lunedì, maggio 20, 2013

Perché aprite negozi di bici?


Da appassionato l’apertura di un nuovo negozio di bici è comunque qualcosa di positivo, ma bisogna farlo bene, specie in un difficile periodo come questo dove le attività spesso aprono e chiudono nel giro di pochi mesi.
Dietro casa dei miei genitori hanno appena aperto un negozio di biciclette.
Io, come ho scritto più volte sono un pessimo venditore e mai aprirei un negozio mio (di bici o di qualunque altra prodotto), però un paio di cosette le so e mi spiace vedere che manchino i presupposti più basici per una florida attività.
Tanto per incominciare la “location” è abbastanza sfigata, a soli 2 km dal Decathlon, in una via laterale di scarso passaggio dove è impossibile parcheggiare, anche in doppia fila (che di per se non sarebbe un male se non fosse che il 99% di chi compra una bici fino al negozio ci va in macchina).
Da principio in vetrina c’erano un bel po’ di bici elettriche, a me le bici elettriche fan letteralmente cagare, non le capisco, ma è un mercato che può funzionare, a Stoccarda, ad esempio, in pieno centro c’è un negozio che vende solo elettriche di alta gamma.
Ma ora c’è ogni tipologia di bici: elettriche, mountain, corsa, city, bimbo e BMX.
Una cosa che ho capito è che un negozio, specie se piccolo, non può tenere ogni genere di bici, è impossibile, alla fine hai solo modelli scarsi che non vuole nessuno, una filosofia del genere la può avere un negozio gigantesco, un piccolo si deve specializzare, è l’unico modo di sopravvivere.
Un paio di giorni fa sono passato davanti al negozio, erano le 8 di sera e il tipo stava chiudendo.
Punto a favore, tornava a casa in bici, ma sulla bici ci sarebbe da discutere un pochetto.
Secondo me se hai un negozio (di qualunque cosa), devi usare i prodotti che vendi, punto; come ti vesti, quello che usi, deve essere il biglietto da visita della tua attività.
Il negozio in questione vende qualunque cosa a parte le fisse e con cosa si muove il tipo: con una fissa, una conversione su telaio corsa con pedali senza gabbiette o straps e freno anteriore (o almeno spero che sia fissa, una single col solo freno davanti non è una gran cosa).
Una bici che di per se non ha nulla di male, un po’ arraffazzonata, si direbbe il primo tentativo di fissaggio di uno che non ha mai messo le mani su una bici, non il massimo come biglietto da visita.
Ma quello che mi ha spinto a scrivere questo posto polemico, è stata la tensione della catena, talmente molle da rischiare di cadere.
Uscendo, visto che guardavo la vetrina il tipo mi saluta e a me è venuto bene di dire che sarebbe stato necessario tirarla un po’ quella catena, la risposta: “hai ragione, è che non ho tempo”.
SCUSA? Hai un negozio di bici, appena aperto, che verosimilmente fa un po’ fatica a decollare e non hai 3 minuti per tirare la catena alla tua bici?
Posso capire che il meccanico di un negozio avviato non abbia il tempo per revisionare la forcella ammortizzata o per cambiare completamente la trasmissione alla sua bici, ma cazzo, qui si tratta di tirare una catena!
Io capisco che un appassionato di bici, ogni appassionato di bici, prima o poi pensi più o meno seriamente ad aprire il suo bel negozietto, ma un conto è l’idea di farlo, diverso è farlo per davvero.
Per aprire un negozio di biciclette, non basta avere la passione per pedalare (anzi pedalare forte non è assolutamente indispensabile), ma bisogna essere bravi meccanici, bravi venditori, un po’ psicologi per capire i clienti, un po’ analisti per capire il mercato, molto tecnici per conoscere i prodotti, etc.
Aprire una attività oggi costa una fracassata di soldi e farlo male significa, quei soldi, buttarli dalla finestra, il che è stupido.

7 commenti:

C. ha detto...

Osservazione e analisi come sempre profonde e calzanti!

alessiovaleri ha detto...

Da venditore, anche se nn di bici, ti dico che hai perfettamente ragione. Il rischio è che si aprano negozi di bici solo credendo di aver fiutato il business giusto, un po' come quelli di sigarette elettroniche...

Alberto ha detto...

Ciao Aldone, leggo sempre il tuo blog, perchè c'è sempre qualche spunto su cui riflettere. Vero quel che dici, un mio amico, oltre la cinquantina, quasi trent'anni di attività di negozio di bici, lavora come un pazzo per stare dietro ai clenti. Mi dice che bici nuove se ne vendono poche, tante, tante riparazioni, lui è bravo e sopravvive. Anche lui ha un "ferro" per pedalare con gli amici, ma gira bene!!!

LUIGI ha detto...

Ciao Aldone,
giusta e precisa la tua analisi io avrei intenzione di aprire un negozio di bici, per 23 anni ho lavorato in un negozio di famiglia quindi commercialmente preparato ma non nel settore bici. Ho preso in seria considerazione il mondo delle Fat bike e sono intenzionato di orientarmi principalmente su questo tipo di prodotto con tutti gli annessi e connessi, abbigliamento incluso!!!!

Aldone ha detto...

Va bene che ho scritto di specializzarsi ma Fat a San Giovannni Rotondo?
Senza offesa, ma io un negozio di Fat lo aprirei a Cogne a lato della pista di fondo, non in provincia di Foggia :-)

LUIGI ha detto...

Azz.. ma con la fat ci puoi fare quello che vuoi non solo neve e sulla sabbia vanno alla grande, il gargano è circondato da spiaggie!!!!

ElSandro ha detto...

Hai ragione, ma nelle mie esperienze ho conosciuto molte persone ingamba che facevano il proprio lavoro meglio sui clienti che su se stessi. Per esempio architetti che vivevano in case brutte, parrucchieri con capelli spettinati, chef magri etc..