venerdì, agosto 30, 2013

In skate al lavoro



Ho scelto una pessima giornata per provare a venire al lavoro in skateboard, pioviggina e le strade sono bagnate.
Comunque …
Mi sono studiato bene il tragitto: in skate non posso fare le strada che percorro normalmente in bici, troppo pericolosa, ma allungando un po’ è quasi tutta ciclabile abbastanza bella, e infatti è andato tutto abbastanza bene fino all’ultimo tratto dove sia la strada che i marciapiedi sono in pessime condizioni tanto che per qualche decina di metri ho preferito semplicemente camminare.
Come previsto la cosa si può fare senza troppi problemi, i tempi rispetto alla bici si allungano notevolmente, secondo me bisogna calcolare di metterci circa il doppio del tempo.
Indispensabile, specie con clima infausto, un cambio completo in ufficio.
Perché usare lo skate invece della bici?

Un solo vantaggio, lo skate è più piccolo e lo metti dove vuoi, molto banalmente oggi ho usato la tavola perché al termine del lavoro mi passano a prendere in auto e la bici non avrei saputo dove metterla, quindi è valido solo in mix con auto/bus/treno/metro o per tragitti molto brevi, per il resto datemi una bici J

lunedì, agosto 19, 2013

Born to Run

E’ da un po’ che voglio scrivere di questo libro.
Born to Run è scritto da un giornalista appassionato di corsa, con un problema: “perché sono sempre infortunato? “
Perché quasi tutti quelli che corrono subiscono continui infortuni?
Parallelamente ad una avventura alla ricerca degli indiani Tarahumara, in grado di correre per giorni in semplici sandali e la storia di una folle competizione con i migliori specialisti di trail running sulle lunghe distanze e gli indiani stessi; l'autore dipana una inchiesta sulla corsa, tra antropologia, marketing, sport e biologia in cui, alla fine, l’uomo viene fuori come la macchina definitiva per la corsa creata dalla natura.
Meccanicamente parlando, la corsa dell’uomo è più efficace di quella di qualunque altro animale, nessuna creatura sul pianeta terra è capare di correre per ore e ore a velocità sostenute come può fare un essere umano.
Perché quindi, se siamo così perfetti, ci facciamo continuamente male correndo?
Perché non sappiamo più correre, perché ci ostiniamo ad usare scarpe superammortizzate e protettive che dovrebbero aiutarci e invece ci danno una falsa sensazione sull’appoggio del piede e ci portano a farci male.
Come combattiamo la cosa?
Comprando scarpe più costose e più ammortizzate che ci fanno sbagliare ancora di più.
E le aziende fanno soldi su questa cosa.
Invece dovremmo correre con sandali minimalisti o ancora meglio a piedi nudi e semplicemente ri imparare a correre.
Da quando ho letto la prima volta il libro un anno fa ho fatto molta attenzione a come corrono le persone ed in particolare i bambini (avendone 2 in casa mi è anche molto semplice).
Ebbene i bimbi sotto i 3-4 anni corrono appoggiando solo l’avampiede in modo perfetto, poi col passare del tempo disimparano, tanto che a 7-8 l’atterraggio col tallone lascia sulla sabbia bagnata una impronta più profonda rispetto all’avampiede (prove fatte coi miei 2 pupi quest’estate in spiaggia)
Che è quello che fanno tutti i Joggers adulti al parco.
Praticamente è maggiore l’impatto a terra (e la conseguente frenata) rispetto alla spinta propulsiva (!) con conseguenti traumi agli arti inferiori.
Che è la stessa cosa che succede nel mondo delle bici, mezzi sempre più leggeri, con più rapporti, maggior escursione degli ammortizzatori; risultato: siamo incapaci di pedalare decentemente e cosa facciamo?
Compriamo bici più leggere, con più rapporti e maggiori escursioni … che non servono ad un cazzo.
Vent’anni fa le salite del Tour si facevano con bici in acciaio e il downhill con bici da XC con forcella ad elastomeri da 5cm di escursione!
Ah, il libro c’è solo in lingua originale, sapete come la penso al proposito.

venerdì, agosto 09, 2013

Semplice

Ho scoperto cosa mi piace della fissa e cosa non mi piace della bici, cioè lo sapevo già, forse mi era meno chiaro.
Della fissa amo la semplicità, semplicità che viene prima ancora della bici.
Uso una fissa senza freni non perché faccia figo, lo ammetto il freno ho iniziato a non usarlo perché volevo un telaio da fissa puro, senza predisposizione per il freno, ma ora sinceramente faccio fatica a concepire una bici col freno (ce l’ho sull’Xtracycle, ma solo perché non posso farne a meno).
Come ho scritto 7 anni fa sulla presentazione del blog la vita è già troppo complicata di suo per incasinarsela ulteriormente con bici complesse.
Usando la bici tutti i giorni ho scoperto che non solo semplifica la vita, ma insegna che serve meno di quello che si pensava.
Ad esempio
“E se piove?”
Ti bagni, quindi? E’ acqua, non acido corrosivo, vai all’estero, e scopri che quando piove si bagnano e incredibilmente rimangono in vita, nonostante l’acqua.
Non solo non è indispensabile l’auto quando piove, non serve neppure una tuta da astronauta se sei in bici, ti serve solo una borsa stagna con dentro un cambio.
Idem per le scarpe, sono utili, ma se ne può fare a meno molto più di quanto si possa pensare, ma questa è un’altra storia.


mercoledì, agosto 07, 2013

Huston, abbiamo un problema

E’ da un po’ che ci penso: perché tutto considerato le bici non mi piacciono?
Qualche settimana fa leggo su FB che Yoda (se non sapete chi è documentatevi) sta vendendo il suo Pugsley, la voglio, oltretutto le misura di Yoda corrispondono esattamente alle mie.
Pensa, pensa e alla fine lascio perdere, in fondo non ho nessuna voglia di avere una MTB.
C’è qualcosa di sbagliato.
Perché, dopo averlo fatto per alcuni anni non ho nessun interesse a scendere dai sentieri in mountainbike. Perché dopo aver pensato e ripensato alla singlespeed in montagna quest’anno che ci sono i mondiali a 2 passi da casa non me ne importa nulla?
Se veramente mi piacciono le bici perché Giro e Tour mi fan cagare?
Perché non riesco ad entusiasmarmi a vedere imprese ciclistiche?
Perché non ho nessun interesse a tutinarmi nel weekend e a macinarmi un bel po’ di chilometri?
La conclusione è che la bicicletta non mi piace, forse non mi è mai piaciuta.
E dire che la uso praticamente tutti i giorni ed è ormai diventata una parte di me, cazzo non può non piacermi.
Il problema è che io vedo la bici come la semplificazione estrema di una parte della mia vita, mentre molto, quasi tutto quello che gira intorno alla bici è una aggiunta alla vita normale.
Ad esempio quando si decide una vacanza per tutta la famiglia (ovvero 4 persone) penso a qualcosa che possa piacere e divertire tutti, portare la mia bici per farmi i miei giri sarebbe uno sbattone in più che toglierebbe spazio agli altri componenti della famiglia (per la cronaca le bici dei bimbi le portiamo).
Come ho già scritto la bici è solo più un mezzo, non un fine.

Quindi come faccio a scrivere un blog di bici se le bici non mi piacciono (più)?