venerdì, novembre 30, 2007

Foto "I love Mi"


Spettacolare foto scattatami durante l'alleycat dal grande Andrea Schilirò.
Le altre foto in ordine sparso su flickr:

lunedì, novembre 26, 2007

Video "I love Mi"



Prima della partenza della "I love Mi", Michele "ibcbulk" ha montato sulla mia bici una telecamera, questo è quello che è venuto fuori.

mercoledì, novembre 21, 2007

"Come va la Vigorelli?"


In molti me lo hanno chiesto e sinceramente quello più curioso da sapere come andava la bici ero proprio io.

Sulla carta
Il telaio è in alluminio con forcella in carbonio, quindi molto più rigido e nervoso dell'acciaio a cui sono abituato e anche molto più leggero, geometria semi slooping con angoli del telaio intorno ai 73° più vicini a quelli di una bici da corsa classica che non ad una pista come la Supercorsa Pista della stessa Cinelli o la mia Dazzan che ha angoli vicini ai 75°, il rake della forcella e di 35mmn meno di una bici da corsa da 45mm, anche se si trovano forcelle da pista con solo 25mm e anche meno.
L'ideale non esiste, ogni mezzo grado in più o in meno cambia la reattività del telaio, ma quale sia il valore migliore in assoluto è difficile stabilirlo.
Ci avete capito qualcosa? Poco? Anch'io.

Sulla strada
In effetti, come potevano lasciar supporre le specifiche tecniche la Vigorelli è più nervosa di una bdc, ma non così tanto come altri telai da pista, e sinceramente all'inizio sono rimasto un po' deluso; nel primo giro di prova dopo aver finito di montarla mi sono reso subito conto di non avere a che fare con una katana nervosissima come la Dazzan che gira quasi solo spostando il peso del corpo, però è molto più giocosa, i dossi per rallentare la velocità che tanti problemi danno con altre bici con questa si trasformano in rampe di lancio e saltare gli ostacoli diventa facile quasi come con una MTB.
Dove la Dazzan a volte, per le sua cattiveria, diventa fin troppo impegnativa e instabile, la Cinelli non tradisce mai.
Anche in skid la Vigorelli è più stabile della Dazzan.
Tutto calcolato, visto che si tratta di una bici da usare in strada per diverse ore e non in pista per delle frazioni di pochi minuti la scelta di angoli non particolarmente estremi è decisamente corretta.
Il telaio è rigido, e meno male che mi sono un po' stufato di vecchi telai in acciaio che sotto il mio dolce peso flettono, e tanto, specie in surplace, dove è apprezzabile le flessione anche semplicemente spostando il peso da un pedale all'altro.
Paradossalmente ho apprezzato questo telaio proprio dove pensavo di soffrire di più, cioè tra pavè e rotaie, temevo di patire come un fachiro indiano su un letto di chiodi e invece sembra che la bici voli, come un hovercraft su un cuscino d'aria; in confronto la Bottecchia (telaio in acciaio da corsa oltretutto un pelo grande quindi, in teoria, molto più stabile) era un disastro totale.
Probabilmente la forcella in carbonio fa molto bene il suo lavoro, ma ritengo che molto dipenda anche dalla leggerezza del telaio, non sono un malato del peso, ma la bici, anche montata con componenti pesantucci, è veramente una piuma.
Si legge spesso che l'alluminio è troppo rigido e quindi poco confortevole per un uso cittadino, ma per quello che ho provato fino ad ora non c'è nulla di più sbagliato, almeno per quanto riguarda questo telaio.

In definitiva penso che la bici sia perfetta per il "pistard urbano" (se proprio volete degli angoli più verticali potete sempre montare una ruota più piccola da 650c all'anteriore "MASH style", così ci fate anche barspin), con il manubrio riser da MTB è semplicemente perfetta in città, anche se prossimamente voglio provarla con una curva da pista e, ovviamente, un'altra ruota anteriore ... indovinello: il nome della nuova ruota anteriore inizia con la "A" e me l'ha portata Gina di King Kog da New York.

martedì, novembre 20, 2007

La mia prima alleycat senza freni


Avevo già usato la Dazzan da pista in acciaio alla alleycat torinese, ma lì ero l'organizzatore e quindi non conta, questa volta invece ero alla partenza come partecipante e l'idea di aggiudicarmi il premio come migliore "out of town" mi stuzzicava parecchio.
Ce l'avrei fatta a correre una gara con percorso sconosciuto con una bici senza freni che avevo finito solo pochi giorni prima e non avevo praticamente mai provato seriamente (per lavoro avevo passato buona parte della settimana fuori casa)??
L'esperienza con la fissa senza freni ce l'ho, ma un conto è girare nella propria città alla velocità che si vuole e un conto partecipare ad una alleycat.
Ho scelto di partire col rapporto più agile (49-19) perchè pensavo di dovermi muovere molto nel traffico e un rapporto più duro alla fine sarebbe stato molto faticoso, prima della partenza ricontrollo tutte le brugole, speriamo in bene.
Partenza velocissima e inizio ad insultarmi perchè faccio fatica a stare dietro a Rombolo, avrei dovuto mettere il 17 dietro, la bici mi sembra troppo lenta, l'impostazione freestyle (manubrio alto) non mi aiuta, comunque procedo a passo costante, il traffico di Milano è incasinato come al solito, ma per certi versi è meglio di Torino perchè qui le auto sono molto più lente.
Su via Torino verso il Duomo la Cinelli finalmente si scatena, nello stretto inizia a lavorare come deve, il manubrio riser da MTB e la ruota anteriore leggera sono uno spettacolo per passare tra le rotaie del tram, il telaio leggerissimo vola sul pavè (sarà la forcella in carbonio?), se non che ... problema serio, sono un cretino , non ho controllato le brugole dell'attacco manubrio che avevo smontato il giorno prima, sono lente e il manubrio gira su se stesso quando prendo delle buche.
Al Duomo, intanto che mi firmano il foglio, Andrea Hekto mi passa una brugola e stringo il tutto al volo, l'angolazione è approssimativa, ma sono salvo!
Sto ancora pensando al manubrio, davanti a me c'è Fabio, un SUV in seconda fila, il taxi non riesce a passare e inchioda, Fabio si blocca di colpo, blocco i pedali, ma sono a meno di un metro da lui e tocco la sua bici con la ruota anteriore, nulla di grave, sento un rumore che non riesco ad individuare, sembra tutto in ordine, finalmente capisco che è la telecamera che Michele "ibcbulk" mi ha montato col nastro americano sulla bici che si muove un po'.
Col freno mi sarei fermato, forse, in tempo, comunque la colpa è mia che dovevo stare più attento e non aspettare a frenare all'ultimo.
Per il resto nessun problema, in tutta la gara (più di un paio d'ore scatenate per Milano) ho bloccato la posteriore per frenare non più di 5 o 6 volte per il resto mi sono limitato a controllare la velocità semplicemente opponendo resistenza sui pedali senza skiddare.
Solo una volta, in discesa verso Porta Venezia, un freno mi avrebbe fatto comodo per controllare la velocità.
Con una fissa la tecnica è riuscire a mantenere la velocità costante senza strappi, la bici da pista è per sua natura agilissima (angoli più verticali e rake forcella ridotto rispetto agli altri tipi di bici) ed è in grado di aggirare gli ostacoli senza doversi fermare e ripartire di continuo, anche per questo la scelta di rapporto più agile è stato molto utile per mantenere il ritmo specie nelle fasi finali in cui la stanchezza iniziava a farsi sentire.
Sono partito un po' timoroso, ma veramente soddisfatto di come è andata.

lunedì, novembre 19, 2007

I Love Mi


Figata, arrivo con Cronoman e Stefy in piazza 24 Maggio alle 16:05, penso di trovare le solite 20 persone e invece ... cazzo c'è un mare di gente, bici strafighe ovunque, tantissimi telai pista senza freni, sembra la partenza di una vera alleycat americana, come quello che si vedono in internet, moltissimi "out of town", tanti stranieri, questa volta i milanesi sono in netta minoranza.
Mi guardo intorno, è un vero spettacolo.
Camilla è incasinata, anche lei non si aspettava così tanti partecipanti, alla registrazione viene fornita una bottiglietta di plastica vuota e la lista dei primi 4 checkpoint, seguiranno altre liste.
Come al solito la mia personale tattica è trovare dei compagni tra gli indigeni per non perdermi immediatamente, studio il percorso con Rombolo, non è difficile bisogna solo capire quale strada è meno incasinata per il primo checkpoint, una cascina in periferia dove riempire la bottiglietta di latte ad un distributore automatico.
Tutti pronti bici a terra ... alt, fermi tutti, bisogna togliersi una scarpa che viene buttata in un mucchio comune, al via bisogna ritrovarla e mettersela al volo, è una megarissa, riesco a prenderla tra i primi e inizio ad inseguire Rombolo anche se lo perdo subito al primo semaforo, mi raggiungono Luca "Conan", "Zanna", Matteo "Secre" e Fabio "Badboy" con cui proseguo la gara.
Dopo un po' di casino arriviami alla cascina imboscatissima, aspetiamo che un paio di signori comprino il latte e finalmente riusciamo a riempire le nostre bottiglie; il gruppo procede compatto nel traffico cittadino da un punto all'altro fino al quarto in stazione centrale sfidando il traffico, ma soprattutti il pavè e le temibili rotaie del tram.
Qui lo sconforto, scopriamo che i checkpoint non sono 4+4 ma c'è un terzo gruppo di 4 checkpoint e forse ancora di più, Luca che ha tirato fino ad ora molla il colpo, con gli altri compriamo del ciccolato e della barrette al volo per rifocillarci e ripartiamo.
Nessun punto è particolarmente scomodo o incasinato ma si tratta di un continuo avanti e indietro per Milano spesso ripassando addirittura per le stesse strade.
Inizia a fare seriamente freddo, è buio e c'è un botto di traffico, procediamo comunque con velocità costante incociando spesso altri concorrenti (ma saranno davanti o dietro di noi) fino all'ultimo punto della seconda lista.
Ormai è tardi, tanto non vinciamo e siamo piuttosto stanchi ed infreddoliti per cui decidiamo di andare direttamente all'arrivo cioè al cinema Mexico.

Alla fine ha vinto Roberto "Rombolo" che nonostante l'età continua a dar la paga a tutti i ragazzini; in totale, a fare tutti i checkpoint, erano 55 km, qualcuno di più qualcuno di meno a seconda del percorso, gli iscritti quasi 50, sicuramente il più grande evento di questo tipo fino ad ora in Italia, il che fa ben sperare per il futuro, la maggior parte non ha completato la gara, ma non è questo che conta, l'importante era esserci, sfidarsi nel trafico, conoscere nuovi amici e sopratutto divertirsi!

venerdì, novembre 16, 2007

Bicycle Film Festival Milano

Stasera, ma soprattutto sabato e domenica a Milano c'è il Bicycle Film Festival.
Si tratta del principale evento italiano di ciclismo urbano, non solo per i film, ma soprattutto per il contorno: alleycat "I love Mi" con ricchissimi premi, urban velodrome e concerti sabato sera.
Ritengo che sia una occasione da non perdere, ci vediamo domani!

Per info: http://bicyclefilmfestival.com/2007_site/milano/

mercoledì, novembre 14, 2007

Cinelli Vigorelli - finita!


In realtà l'ho finita nel weekend, non ho neppure avuto il tempo di fare una foto e nei giorni scorsi sono stato fuori casa per lavoro, quindi ve la presento solo ora.
Telaio Cinelli Vigorelli XL sella Cinelli "vintage" recuperata nella polvere del solito negozietto, manubrio riser in acciaio da dirt tagliato a 45cm e dotato di manopole da BMX con flangia, guarnitura Campagnolo "vintage" (avrei preferito qualcosa di più moderno , ma non sono riuscito a trovare ciò che volevo), ruota posteriore su mozzo taiwanese flip-flop fixed-fixed, pedali da MTB con gabbiette in plastica (lo so ci andavano le gabbiette in alluminio e cinghietti in cuoio, ma incredibilmente mi trovo meglio con questa soluzione).
Rapporto 49-17 (77.8" di sviluppo) e 49-19 (69.6") con 17 e 19 skid patches rispettivamente.
Ci sono ancora un po' di cosette da sistemare per bene, ma è pronta per l'alleycat di sabato e questo è quello che conta.

giovedì, novembre 08, 2007

Cos'è una Alleycat Race


Difficile dire come funziona una corsa di gatti randagi perchè non esiste una formula fissa, ogni alleycat race è differente, di base c'è una partenza conosciuta, un arrivo, non sempre conosciuto, e, di norma, anche un certo numero di punti intermedi chiamati checkpoints.
Una alleycat race è una corsa nata spontaneamente nell'ambiente dei bike messenger e tesa a simulare il loro lavoro giornaliero, ogni giorno è diverso e per questo motivo ogni gara è differente.
Il percorso di solito è reso noto pochi minuti prima della partenza se non addirittura durante la gara, per cui il senso dell'orientamento diventa più importante della semplice pedalata e in molti gare, oltre al vincitore assoluto, viene premiato anche il miglior "out of town": il miglior straniero che ovviamente, non conoscendo la città, ha avuto maggiori difficoltà rispetto ai locals.
Spesso esiste un "tema" della corsa come i rapinatori della Milano Violenta o le coppiette della Bulli a Pupe, ma non è necessario, a volte nei checkpoint basta farsi firmare un foglio, altre bisogna fare cose strane, tipo bere alcolici, cambiare una camera d'aria di una bici, indossare vestiti buffi, insomma spazio alla fantasia e alla cattiveria degli organizzatori.

Come i bike messenger utilizzano bici differenti a seconda dei propri gusti e preferenze si può correre con qualunque tipo di velocipede, dalla bici da corsa alla mountainbike, la fissa è utile se non indispensabile solo nelle garette successive alla main race.