Sabato dovevo andare in centro, inoltre mi sarebbe piaciuto passare in alcuni negozi, niente di urgente e fondamentale, anzi, a dirla tutta non c'era nessuna necessità di toccare tutti i punti se non, ovviamente, quelli di partenza ed arrivo.
Torino è una città quadrata, se la partenza e l'arrivo sono orientati a 45° rispetto alla griglia e sono abbastanza lontani ci sono infinite possibilità per andare a A a B; da casa mia al centro cittadino le condizioni sono perfette, così, senza particolare urgenza, ho lasciato che fosse il flusso del traffico a portarmi in giro sia all'andata che al ritorno limitandomi ad assecondare il colore del semaforo e la possibilità di andare dritto, a destra o a sinistra cercando di fermarmi il meno possibile e ovviamente senza mai mettere un piede a terra.
La senzazione è quella "giusta", non di un oggetto estraneo al traffico, ma di un pesce nell'acqua che nuota tranquillo lasciandosi, se necessario, semplicemente trasportare dalla corrente.
Unisci i puntini, solo che al contrario dei giochini sulla settimana enigmistica, qui non ci sono numeri da seguire, è il flusso che decide il disegno, devi solo seguirlo, ne verrà fuori un'opera d'arte, invisibile, tracciata nel nulla, semplicemente bellissima.
"Non ci interessa un improbabile mondo utopico senza auto, solo di pedali. Il traffico noi vogliamo sfidarlo con un esile telaio, sopravvivere e sopraffarlo. Ci serve per superare i limiti". Non è il mio pensiero ma una citazione. Non è Massa Critica, forse puro pensiero Fisso.
RispondiEliminaCiao, condivido quanto dici, a me piace applicare questo principio "del quadrato" anche negli incroci: ovvero percorrere (al contrario di come si fa in auto) i due lati adiacenti sulle strisce pedonali nel verso di dove trovi il verde. In questo modo non metti mai il piede a terra.
RispondiEliminaPurtroppo questo modo di viaggiare è spesso mal visto dai pedoni,
però è anche più sicuro per te stesso.
MARCO
ai semafori si sta in surplace, non si gironzola in giro!!
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