Prendo spunto da questo articolo per un paio di considerazioni.
http://www.corriere.it/ambiente/11_ottobre_20/rodi-le-bici-nelle-citta-italiane_d5f78d94-f7fe-11e0-8d07-8d98f96385a3.shtml
Per fortuna si scrive che le ciclabili da sole non bastano, ma, come spesso succede, si parla solo di viabilità e di numero di auto, di incentivare genericamente l'utilizzo della biciclette, come fanno all'estero, senza dire poi come fanno, e intanto io ho sempre l'impressione che chi scrive la bici in città non la usa e non abbia la minima idea di cosa voglia dire usarla.
Ipotizziamo che il signor Rossi decida un bel giorno di usare la bici per andare al lavoro, si studia bene il percorso, riesce anche ad usare per un tratto le ciclabili e alla fine, se è tutto in città probabilmente scopre che ci mette anche meno tempo rispetto all'utilizzo dell'auto.
Come tutti i giorni il Sig Rossi vi veste ed esce di casa, solo che questa volta prende la bici invece della macchina e dopo una mezz'oretta (voglio essere buono) arriva davanti all'ufficio.
Qui scopre il primo problema, dove parcheggia la bici?
Aveva pensato che fosse tutto più facile ora, basta legarla ad un palo, ma dove?
Non è raro che di pali non ce ne siano, se ce ne sono magari la bici intralcia il passaggio dei pedoni, e se la mette dutti i santi giorni nello stesso posto all'aperto non è che poi la rubano?
Per intanto la bici viene lucchettata ad un generico palo, sperando di trovarla ancora alle 17.30.
A questo punto il Sig. Rossi si accorge di un secondo particolare legato all'attività pedalatoria, è piuttosto sudato.
Il che sarebbe normale e facilmente risolvibile se ci fosse in azienda un locale dove, non dico farsi una doccia, ma almeno darsi una sistemata e cambiarsi la maglietta, ma purtroppo non c'è, non c'è un armadietto dove mettere un cambio pulito e soprattutto l'abbigliamento in ufficio è piuttosto formale ed è gradita la giacca e la cravatta.
A questo si aggiunge che, dal momento che non lo fa nessuno, l'utilizzo della bici è visto con sospetto e bollato come atteggiamento strambo.
Risultato: dopo un paio di volte il sig. Rossi, a meno che non sia veramente un duro, abbandona la bicicletta relegandola all'utilizzo domenicale nei parchi cittadini.
Il sig. Rossi ha un collega, il sig. Bianchi, recentemente trasferito alla sede di Copenhagen; ciclabili a parte, il palazzo dove lavora è dotato di parcheggio bici coperto nel sotterraneo, ci sono docce ed armadietti, l'ambiente è molto rilassato, tutti sono vestiti come cazzo gli pare, e soprattutto i colleghi lo guardano strano perchè arriva in ufficio in automobile mentre tutti gli altri usano la bici.
E sono le aziende stesse che incentivano l'uso della bici, non c'è una legge danese che le obbliga, perchè se i dipendenti non spendono i soldi per auto e benzina per andare al lavoro, alla fine è come se a fine mese ricevessero in busta dei soldi in più per cui l'azienda non deve spendere un solo centesimo, e se tutti dicono che c'è la crisi, quei cento euro in più risparmiati di stipendio potrebbero fare molto comodo.
No, aspetta, mentre lo scrivo ho capito il trucco, l'azienda non spende un centesimo, quindi neppure di tasse, ecco perchè alla fine non c'è acun interesse a spingere veramente l'utilizzo delle bici, e poi lo stato (con la s minuscola) come campa senza i soldi delle tasse su stipendio, benzina, etc?
lunedì, ottobre 31, 2011
mercoledì, ottobre 26, 2011
Parafanghi
Scherzi a parte, i parafanghi sono un utilissimo accessorio per la bici urbana, ce ne sono di diversi tipi, da quelli in alluminio montati sulle vecchie bici "da uomo" e "da donna" a quelli in plastica che si montano e smontano in pochi secondi.
Questi ultimi sono indubbiamente quelli più comodi per le fisse che nel 99% dei casi non hanno alcuna predisposizione a montare altro, i più diffusi sono sicuramente quelli della SKF che si trovano ovunque, anche al Decathon.
Con l'utilizzo però questo fatto dell'attacca e stacca sinceramente non è così comodo.
Il primo apparente vantaggio è che li usi quando serve e non ti porti roba inutile dietro (che poi è il senso della fissa), peccato che l'estate scorsa in questo modo mi sono lavato per 3 giorni di seguito causa tempo molto variabile con repentini passaggi da sole a pioggia.
Certo si possono montare anche se non servono, ma , vista la facilità di smontaggio, diventano un po' troppo a rischio furto.
Estrema ratio, qualcuno se li autocostruisce con bottiglie o altri pezzi di plastica e fascette da elettricista, poca spesa, tanta resa, anche se il risultato spesso non è eccezionale, specie per il posteriore dove serve una struttura piuttosto lunga e difficilmente si trova aggratis del materiale abbastanza rigido, quello della foto trovata in rete sembra carino, ammesso che poi stia fermo durane il normale utilizzo.
Ma se alla fine di tutti questi ragionamenti, quei buchi per i freni sul telaio che tanto non usiamo potessere rendersi utili proprio per il montaggio semidefinitivo di economici parafanghi in plastica?
Qualunque sia la soluzione scelta, una cosa è certa, quando piove oltre ai parafanghi fondamentale è avere una borsa con le palle assolutamente stagna, che i vestiti si asciugano, il ciclista pure, ma carta e dispositivi elettronici si fa un po' fatica ad usarli bagnati.
Questi ultimi sono indubbiamente quelli più comodi per le fisse che nel 99% dei casi non hanno alcuna predisposizione a montare altro, i più diffusi sono sicuramente quelli della SKF che si trovano ovunque, anche al Decathon.
Con l'utilizzo però questo fatto dell'attacca e stacca sinceramente non è così comodo.
Il primo apparente vantaggio è che li usi quando serve e non ti porti roba inutile dietro (che poi è il senso della fissa), peccato che l'estate scorsa in questo modo mi sono lavato per 3 giorni di seguito causa tempo molto variabile con repentini passaggi da sole a pioggia.
Certo si possono montare anche se non servono, ma , vista la facilità di smontaggio, diventano un po' troppo a rischio furto.
Estrema ratio, qualcuno se li autocostruisce con bottiglie o altri pezzi di plastica e fascette da elettricista, poca spesa, tanta resa, anche se il risultato spesso non è eccezionale, specie per il posteriore dove serve una struttura piuttosto lunga e difficilmente si trova aggratis del materiale abbastanza rigido, quello della foto trovata in rete sembra carino, ammesso che poi stia fermo durane il normale utilizzo.
Ma se alla fine di tutti questi ragionamenti, quei buchi per i freni sul telaio che tanto non usiamo potessere rendersi utili proprio per il montaggio semidefinitivo di economici parafanghi in plastica?
Qualunque sia la soluzione scelta, una cosa è certa, quando piove oltre ai parafanghi fondamentale è avere una borsa con le palle assolutamente stagna, che i vestiti si asciugano, il ciclista pure, ma carta e dispositivi elettronici si fa un po' fatica ad usarli bagnati.
lunedì, ottobre 24, 2011
Assurdità
Da circa 4 mesi non frequento più fixed forum, un po' mi spiace perchè l'ho visto nascere e ci dovrei fare anche il moderatore, ma non sopporto più leggere certe cose.
Domenica ci sono passato distrattamente e l'attenzione mi è caduta su questo post:
http://www.fixedforum.it/forum/topic/17795-parafanghi-o-non-parafanghi/page__pid__244234#entry244234
diciamo che non mi è caduta solo l'attenzione, anche le balle.
Ma come cazzo si fa a ragionare in questo modo: "rovinare una linea così minimale così tanto ricercata (almeno nel mio caso) con due pezzi di plastica che si attaccano al telaio e al reggisella mi da un pò fastidio" ovvero, non metto i parafanghi e sto col culo bagnato, perchè poi la bici è esteticamente meno bella.
In passato ho posto particolare attenziona all'estetica della mia bicicletta, avevo un Vigorelli tutto tirato con l'Aerospoke e i componenti in tinta, MA mai e poi mai ho pensato che l'immagine mi impedisse di avere una bici funzionale, ancor meno che la bicicletta fosse più importante della mia persona.
Sul Vigorelli, in caso di pioggia i parafanghi li ho sempre messi, punto, perchè è stupido, ma veramente stupido bagnarsi per questioni di estetica, cazzo sei più bello relativamente asciutto coi parafanghi oppure fradicio, ma con la bici perfetta?
E poi scusate, ma chi cazzo vi guarda la bici?
La bici urbana (fissa oppure libera) può essere TUTTO, ma prima di ogni cosa deve essere un funzionale mezzo di trasporto, se non lo è che senso ha?
martedì, ottobre 18, 2011
Fixkin per UBM
L'amico Stefano Fixkin voleva testare le sue nuove creazioni; chi meglio del buon Matteo, messenger milanese di UBM poteva veramente mettere a dura prova questi mozzi?
Queste le sue parole.
"Ormai sono un po' di mesi che uso un mozzo posteriore fixkin e devo dire che si è rivelato ottimo.
La prima sensazione è stata quella di sentire la ruota più rigida e più reattiva nonostante i 32 fori e ha una scorrevolezza stupefacente. Nel corso dei mesi ha confermato le prime impressioni.
Nel corso dei mesi non ha fatto una piega nonostante l'alto stress a cui lo sottopongo. Un centinaio di km al giorno tra pavè, asfalto, sterrati e in qualsiasi condizioni meteo con veramente il minimo della manutenzione (catena lercia dopo una giornata di diluvio con catena ben tesa e scorreva come un fuso).
Le brugole che lo stringono ai forcellini sono ottime e in un solo caso sono slittate perdendo pochi millimetri e facendo smollare la catena, ma per una mia mancanza.
Ottimo prodotto."
lunedì, ottobre 17, 2011
Riciclo impossibile
Utilizzare la bici per gli spostamenti urbani dovrebbe anche rappresentare un aiuto per non danneggiare oltremodo l'ambiente, un altro dovrebbe essere la cultura del riciclo.
A me sembra però che tutta questa attenzione per l'ambiente si traduca in tante belle parole e ben pochi fatti.
Qualche giorno fa mi è capitato di dovermi fermare in autogrill in autostrada, all'interno del frigo contenente le bottiglie di bibite, chiaramente aperto con conseguente uscita del freddo e aumento sproporzionato dei consumi elettrici, c'era un simpatico cartello che invitava a riciclare i contenitori di plastica, latta e vetro.
Servitevi pure di bevande, ma poi, mi raccomando, attenziona a buttarle negli appositi contenitori per il riciclo.
Bene; peccato che all'interno del suddetto autogrill non erano assolutamente previsti contenitori per la raccolta differenziata, ma solo generici cestini col sacco nero all'interno, anche fuori nel piazzale la situazione era identica.
Dubito che qualcuno consumi all'interno del locale e si porti a casa i rifiuti per smaltirli correttamente, per cui il cartello si tramuta in una totale presa in giro, mi inviti a riciclare, ma mi impedisci di farlo.
Rimango dell'idea che prima di pensare al riciclo sarebbe meglio pensare a consumare di meno e a produrre meno rifiuti.
giovedì, ottobre 13, 2011
Reality Sucks
La realtà fa schifo, ma per fortuna, se sei uno studente e sei costretto a spostarti in bici perchè non hai i soldi per un'automobile, General Motors ti fa un bello sconto per comprarne una, magari un gigantesco pickup.
Smetti di pedalare, inizia a guidare.
Si, la realtà fa schifo, fa schifo passare ore bloccati nel traffico, per fortuna le biciclette non fanno schifo, bastano poche centinaia di euro per una bici Giant e vaffanculo ai costi della benzina.
Smetti di guidare, inizia a pedalare!
mercoledì, ottobre 12, 2011
Le ciclabili
Spesso quando si parla di utilizzo della bici nel Nord Europa viene fuori il discorso delle ciclabili.
Si, è vero, la usano la bici perchè hanno le piste ciclabili, ma non sono SOLO le ciclabili che fanno la differenza, è la testa.
Quando sono uscito dall'albergo di Amburgo a piedi ho notato che sul marciapiede c'era una zona grigia e un'altra grigio-rossiccia, nessuna indicazione su cosa servisse a cosa, conoscendo la sitazione a Torino il primo pensiero è che avessero fatto dei lavori stradali e che semplicemente avessero usato un diverso materiale per ricoprire i buchi.
Dopo un po' di cammino, e dopo aver rischiato un incidente con una tipa in bici, ho scoperto la che parte rossiccia era la ciclabile.
Le piste ciclabili ad Amburgo sono, per lo più, tracciate sui marciapiedi solo che, al contrario di Torino dove sono rosso acceso, perfettamente segnalate e piene di pedoni, cani, passeggini, ma anche alberi e pali della luce; qui sono rosso spento, non segnalate e, turisti a parte, assolutamente sgombre e libere.
Questo succede perchè le persone, oltre ad essere un po' più attente alle leggi ed al prossimo, considerano la bici un NORMALE mezzo di trasporto, con i suoi diritti e doveri.
Così come nessuno cammina in mezzo alla strada rischiando di essere investito dalle automobili, nessuno cammina sulla ciclabile rischiando di essere investito da una bicicletta, punto.
NON è necessario in Italia fare le ciclabili segnalate, protette, rialzate, colorate, basta che quelle che ci sono (e dovrebbero essercene di più) vengano usate dai ciclisti e basta!
Si, è vero, la usano la bici perchè hanno le piste ciclabili, ma non sono SOLO le ciclabili che fanno la differenza, è la testa.
Quando sono uscito dall'albergo di Amburgo a piedi ho notato che sul marciapiede c'era una zona grigia e un'altra grigio-rossiccia, nessuna indicazione su cosa servisse a cosa, conoscendo la sitazione a Torino il primo pensiero è che avessero fatto dei lavori stradali e che semplicemente avessero usato un diverso materiale per ricoprire i buchi.
Dopo un po' di cammino, e dopo aver rischiato un incidente con una tipa in bici, ho scoperto la che parte rossiccia era la ciclabile.
Le piste ciclabili ad Amburgo sono, per lo più, tracciate sui marciapiedi solo che, al contrario di Torino dove sono rosso acceso, perfettamente segnalate e piene di pedoni, cani, passeggini, ma anche alberi e pali della luce; qui sono rosso spento, non segnalate e, turisti a parte, assolutamente sgombre e libere.
Questo succede perchè le persone, oltre ad essere un po' più attente alle leggi ed al prossimo, considerano la bici un NORMALE mezzo di trasporto, con i suoi diritti e doveri.
Così come nessuno cammina in mezzo alla strada rischiando di essere investito dalle automobili, nessuno cammina sulla ciclabile rischiando di essere investito da una bicicletta, punto.
NON è necessario in Italia fare le ciclabili segnalate, protette, rialzate, colorate, basta che quelle che ci sono (e dovrebbero essercene di più) vengano usate dai ciclisti e basta!
martedì, ottobre 11, 2011
Lucchettaggi folli 6
Vista la scorsa settimana a Milano, il lucchetto, già di per se abbastanza "leggero", è fissato sulla leva freno, in pratica solo il cavo del freno posteriore assicura la bici alla cancellata, cavo freno che è possibile rimuovere agevolmante dal corpo leva anche senza attrezzi.
In compenso ci sono altri 2 lucchetti sempre a cavo arrotolati sul manubrio non utilizzati.
lunedì, ottobre 03, 2011
San Marco Urban Performance
Le selle delle fisse sono sempre state associate a prodotti d'epoca o similtali, come le Brooks o le San Marco Vintage, selle che, discorsi di comodità a parte, sicuramente stanno bene su un telaio in acciaio con le congiunzioni, ma stonano su un mezzo leggero e performante in alluminio e carbonio.
Per questo motivo se si vuole una bici leggera, è meglio montare qualcosa pensato per la bici da corsa, magari un po' più anonimo, ma decisamente più adatto.
San Marco, una delle realtà mondiali più attente al mondo della fissa, ha lanciato una nuova serie denominata "Urban Performance", utilizzando lo stesso design dei modelli più race della casa, ma con rivestimenti più accattivanti.
La eccezionale sella Zoncolan, top di gamma, è offerta nella versione Urban Performance con rivestimento di pelle colore marrone miele o scamosciata nera, ma scommetto che presto vedremo modelli colorati come quelli per la Concor del BFF, e rispetto alla suddetta Concor costa uguale e pesa 100 grammi in meno, ogni culo ha la sua sella, ma sulla carta è indubbio che la Zoncolan sia un prodotto vincente.
Insomma se state cercando la vostra prossima sella, io la Zoncolan UP nera ce l'ho già.
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