lunedì, aprile 07, 2008

Troppi passaggi: negozianti, no grazie

Spesso si discute sull'elevato costo delle bici, ultimamente sull'eccessivo costo di TUTTO, ma questo è un altro discorso.
Le bici e tutte le altre merci costano tanto per un motivo semplicissimo, e non sono solo certo io a dirlo, troppo passaggi o per dirla in modo molto tecnico "una filiera troppo lunga".
Personalmente ritengo che specie per bici molto particolari come le fisse che puntano ad un target di clientela molto particolare e sono estremamente semplici, tali da non necessitare di particolare assistenza, potrebbero essere facilmente vendute online tagliando tutti i costi del classico negozio.
Oltretutto specie in Italia, la bici o il telaio fisso va comunque ordinato dal negoziante alla ditta produttrice o distributrice, nessuno, che io sappia, ha tutte le misure del Cinelli Vigorelli o dello Specy Langster in negozio disponibili pronta consegna, per cui il cliente va in negozio, ordina il telaio/bici al rivenditore che a sua volta lo deve ordinare al suo distributore, si aspetta quello che c'è da aspettare e arriva il pacco con la bici smontata a cui, proprio perchè è una semplice fissa, non c'è da fare nulla se non tirarla fuori dalla scatola e montare le ruote, il manubrio e i pedali.
Non ci sono da fare particolari regolazioni al cambio o ai freni, non ci sono da tarare le sospensioni e fare un tagliando dopo poche uscite per ricontrollare il tutto.
Anche montare una fissa partendo da un telaio nudo è semplicissimo, addirittura il Vigorelli ha la serie sterzo integrata che non ha bisogno di attrezzi particolari, l'unica cosa che serve è giusto una e una sola chiave specifica che costa meno di 10 euro per avvitare il movimento centrale.
A questo punto non converrebbe spedirlo direttamente al cliente saltando il passaggio e i costi del negoziante?
Ho posto questa domanda ad alcune ditte è la risposta è stata la stessa, il sistema in Italia funziona sui negozi e non possiamo vendere direttamente ai privati, punto; solo uno mi ha spiegato effettivamente le difficoltà delle vendita online e il motivo per cui non le fa, però è un soggetto che tratta mountainbike molto particolari, esclusive e costose, per cui il rapporto negoziante-cliente è fondamentale e, detto tra di noi, i clienti dei marchi che tratta possono permettersi la spesa aggiuntiva.
Il limite quindi è che "si è sempre fatto così perchè cambiare?", mi sembra la stessa motivazione per cui le fisse da un secolo a questa parte si sono sempre usate solo nei velodromi perchè cambiare e usarle in strada?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

dal punto di vista puramente del cliente ti do ragione al 100%
dal punto di vista di una persona che fa il negoziante di bicilette per vivere...beh trovo la cosa forzata.
la filiera in questo specifico caso non e' neanche poi troppo lunga, se pensi ad esempio a p.es dei pomodori.
Certo se alla fine si risparmia un 20% allora potrebbe anche essere una buona cosa, ma se alla fine il negoziante (che si prende comunque gli sbattoni di una eventuale problematica per te) ci sgaobba il 10 magari scarso, allora no. In effetti ha anche lui diritto di vivere e guadagnarsi il pane in qualche modo (comunque onesto).

peace.

Anonimo ha detto...

lavoro anche io in un negozio bici, è leggo il ricarico sulle bolle... solitamente vicino al 100% (cioè compro a 20 euro, vendo a 38-40 euro).
Per non parlare degli "stock" dove il ricarico è da far paura

cmcagliari ha detto...

Sicuramente se il mercato si aprisse alla vendita diretta ai privati, i negozianti non fallirebbero. sopratutto per il discorso fisse, per molti che come me vivono in periferia rispetto agli epicentri (milano, torino..) è quasi obbligatorio l'acquisto on line, rispetto al negozio che comunque ha i suoi fedelissimi clienti che comunque resterebbero tali.
Ci sono allo stato attuale alternative rispetto a Ebay o la famosa stazione dell bc??
Si possono creare in qualche modo delle alternative???
un saluto
enrico

Anonimo ha detto...

durante un incontro confindustriale sussurrai nell'orecchio di un produttore torinese particolarmente vivace, la domanda se pagassero i telai in carbonio molto più di 200 dollari, anche meno, fu la risposta

dunque il problema non sono i bottegai, che in un mercato con volumi di vendita da boutique non possono fare ricarichi da supermercato e non hanno potere contrattuale verso i fornitori che in caso di ribassi fuori listino gli chiuderebbero subito i rubinetti delle forniture