mercoledì, ottobre 29, 2008

Storia di una conversione


Molto tempo fa ho trovato in un negozio vicino ad Ivrea dove abitano i miei suoceri, un meraviglioso telaio in acciaio Scapin, usato, ma in perfette condizioni, completo di forcella in carbonio molto particolare (solo i foderi in carbonio con testa in acciaio), serie sterzo, movimento, reggi e sella.
Ho subito pensato fosse la base perfetta per una fissa da urlo, specifica per l'utilizzo extraurbano da usare quando portavamo il piccolo a trovare i nonni.
Unico problema: i forcellini perfettamente verticali; unica soluzione: mozzo eccentrico White Industries Eno.
Questo mozzo è unico nel suo genere, il corpo principale si muove su un eccentrico in modo da poter tensionare la catena in modo perfetto, il sistema è eccezionale e in rete se ne legge solo un gran bene, se non fosse per il notevole prezzo, superiore ai 150 euro.
Cerca, cerca, alla fine sono riuscito a recuperare il mozzo in questione ad una cifra che ritenevo giusta, ho trovato i cerchi adatti e ho montato la ruota posteriore in attesa di trovare un mozzo di pari livello per l'anteriore.
Intanto ho iniziato a stressare un po' il negoziante che però voleva una cifra un troppo alta per i miei gusti, già avevo speso un bel po' per le ruote non aveva senso mettere insieme una conversione così costosa.
Con l'estate mi sono dedicato ad altre bici e la ruota è rimasta un po' ferma a far polvere certo che prima o poi avrei preso per sfinimento il negoziante e riuscito ad accaparrarmi l'agognato telaio ad un prezzo stracciato.
Circa un mesetto fa passo e il tipo mi fa: "lo sai che alla fine son riuscito a vendere lo Scapin?".
Rabbia, mi informo e comunque l'ha venduto alla cifra che aveva detto a me per cui nulla da recriminare, ma ora che me ne faccio delle ruote?
Pensa, pensa e mi torna in mente che da qualche parte del negozio c'è un telaio Alan in alluminio (saldato non incollato!), con forca sempre in alluminio da 1", che è stato ritirato a costo zero (in pratica l'ha ritirato scontando sulla nuova bici la stessa cifra che comunque gli avrebbe tolto anche senza il ritiro dell'usato), controllo, c'è ancora e va pure bene come misura.
"Senti, ma questo?" "Ah, quello lì lo puoi pure prendere tanto non si vende e non vale niente", molto bene.
E' bastato stringere per bene il movimento centrale e montare la guarnitura Campagnolo Pista che avevo sul Vigorelli, mettere un adattatore per usare un attacco da 1 1/8" e un manubrio flat da MTB recuperati da un rottame, ho riesumato una vecchia DaBomb da dirt che mi girava per il box, ruota anteriore una 26" sempre da MTB con copertura da 1.2" per provare a barspinnare e in ultimo, ovviamente, la posteriore con l'ENO, montata con una gomma usata pescata dall'immondizia.
Voilà in meno di un'ora la bici è pronta, di nuovo c'è solo la ruota posteriore, il pignone, la catena, l'adattatore per l'attacco manubrio e la gomma anteriore, tutto il resto è di recupero.
Ho deciso di tenere questa bici per il solo freestyle, un oggetto da massacrare senza pietà, da far cadere a terra migliaia di volte, con cui provare tricks per cui ho timore di rovinare le altre mie bici e devo dire mi sta divertendo un mondo (per la cronaca il terreno verde che vedete nelle foto è il tetto del garage dei miei suoceri).

lunedì, ottobre 27, 2008

Sabato a Milano


Sabato non c'era un'alleycat, non c'era una gara, c'era la proiezione di un video che è diventata la scusa per vedersi e provare un po' di tricks in giro per Milano.
Se vi piace correre veloci, probabilmente non era la vostra giornata, se siete o eravate skaters, era il modo più logico di passare un sabato pomeriggio, col vantaggio rispetto a tavolette, BMX o pattini di avere a disposizione un mezzo, la fissa, in grado di trickeggiare E di spostarsi velocemente da uno spot all'altro.
Prima fermata: la pool dell'area Motta, bellissima, ma veramente troppa gente, molti BMXers e qualche skater, tutti i fissati a guardarsi intorno per vedere se qualcuno ha il coraggio di buttarsi dentro, che la voglia ci sarebbe anche se fossimo solo noi probabilmente molti proverebbero le prime pedalate dentro il catino, ma così, a parte Andrea, nessuno ha voglia di sgomitare tra la folla.
Poi si va in Centrale, io e Stefy, ne approfittiamo per sganciarci dal gruppo e fare qualche commissione/shopping a Milano.
Li ritroviamo tutti davanti al Pirellone mentre si prova wallride sul bank, a pedalare all'indietro, a fare le impennate.
Mi tolgo lo zaino diventato pesantissimo per la spesa e provo un po' di trackstand show per il divertimento dei fotografi e poi andiamo in via per la proiezione.
Il video è quello che mi aspettavo, un po' buttato tanto per fare, alla fine i trick sono sempre quelli, abituato a vedere video di altri discipline freestyle sinceramente mi ha un po' deluso, continuo a pensare che questo è solo l'inizio, il punto di partenza e che c'è ancora molto da fare per alzare il livello.
In definitiva è stata una giornata divertente, meno "grossa" rispetto ad un'alleycat, più rilassata e cazzeggiosa, in giro per Milano, bella gente, belle bici, forse un evento poco "bici", per come siamo abituati ad intederla in Italia, e molto skate, un modo diverso di usare i pedali, un modo diverso di vedere questo fantastico mezzo che è la fissa.
Foto su:
http://www.flickr.com/photos/giothebike/

giovedì, ottobre 23, 2008

Vendesi telaio pista 57x56


Ho questo telaio acciaio per le mani, è un 57x56 centro centro, ha una ventina d'anni, ma è usato veramente pochissimo, in ottime condizioni, solo sul fodero posteriore (dove sbatte la catena) ci sono dei puntini in cui è saltata la vernice blu, ma è rimasta quella bianca.
L'unica cosa rovinata è la scritta sul tubo verticale che non è coperta da trasparente (se la grattate viene via totalmente).
Completo di forcella da pista non forata per il freno, movimento centrale, serie sterzo, catena, attacco e manubrio pista 3T così come lo vedete in foto a 350 euro.

mercoledì, ottobre 22, 2008

Vans Supercorsa


Se per caso vi siete comprati una Cinelli Supercorsa o una bici similare tutta con le congiunzioni cromate e non sapete che scarpe usare, sappiate che Vans ha fatto LA calzatura ideale per il pedalatore "vintage" che, non a caso, si chiama Supercorsa.
In cuoio bucherellato in stile ciclista d'altri tempi con tanto di bandierina italiana, che all'estero fa sempre molto figo.
Photo by Flat Streetwear Deluxe.

Pedali BMX in plastica


Da un po' volevo provare dei pedali da BMX sulla mia fissa, ma c'erano molti particolari che mi frenavano, questi pedali di solito sono enormi, pesanti e costosi, avevo trovato qualcosa di economico sui 15-20 euro ma facevano veramente schifo e comunque pesavano una tonnellata.
Poi circa un mesetto fa Burd racconta sul blog di bootlegsessions che ha montato dei pedali da biemme in plastica sulla sua bici, pesano poco, costano poco e non ti distruggono gli stinchi se sbagli una manovra, ma come? di plastica?
Faccio un po' di ricerche e vedo che diverse ditte li producono e pare vadano molto bene, mi sa che devo sentire qualche amico BMXaro.
Un paio di settimane dopo alla Jack Invitational Dirt Contest di Santena vedo che Thomas "Champignon" li ha sulla sua MTB da dirt, "come vanno? dove li hai presi?" "benissimo, faccio un ordine in un online shop francese settimana prossima" "bene, allora mi aggrego".
Vedo le foto online dei suoi Odissey, i pedali sono forati davanti e dietro e quindi si possono mettere le gabbiette, bene bene, prezzo in Francia 11.90 euro per quelli neri e bianchi, qualcosa in più per quelli colorati, con quella cifra non ci compri neppure delle taiwanate becere al Decathlon.
Tempo una settimana e sono nelle mie mani, devo dire che son veramente fatti bene, visto che sono da BMX sono robustissimi, poi a meno di 12 euro anche se si dovessero rompere non ne faccio un dramma, le gabbiette metalliche si montano alla perfezione, bisogna solo tagliare via un pin che imbroglia e usare i cinghietti in nylon che quelli in cuoio che ho sono troppo corti per la combinazione pedalone e scarpa 45.
Li ho montati sul Vigorelli nella sua nuova veste freestyle e sono una bomba, usati dal lato senza gabbietta in trackstand puoi fare tutti i cambi della terra giocando sulle generose dimensioni e si possono provare tutti i trick in stile BMX perchè c'è veramente un bel grip al contrario di quello che succede con lo scivolosissimo lato B dei pedali da corsa/pista.
In strada usando le gabbiette la pedalata è molto efficace perchè la scarpa appoggia su una superficie enorme e la suola non ha modo di flettere.
Unico reale problema è che data la notevole larghezza se avete una bici col movimento centrale molto basso rischiate di toccare terra in curva.

lunedì, ottobre 20, 2008

Hanno ancora senso le conversioni?


Col 2009 arriveranno sul mercato un bel po' di bici complete a prezzi intorno ai 600-700 euro, qualcuno ha preso il Langster in supersaldo a 499 euro, ha ancora senso fare una conversione partendo da una vecchia bici da corsa calcolato che le bici di cui stiamo parlando di solito montano ruote carine con mozzi da pista e l'onnipresente guarnitura Sugino RD messenger, ovvero componenti che comprati da soli costano 300 euro?
Il rischio è perdere un sacco di tempo e di soldi su una bici vecchia per avere un risultato nettamente inferiore a quello di una bici "già fatta".

Quindi la conversione è valida se:
- il telaio di partenza è regalato o quasi così come buona parte dei componenti
- la bici di partenza ha un particolare valore affettivo
- siete capaci di fare il lavoro senza appoggiarvi a negozi (o appoggiandovici limitatamente) a cui giustamente dovete pagare la mano d'opera e avete già un minimo di attrezzatura per farlo
- volete assolutamente farla da soli, a qualunque costo
- avete particolari esigenze che nessuno dei modelli preconfezionati è in grado di soddisfare

Non lo è se:
- dovete comprare tutto nuovo
- non riuscite a trovare un telaio adatto o comunque non lo trovate ad una cifra bassa
- non siete capaci di mettere le mani su una bici e non avete nessuno che vi possa aiutare/spiegare
- non avete alcuna attrezzatura, nè un posto comodo dove lavorare
- vi va bene una bici "generica" oppure non sapete neppure voi cosa di preciso cosa state cercando

Ho cercato di includere un po' tutto, dal volgare denaro al valore affettivo, vedete voi, l'importante è ottenere un risultato che non vi faccia pentire della scelta che avete fatto.
Per le cronaca attualmente possiedo 4 bici, tutte fisse, 2 sono costruite su dei telai da pista e 2 sono delle conversioni.

venerdì, ottobre 17, 2008

Council of Doom Premiere a Milano


Sabato prossimo c'è la prima del video di Council of Doom in quel di Milano, per chi non sapesse di che si tratta potete guardarvi il trailer su vimeo: http://www.vimeo.com/796328
Nel pomeriggio trick contest allo skatepark di via Zanella, insomma se vi piace il freestyle con la fissa non potete mancare, ci sarà da divertirsi.

giovedì, ottobre 16, 2008

Pedali


Iniziamo col dire che SE volete girare senza freni (e nessuno vi obbliga a farlo) DOVETE avere i piedi attaccati ai pedali, punto.Se usate i freni e volete sfruttare pienamente la spinta delle gambe un sistema di aggancio di qualche sorta è estremamente utile.
Ci sono 2 sistemi: le vecchie gabbiette e cinghietti e i pedali a sgancio o automatici.
Ormai per la pratica sportiva delle bicicletta, se escludiamo la BMX e specialità derivate (dirt e street) e un certo tipo di MTB freeride/downhill, TUTTI usano i pedali automatici perchè sono pratici, comodi e estremamente efficaci.
L'unica reale controindicazione è che bisogna usare delle scarpe apposite predisposte che nella stragrande maggioranza dei casi sono ottime sulla bici, ma pessime per camminare, le suole da bici da corsa sono in plastica durissima o carbonio e sono una vera trappola, mentre quelle da mountainbike di solito irte di tasselli e piuttosto scomode, inoltre la suola per ottimizzare la pedalata è iper rigida e camminare è un'agonia.
A questo si aggiunge che alcuni sistemi durante lo skid tendono a sganciarsi poichè non sono progettati per un'azione di questo tipo.
In definitiva la stragrande maggioranza degli appasionati di fissa decide di fare un passo indietro nel tempo e utilizzare l'obsoleta combinazione di pedali liberi, gabbiette e cinghietti.
E qui sorge un grosso problema, nessuno più le produce più 'ste cose e, a meno di trovarle nel solito retrobottega polveroso, non è facile reperirle.
Ormai i pedali predisposti per le gabbiette sono solo più robaccia economica da supermercato, l'unico che non ha mai smesso di fare degli ottimi prodotti (pedali e gabbiette) è il giapponese MKS per il solito discorso del Keirin, così come giapponesi sono gli spettacolari cinghietti doppi Toshi (che però costano sui 100 dollari la coppia!!) con il risultato che sulle mie bici ci sono per lo più pedali del secolo scorso: Suntour da MTB, MKS da pista, Campagnolo Chorus, Miche corsa, accoppiati ad una accozzaglia di gabbiette in plastica e metallo, cinghietti in nylon e cuoio di varia e disparata provenienza.
Recentemente però ho trovato un paio di soluzioni veramente eccezionali e relativamente economiche ... ma ve le racconto un'altra volta :-)

martedì, ottobre 14, 2008

Attacco manubrio


Su una bici da corsa/pista l'attacco manubrio è di solito piuttosto lungo e varia tra gli 80mm e i 140mm, in relazione anche al telaio, su un piccolo 50cm meglio qualcosa tipo 80/90mm mentre su un grosso 60cm è normale vedere attacchi intorno ai 120/130mm.
Un attacco manubrio piuttosto lungo permette una posizione bella comoda sulla bici, che non vi spacca la schiena anche dopo diverse ore sui pedali.
Fino a qualche giorno fa pensavo che montare attacchi più corti di queste misure fosse un po' una forzatura, poi per esigenze di freestyle ho messo un 60mm sulla Dazzan arancione e ovvimante ho iniziato ad usarlo anche in strada.
Non ci ho fatto molti chilometri ma ho capito un paio di cosette.
Prima di tutto un attacco corto accoppiato ad un manubrio da MTB rende la bici estrememente reattiva, se montato su un telaio da pista con angoli sui 75°, la bici risulta fottutamente nervosa e divertente.
La posizione è ovviamente piuttosto "compressa", un po' scomoda, ma tutto sommato ottima per spingere sui pedali, specie con un manubrio non troppo alto.
In definitiva è un setup molto divertente che permette di trickeggiare alla grande e divertirsi in strada, ci sono solo un paio di problemini.
Per prima cosa temo che alla lunga, una posizione così raccolta possa diventare scomoda specie per la schiena, inoltre il peso risulta spostato all'indietro verso la ruota posteriore, questo significa che si frena meglio, ma skiddare è un pelo più difficile specie se si è principianti e non si ha ancora compreso la tecnica giusta.
Sono sempre più dell'idea che l'utilizzo della fissa in strada richieda componenti molto diversi da quelli della bici classica e si debba "pescare" un po' ovunque scegliendo di volta in volta i componenti più adatti ai nostri scopi, se qualcuno di voi ha fatto JKD sa di cosa sto parlando ("absorb what is useful").

giovedì, ottobre 09, 2008

Yoga trackstand


Inizi con fare surplace perchè non vuoi mettere il piede per terra ai semafori, poi provi timidamente a togliere una mano, poi tutte e due.
Scopri che è strano stare sù senza difficoltà e senza pedalare, che inizi a fare trackstand nel traffico con sempre maggiore facilità e capisci che ci si può spingere oltre.
Guardi i filmati di Burd Phillips e ti sembra tutto dannatamente complesso, poi vedi qualche foto in rete e inizi a cercare di imitare, un pezzo alla volta, in fondo non è così complicato, "si può fare"!
Questo è il risultato fino ad ora, sto mettendo insieme un po' di variazioni sul tema, ovviamente la sequenza inizia e finisce con un normale surplace, per la cronaca la bici è una conversione su telaio da corsa e forca in alluminio Alan, fissata con un mozzo eccentrico White Industries ENO e ruota da 26" anteriore per barspinnare.
Qualcuno lo chiama yoga trackstand, io non ho mai fatto yoga, so solo che giocare con la bici mi rilassa un casino.
Altre foto su:

mercoledì, ottobre 08, 2008

Freestyle italiano


Non so voi, ma io mi sono un po' rotto di vedere continuamente foto e video di "fixed gear freestyle" girati sempre e solo all'estero, possibile che non si riesca a fare qualcosa di decente e valido anche noi?
Per cui da oggi su questo blog spazio al freestyle italiano, iniziamo con una foto splendida di Cento in Wallride @ Pordenone skatepark (photo by AndreP)

martedì, ottobre 07, 2008

Voglio una fissa: la compro online negli USA


Non è facilissimo trovare bici e componenti per la fissa nel nostro paese, ancora più difficile è riuscire a comprare cose strane, particolari o prodotti economici, insomma tutte quelle cose che vediamo su internet, per le quali potrebbe essere interessante comprare direttamente online negli USA.
Cambio favorevole, prezzi bassi, ma è veramente la soluzione migliore?
Purtroppo le spesa di spedizione dal Nordamerica non sono basse, difficile quantificarle perchè ogni situazione è particolare, magari il grosso online shop ha particolari convenzioni, mentre il privato o la situazione piccola può essere costretto a farvi pagare delle belle botte.
Poi c'è il discorso dogana, se vi va di fortuna magari il pacco sfugge e passa come gift (regalo) e non ci dovete pagare nulla, ma è difficile se lo comprate in un negozio con tanto di fattura e di bolla, ancora più difficile se si tratta di una cosa grossa come un telaio o una bici completa; in questo caso dovete sborsare il 20% di IVA più le tasse di importazione, spese di dogana e alla fine al prezzo iniziale dovete aggiungere un bel 30%, se siete particolarmente sfigati il pacco rimane fermo in dogana per controlli anche diverse settimane e dovete sbattervi non poco per averlo (esperienze non mie, ma lette sui vari forums).
Questo sempre se il pacco arriva, non viene smarrito, danneggiato etc.
Ultimo problema è quello della garanzia, se si rompe dovete rispedirlo dove l'avete comprato e probabilmente alla fine vi costa più di quanto l'avete pagato.
Spesso mi si chiede info su bici vendute negli USA da marchi sconosciuti da queste parti, i prezzi di solito sono piuttosto bassi e la provenienza è asiatica, che dire: difficile dare opinioni su qualcosa mai vista dal vivo, calcolate che i materiali sono di solito mediocri, così come la fattura e i controlli di qualità, per cui il risultato sarà una bici accettabile, ma nulla di particolare, fate bene i vostri conti, se costa molto meno di qualcosa di pari valore in Italia, magari fate l'affare, ma comprare al buio e sperare in bene per risparmiare 50 euro a me non sembra una grande idea.
In definitiva bisogna fare bene i conti prima di dire: "negli USA costa meno e quindi lo compro lì", sicuramente su prodotti che si trovano in Italia il gioco non vale la candela, per cose non importate potrebbe essere una soluzione, ma bisogna comunque calcolare le spese accessorie, il discorso cambia e più essere più interessante su usato comprato su ebay dove i prezzi possono essere anche molto bassi e ovviamente situazioni particolarmente vantaggiose come amici che vivono all'estero e che possono portare la roba a mano al loro rientro in Italia risparmandovi tutte le spese e gli sbatti.
Per quanto riguarda l'online europeo le spese postali sono relativamente basse e rimanendo nella Comunità Europea non si devono pagare dazi e tasse, quindi è tutto più facile, ma difficilmente sul nuovo si trovano grandi occasioni e prezzi bassi.

venerdì, ottobre 03, 2008

Starfuckers Frame


Ovvero un nuovo telaio giapponese ben diverso dai soliti da Keirin che siamo abituati a vedere.
Direte voi, ma fa schifo, si è vero, ma guardatelo meglio perchè estetica a parte ci sono un paio di cosette veramente pensate bene.
Innanzitutto il triangolo anteriore non è un triangolo, c'è qual tubo che parte dal movimento centrale e si attacca a metà dell'orizzontale, perchè?
Perchè in questo modo di può fare barspin con le 700c anche su telai di taglia piccola senza avere una forcella assurdamente lunga come sulla BMW Gangsta e neppure una roba ingestibile a 0 rake.
Il triangolo posteriore ha quello che nelle MTB si chiama elevated chainstay, in pratica non c'è il tubo che dal movimento centrale va al mozzo posteriore, ma è rialzato così si può grindare senza paura di rovinare il telaio sui muretti di cemento.
Ok, il telaio è molto rozzo, d'altra parte è un prototipo, ma almeno è qualcosa di innovativo seriamente pensate per uno scopo ben preciso: il freestyle in fissa.
Completano l'opera l'ormai classico manubrione con rise immenso tipico giapponese, stem da BMX, pedali flat e pignone enorme sulla ventina di denti per rapportino agilissimo, insomma non è certo la bici migliore per girare veloci, ma se avete uno skatepark vicino a casa potete farci un pensiero.

mercoledì, ottobre 01, 2008

Fixpatrix


Normalmente non mi piace linkare filmati di freestyle, li trovate già su 1000 altri blog, ma questo trick è varamente da paura, ma quand'è che iniziamo ad alzare un po' il livello anche in Italia e iniziamo a spammare il web con la nostra roba??
Un po' di ispirazioni sul canale: http://www.youtube.com/user/kablekomm