lunedì, giugno 06, 2011

Agli albori - conversioni base


Agli albori del movimento fisso, prima che diventasse una moda e prima che tutti producessero e vendessero bici fisse, c'erano solo 2 modi per avere una fissa.
Primo: trovavi una bici da velodromo, molto difficile.
Secondo: trovavi una vecchia bici da pista e la convertivi.
Oggi la conversione economica continua ad ancora molto senso.
E può essere veramente economica.
Per primo si trova una vecchia bici da corsa, piuttosto conciata, con catena ruggina, cavi e guaine da cambiare, cambi rovinati, etc, in modo da pagarla il meno possibile.
Successivamente si toglie tutto quello che non serve, nella migliore delle ipotesi, la ruota posteriore ha il mozzo filettato.
Semplicemente rimuovendo il pacco pignoni con annesso meccanismo di ruota libera, si ha una ruota pronta per avvitarci sopra un normale pignone pista ... quasi.
Quasi perchè la filettatura è troppo interna per cui è necessario smontare i distanziali e ricampanare la ruota allentando i raggi a destra e tirando quelli a sinistra in modo da avere il filetto più esterno ed in linea con la corona interna.
A questo punto con la semplice spesa di un pignone e di una catena da 1/8" (e eventualmente dei copertoncini/tubolari nuovi) si ha una fissa perfettamente funzionante.
Calcolato che pignone e catena costano circa 20 euro anche se il risultato non può competere con una vera bici da pista sembra comunque un ottimo investimento.
L'unico problema serio è che non essendoci sul mozzo una contrafilettatura per la ghiera, il pignone in fase di frenata si può svitare, certo si può mettere frenafiletti, colla, stringere a morte con il metodo Pettenella, inserire una ghiera da movimento centrale per chiudere maggiormente il tutto, ma il rischio rimane, meglio tenere un freno o trovare un sistema definitivo per fissare il pignone al mozzo ... soluzione nel prossimo post.

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