lunedì, febbraio 06, 2012
Due e-mails e il senso della fissa in Italia
Nello scorso weekend mi sono arrivate 2 mails che, nella loro diversità, descrivono alla perfezione la situazione della fissa in questo paese.
La prima è di un semplice appassionato: "volevo chiedere consiglio su quali posti o negozi concentrarsi per comprare componenti come selle, manubri o pedali.. ovviamente più sono usati, economici e 'vintage' meglio è per me!"
Si capisce che l'unico e solo interesse è spendere poco; il "vintage" non è legato a produzioni del glorioso passato, ma solo alla volontà di pagare preferibilmente nulla degli ottimi pezzi venduti a prezzi da spazzatura.
La comodità e la bellezza della fissa è subordinata al prezzo stracciato.
La seconda mail è dell'ennesimo "atelier della fissa" che annuncia la sua nuova produzione di splendide biciclette simildepoca, con particolari in cuoio fintovintage; la presentazione abbonda di termini quali "alta sartoria, "forte personalità", "oggetto iconico".
La bici fissa è vista semplicemente come l'ennesimo indispensabile oggetto di moda, la funzionalità è messa in secondo piano rispetto all'estetica esclusiva.
La bicicletta urbana è, per me, innanzitutto, prima di ogni altra cosa, un cazzo di mezzo di trasporto, la fissa è di moda perchè i bike messenger hanno iniziato ad usarla e lo hanno fatto perchè era veloce e semplice da usare nel traffico.
La fissa è figa perchè qualcuno la ha scelta come efficace mezzo di lavoro.
Negli anni '80, negli Stati Uniti, le Timberland le usavano gli operai che facevano i lavori sulle strade perchè eran comode e robuste.
Qui in Italia le compravano, quelle originali, i paninari per fare i fighi e far vedere che avevano i soldi, mentre gli sfigati cercavano delle similtimberland a poco prezzo al mercato per cercare di scimmiottare i panozzi; che gli scarponcini Timberland fossero delle ottime calzature non fregava un cazzo a nessuno.
Con la fissa purtroppo la situazione, a distanza di 30 anni, è uguale.
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6 commenti:
e allora perchè andiamo a fare le alleycat con i cappelini campagnolo invece che col casco? :)
boh, io ho il casco, il cappellino sotto lo uso perchè cos assorbe il sudore e le spugne del casco stesso non si rovinano
Da un pò che non ci sentiamo/vediamo.
Ho trovato interessante questo:
http://www.repubblica.it/cronaca/2012/02/08/news/appello_salviamo_i_ciclisti-29546045/?ref=HREC2-66
Bella l'osservazione di Stefano!.
La natura umana è la stessa da millenni: pensiamo alla figura fuori tempo massimo di Don Quixote.
Aveva tutto o almeno pensava di avere tutto per fare il cavaliere, senza pensare che i cavalieri come da lui intesi non esistevano più. L'importante era però averne l'aspetto e forse, il sentimento.
Se ad una alley ti presenti vestito come per una granfondo? Ti guardano storto! O ad una granfondo vestito con i pantaloncini freeride, la maglietta Cinelli, le Puma e le gabbiette? Non ti fanno partire!
Ogni ambiente sociale è una piccola parrocchia che si riconosce nei suoi aspetti esteriori e in taluni casi questo è sancito da regolamenti.
Che il business mangi ogni cosa...ormai è storia nota (vedi il film Premium Rush).
La fissa è bellissima e lo capisci solo usandola, ma la cosa importante è il concetto di autonomia che la bici da'. Che sia fissa o con 30 rapporti.
Mi dispiace che tutto sia andato a scapito della cultura della Fissa e della sicurezza. I neo-ciclisti fighi probabilmente non hanno interesse alle prescrizioni del codice della strada. Comunque sia e bene che la bici stia ritornando per la strada, ad essere quello che è, un mezzo di trasporto, anche grazie alla moda.
Da tanti anni sono in giro ciclisti con pseudo-MTB super ammortizzate (o fintoammortizzate da centrocommerciale) per andare in città con il seggiolino tutto giù e le ginocchia in bocca.
hai ragione.
la differenza però è fra chi la bici la usa e chi no.
mi spiego: io preferisco la persona che spende 2000 euro per una meravigliosa e raffinata bici e che la usa spesso, al posto dell'auto, a quello che si fa la fissa di recupero, ma la usa pochissimo, perchè fa freddo o c'è la neve.
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