velocità.
In definitiva, secondo il mio modesto parere, come già scritto in precedenza il contropedale va bene, anzi è fperfetto sui cosidetti "beach cruiser" (letteralmente incrociatori da spiaggia) e per gironzolare sulle ciclabili in riva al mare, nel traffico meglio usare qualcos'altro.