giovedì, aprile 12, 2012

La Stampa e lo scatto fisso

La Stampa di Torino è riuscita a mettere insieme una pagina sulla fissa, che, a parte le parole di Angelo dei 10Cento, più che una pagina informativa è un immane coacervo di cazzate.
http://www3.lastampa.it/costume/sezioni/articolo/lstp/449716/
Io dovrei essere felice che la stampa dedichi dello spazio alla mia passione, ma quando leggo queste cose mi chiedo se non sarebbe meglio tacere.
Uno che si spaccia per giornalista e definisce bicifissa del "mitico" Aldone una associazione significa che non ha neppure capito la differenza tra un blog e una associazione; forse, ma dico forse, dovrebbe cambiare mestiere.
Uno spunto di riflessione: tutte le volte che mi capita di leggere su autorevoli testate di un argomento che conosco molto bene e di cui, mi rendo conto, il giornlista non sa assolutamente nulle, mi domando se tutte le altre notizie che sono scritte in quelle pagine abbiano lo stesso grado di attendibilità ... nullo.
Continuiamo a pedalare che è meglio.

6 commenti:

  1. Bhe è un classico, tantissimi articoli su argomenti un po' specifici come sport o mode particolari, sono pieni di cazzate. In tutti questi casi, in cui non c'è un'azienda che consegna la cartella stampa al giornalista di turno, che la prende e la copia pari passo nell'articolo, le cagate sono all'ordine del giorno.
    Mi ricordavo di questa:
    http://archivio.grazia.it/people/vittorio-brumotti-pedala-anzi-vola
    per fare quella punto ci sono diversi tiri di arrampicata dal 6A al 6B, secondo voi uno ci va in bici?!?
    Forse il problema sono le redazioni, che chiedono ai giornalisti articoli dei più disparati argomenti senza dargli il tempo di documentarsi in modo idoneo. Per non parlare dei giornalisti freelance che vengono pagati dai 10 ai 20 euro a pezzo, come fai a documentarti con un rimborso spese del genere?

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  2. io comunque vorrei tesserarmi con la tua associazione

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  3. ...è qui che ci si iscrive all'associazione delle biciclette strane? Quelle che se ti fermano ti fanno 150€ di multa?...
    Ho già litigato con un giornalista che scrisse un pezzo sul "movimento" a scatto fisso di Ravenna...riescono a sbagliare anche quando gli dici cosa scrivere! Incredibile!

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  4. Ciao mitico Aldone,
    io lavoro in un ufficio stampa, quindi, ti posso dire con assoluta franchezza, che la quasi totalità dei giornalisti italiani, escludendo solo quelli che vengono dalla vecchia scuola, e che purtroppo ci stanno abbandonando uno dopo l'altro (Bocca, Mafai etc.), non capiscono un c***o di nulla ma scrivono di tutto e su tutto.
    Addirittura, quando mi sono permesso di sottolineare la tristezza di questa diffusa pratica, mi sono sentito rispondere, da autorevoli esponenti del "moderno giornalismo", che saper scrivere di tutto è un pregio.
    I Giornalisti veri, quelli che stanno piano piano sparendo, sono stati sostituiti con schiere di ignoranti specializzati nella scienza della comunicazione.
    I loro credo sono il copia e incolla, il corri corri che usciamo primi ed il basta che se ne parli.
    Pedaliamo...
    Alessandro

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  5. Anonimo11:40 PM

    "il 22 aprile, con o senza freni, ma comunque con lo scatto fisso, si ritroveranno al via della quinta edizione della Milano-Torino"

    3 regole ci sono, solo 3...

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  6. Il problema è che ormai le notizie e di conseguenza il giornale è un prodotto, e come tale va venduto. Poco importa seè reale oppure no, poco importa se una storia viene raccontata bene o male, l'importante è che viene raccontata come il consumatore vuole sentirla raccontare.Tutto qui.
    Io, nel mio mestiere purtroppo mi scontro con queste strategie di marketing oscene: poco importa se un prodotto è realmente ecologico, l'importante è colorarlo di verde per far pensare che sia ecologico magari corredato da una bella scritta ECO ( anche se poi si rimpo qualcosa si butta e si ricompra, e scusa ma cosa c'è di eco?). Bisogna raccontare il prodotto in modo tale che il consumatore pensi di non poterne fare a meno anche se vengono inventati bisogni totalmente inutili.
    La cosa più triste è che ormai noi tutti ci caschiamo: non interessano le critiche o le lodi, l'importante è far parlare.
    Una tristezza infinita per chi in quello che fa ci mette passione.
    Sono addolorato di questo schifo di mercificazione.

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