martedì, giugno 18, 2013

La data di scadenza delle nostre bici?


 Quando ho letto questo articolo su mtb forum sono rimasto un po’ perplesso
Sono pienamente d’accordo col sottotitolo “tutto si rompe (prima o poi)”.
L’ho scritto e riscritto su questo blog: la roba si rompe, personalmente da quando giro in fissa ho spaccato una pedivella, un cerchio e il carrello di una sella, più camere, copertoncini (uno aperto in skid con conseguente esplosione della camera e scintille del cerchio che raschiava sull’asfalto) e catene.
Ma quello che è scritto nell’articolo è inaccettabile, che un telaio duri 2-5 anni non va bene, specie si stiamo parlando di roba che costa 2 mila euro o giù di li.
La mia teoria è che siccome tutto si rompe è meglio spendere qualcosa in più per del materiale che duri una vita (o quasi).
Il bello della fissa è che c’è talmente poca roba che ben poco è a “rischio scadenza”, d’altra parte molti di noi viaggiano su telai e componenti che facilmente hanno più di vent’anni … in pratica ci sono fissati che girano su bici che hanno più anni di loro.
Quindi prendetevi la bici giusta, montatela bene e non preoccupatevi di dover cambiare nulla per i prossimi 20 anni e forse più J


giovedì, giugno 13, 2013

Big board Vs small board

Ho 2 tavole, entrambe Lush, una Kilima da 42” e una Tula da 29”, vecchie di qualche annetto, quale va meglio in città?
La Kilima è una drop through ( i trucks sono montati attraverso la tavola) da freeride lunga 44” montata con trucks invertiti da 190mm e ruote larghe e squadrate da 72mm x 52mm di contact patch e durezza 80A
La Tula è una cruiserino con la giusta quantità di kicktail lunga 29” montata trucks convenzionali da 125mm entrambe wedgeati e ruote da 62mm poco più di un paio di cm di contact patch e durezza 78A.
Il modo migliore di spostarsi in città, almeno la mia città è utilizzare al massimo le disastrate ed improvvisate piste ciclabili, insieme ad un bel po’ di marciapiede e ove possibile la strada.
Per questo sistema di spostamento le tavole devono essere molto valide in pushing, ovvero l’azione di spingere col piede dietro, per far questo, specie se non si è grandi skater, torna utile che la tavola sia bassa rispetto al terreno.
Da scariche la Kilima è più alta perché ha molto ponte, ma è anche più flessibile, con me sopra l’altezza dal suolo di entrambe le tavole è equivalente.
Il tavolone è ovviamente più stabile in spinta, ma pesa di più e le ruote larghe fanno molto attrito sull’asfalto, su una superficie perfetta l’agile e leggero cruiserino si spingerebbe forse anche meglio.
MA le strade non sono perfette, anzi, piene di buche, cambi di asfalto e disastri vari.
In queste condizioni la combinazione di dimensioni ed inerzia (e flex) permette alla Kilima di trasformarsi in un vero schiacciasassi (con la dovuta attenzione e velocità si attraversano anche le rotaie del tram).
In teoria il kicktail permetterebbe ad un rider esperto di saltare gli ostacoli, o quantomeno di alzare/alleggerire l’anteriore per facilitare il superamento degli stessi, ma in pratica quando ci si trova a dover passare su tratti lunghi metri di asfalto spaccato e pavè, risulta impossibile da utilizzare e in molte (troppe) condizioni le ruote da 62mm non ce la fanno a scorrere.
Dove la piccola Tula è vincente è nelle curve strette, praticamente gira in un francobollo, con in più la possibilità di eseguire, se necessario, kickturns, mentre il “barcone” Kilima è lento e ingombrante.
Chi vince?
Per andare da A a B, indubbiamente il tavolone da freeride è molto meglio, una distanza di 5Km in città si percorre agevolmente in 25 minuti senza sudare.
La tavoletta ha dalla sua le dimensioni, si può portare dappertutto, quindi la vedo meglio in combinata treno/auto/metro, per distanze più brevi.

In entrambe i casi sono necessarie un po’ di modifiche da effettuare nel prossimo futuro.

martedì, giugno 11, 2013

Al lavoro in bici: #4 – Considerazioni e psicologia

Non ne parla nessuno, ma arrivare al lavoro in bici, spostarsi a pedali è qualcosa che viene visto un modo ancora un po’ strano dalla maggior parte della popolazione.
Se ti presenti al lavoro in auto nessuno prenderà posizioni particolari su di te, è normale, ma in bici …
Ho iniziato il lavoro che attualmente svolgo lo scorso settembre e dal secondo giorno mi sono presentato in bicicletta.
Ovvio che come nuovo collega avevo tutti gli occhi puntato su di me, oltretutto la mia è una posizione completamente nuova, quindi c’erano molte aspettative (in buona parte sbagliate, ma questo è un altro discorso, interno all’azienda, che non ha nulla a che fare con la bici).
A meno che ci sia già altra gente che usa la bici, il ciclista viene visto non benissimo, nella migliore delle ipotesi l’arrivare in biciclette è considerato qualcosa di strano e buffo, probabilmente ci sarà un po’ di diffidenza.
Per quanto mi riguarda ho scoperto che alcuni colleghi erano preoccupati che io fossi un esaltato ecologista/animalista/contrario alle auto e alla tecnologia o cose del genere.
La cosa fondamentale è:
1-      Battersene di cosa pensano gli altri.
2-      Far continuamente passare il messaggio che l’uso della bici è assolutamente normale.
3-      Evitare, almeno all’inizio, di fare attivismo pro bici o cercare di fare proseliti tra i colleghi.
4-      Comportarsi in maniera inappuntabile al lavoro, non arrivare in ritardo, MAI
5-      Non ammalarsi

Vedrete che nel giro di qualche mese, dopo che tutti gli automobilisti saranno, prima o dopo, arrivati in ritardo per motivi di traffico, tranne voi, dopo che tutti si saranno ammalati, tranne voi, molti cambieranno punto di vista sull’uso della bicicletta.

venerdì, giugno 07, 2013

Usate lo skateboard

Lo dicono anche i politici, non sanno che lo skate per la legge italiana non può essere usato in strada, ma lo dicono lo stesso.
Cercando in rete si trova veramente poco, praticamente nulla, sull’utilizzo urbano dello skate come mezzo di trasporto.
Ovviamente ci sono innumerevoli informazioni sullo skate inteso come trick e freestyle, qualcosa come freeride e downhill, ma in urbano niente.
L’unico utilizzo da trasposto che si trova sono video di assurdi viaggi di centinaia di chilometri sulla tavola in giro per il mondo, affascinante, seppur completamente slegato dal contesto cittadino.
D’altra parte la situazione è la stessa con le bici, tante informazioni, tanti bei video di gare e competizioni, di trick e divertimento, ma sul commuting si trova poco e quello che si trova è più che altro politica sui vantaggi dell’utilizzo della bici etc.
Risultato: visto che non lo fa nessuno e non si trovano informazioni pare che la cosa non possa funzionare.
E invece no.
Su percorsi brevi, sotto i 5Km, penso che lo skate giusto abbia molto da dire.
Pensate solo quante volte, da automobilisti, siete stati costretti a parcheggiare a 1 Km dal luogo dove volevate andare.
O che la destinazione X non è servita da nessun mezzo pubblico, certo ci sarebbe la metro comoda e veloce, ma la stazione è a un paio di chilometri.
Oppure devi comprare una cosa al volo in un negozio che non è proprio sotto casa, ma a qualche isolato di distanza.

Nei primi casi trasportare la bici può essere da scomodo a impossibile, nell’ultimo, tra lega/slega uno sbattimento inutile.

mercoledì, giugno 05, 2013

Al lavoro in bici: #3 – La Bici

Solo al terzo punto viene la bici, perché ritengo che tutto calcolato non sia la cosa fondamentale.
Se dovete arrivare in giacca e cravatta, il capo ha il SUV, l’azienda è a 30Km da casa e ci si arriva solo passando dalla tangenziale, la bici non conta, andare al lavoro pedalando è semplicemente impossibile.
Se la ditta è a meno di 5km, tutti su comoda pista ciclabile, i colleghi si vestono in jeans e scarpe da ginnastica, anche una Graziella scassata con ruote da 20” è perfetta.
Ovviamente una bici veloce e comoda è meglio, non è detto che un mezzo sia per forza migliore di un altro, anzi uno dei punti fondamentali è che la bici che scegliete vi deve piacere, punto.
Giusto qualche consiglio.
La bici da corsa super performante che va tanto bene nel weekend potrebbe non essere la scelta migliore per uso quotidiano.
Se volete usare la bici tutti i giorni, accessori come luci e parafanghi sono indispensabili; gomme robuste e borse stagne molto utili.
Prima di impazzire alla ricerca della bici definitiva per utilizzo urbano, iniziate a usare quello che avete, solo percorrendo le strade cittadine potrete capire quale è la soluzione migliore.

(ps: la foto è stata scattata a Stoccarda, a qualche centinaio di metri dalla ditta per cui lavoro, da notare cosa  usano all’estero per andare al lavoro e soprattutto come legano le bici)

lunedì, giugno 03, 2013

Armi, leggi e incidenti

Qualche tempo fa si è fatto un gran parlare sulla notizia che negli Stati Uniti un bimbo aveva sparato alla sorella con un fucile regalatogli dai genitori.
Scandalo, tutti a scagliarsi contri gli americani cattivi e contro le armi che uccidono.
Premesso che la morte di chiunque è un fatto gravissimo, da statistiche è dimostrato che per un bimbo degli Stati Uniti è molto più pericoloso avere una piscina in giardino che un fucile in casa, incredibilmente infatti sono molte di più le morti domestiche per annegamento che per incidente con armi.
Solo che nessuno si sognerebbe mai di bloccare la vendita delle piscine ai privati.
Già, il genitore medio di solito porta il bimbo a nuotare e sogna la piscina in giardino (che non ha dato che vive in appartamento), molto raramente è un appassionato di armi e porta il pupo a sparare la domenica, quindi è più facile pensare che le armi siano da vietare e l’acqua no.
Per lo stesso motivo si continua a pensare che le auto non siano assolutamente pericolose, mentre ci si scandalizza per una singola morte negli USA non si preoccupa minimamente del fatto che OGNI GIORNO un automobilista distratto/ubriaco uccide “per sbaglio” qualcuno.

Poco importa se è un ciclista, un pedone, dei ragazzi che aspettano l’autobus per andare a scuola, una mamma con bimbi in passeggino che attraversa sulle strisce pedonali; si tratta di persone che stavano facendo la loro tranquilla vita e ora non ci sono più, colpevoli di non essere su un “protettivo” SUV al momento dell’incidente.