Il 2 giugno alle ore 21:00 e a seguire ... la notte bianca del fisso.
mercoledì, maggio 30, 2007
venerdì, maggio 25, 2007
Milano Violenta - le foto
Camilla ha messo sul suo sito una delle migliori pagine web di risultati di una gara che si siano mai viste:
http://www.somewheresometimes.com/love/race.htm
http://www.somewheresometimes.com/love/race.htm
Tracinando il mouse sui nomi si possono vedere le "foto segnaletiche" dei partecipanti, in alto a destra il link per lo slideshow delle foto della gara che trovate altrimenti qui:
http://picasaweb.google.com/myshameless/MilanoViolenta
Ci sono anche le foto di unotre su flickr:
http://www.flickr.com/photos/unotre/sets/72157600237749923/
Alla prossima alleycat race!
martedì, maggio 22, 2007
Trackstand, footdown e skids
Le garette delle Alleycats sono una figata, mentre nella "main race" corri in definitiva tutto solo, al massimo con uno o due compagni di pedalata, nelle "garette" c'è il pubblico, chi non partecipa urla e fa casino, si fanno foto, c'è un clima molto di festa tra amici, è bellissimo.
Un po' di spiegazioni.
Trackstand è la definizione inglese di surplace, non esiste un termine italiano se non "stai fermo con la bici".
I partecipanti devono rimanere immobili sulla bici, è permesso uno spostamento solo di pochi centimetri avanti e indietro, dopo 2 minuti chi è ancora in piedi deve staccare una mano dal manubrio, dopo altri 2 l'altra mano, altri 2 un piede, se qualcuno è ancora sulla bici dopo altri 2 minuti il secondo piede ed a questo punto è praticamente impossibile non cadere.
Vince ovviamente chi cade per ultimo.
Nel footdown i partecipanti pedalano tutti insieme formando un cerchio abbastanza stretto, lo scopo del gioco è far cadere gli altri concorrenti e rimanere l'ultimo a non aver messo il piede a terra; vale spintonare e sgomitare, ma mani e piedi devono rimanere sul manubrio e sui pedali.
La cosa può risultare po' violenta sabato qualcuno ha piegato il cerchio, io ho personalmente piegato il manubrio e più di uno è tornato a casa con escoriazioni, ma non bisogna dimenticare che lo scopo è soprattutto divertirsi :-)
To skid significa sgommare, questa gara si può fare solo con la fissa o se si è veramente malati con una ruota libera bloccando la ruota col piede in stile Ted Shred come Gianluca; si pedala a tutta velocità e arrivati ad una riga segnata sull'asfalto si bloccano i pedali, vince chi riesce ad arrivare più lontano con la ruota posteriore bloccata, semplice, no?
Un po' di spiegazioni.
Trackstand è la definizione inglese di surplace, non esiste un termine italiano se non "stai fermo con la bici".
I partecipanti devono rimanere immobili sulla bici, è permesso uno spostamento solo di pochi centimetri avanti e indietro, dopo 2 minuti chi è ancora in piedi deve staccare una mano dal manubrio, dopo altri 2 l'altra mano, altri 2 un piede, se qualcuno è ancora sulla bici dopo altri 2 minuti il secondo piede ed a questo punto è praticamente impossibile non cadere.
Vince ovviamente chi cade per ultimo.
Nel footdown i partecipanti pedalano tutti insieme formando un cerchio abbastanza stretto, lo scopo del gioco è far cadere gli altri concorrenti e rimanere l'ultimo a non aver messo il piede a terra; vale spintonare e sgomitare, ma mani e piedi devono rimanere sul manubrio e sui pedali.
La cosa può risultare po' violenta sabato qualcuno ha piegato il cerchio, io ho personalmente piegato il manubrio e più di uno è tornato a casa con escoriazioni, ma non bisogna dimenticare che lo scopo è soprattutto divertirsi :-)
To skid significa sgommare, questa gara si può fare solo con la fissa o se si è veramente malati con una ruota libera bloccando la ruota col piede in stile Ted Shred come Gianluca; si pedala a tutta velocità e arrivati ad una riga segnata sull'asfalto si bloccano i pedali, vince chi riesce ad arrivare più lontano con la ruota posteriore bloccata, semplice, no?
lunedì, maggio 21, 2007
Milano Violenta - fatta
Una corsa massacrante, un biglietto con i primi checkpoint consegnato 10 minuti prima della partenza, all'ultimo sarebbe stato consegnato un secondo biglietto con gli altri 3 e il punto di arrivo.
Gara tutta nel centro di Milano con i checkpoint impossibili da trovare anche per i Milanesi DOC, tutta nel pazzo traffico di un "tranquillo" sabato pomeriggio di shopping.
Con Roberto che era stato mio partner alla "Bulli e pupe" controlliamo la cartina, decidiamo di aggirare il centro per raggiungere il primo checkpoint, poi vedremo di volta in volta.
Con Roberto che era stato mio partner alla "Bulli e pupe" controlliamo la cartina, decidiamo di aggirare il centro per raggiungere il primo checkpoint, poi vedremo di volta in volta.
Partenza, spingo sui pedali, ho un problema alla gabbietta sinistra che si è storta nel pomeriggio, che palle, al primo checkpoint dobbiamo scrivere sul foglietto gli orari di apertura della banca, un po' di ressa, gli orari son dentro e non si leggono bene, via veloci verso via Torino, ormai una costante nelle gare milanesi, perdiamo un sacco di tempo a cercare una minuscola viuzza che non c'è neppure sulla cartina, siamo in 5 a chiedere ai passanti informazioni, finalmente dopo svariati tentativi la troviamo, perdo gli altri, mi dirigo spedito all'ultimo checkpoint della prima lista, ho capito bene dov'è e poi ci dovrebbe essere mia moglie con Coda, alla peggio le telefono sul cellulare, sulla strada incrocio un altro partecipante su una Magni cromata, penso che abbia già trovato il checkpoint e che sia ripartito con le nuove istruzioni e invece no, non lo trova, sul foglio c'è scritto "dietro" alla stazione della Metro, cazzo per dietro è inteso l'isolato dopo, trovato.
Secondo foglio, il primo check non lo conosco, gli altri 2 si, megli stare dietro al tipo della Magni, arrivati in zona Isola chiediamo e troviamo subito la via in cui ci dovrebbe essere un'altra banca da "controllare", la via è strettissima e stanno "smontando" il mercato, un furgone blocca la strada, scendiamo dalla bici ma non si passa neppure a piedi, che casino, riusciamo a scrivere gli orari e via verso il Planetario, sono in adrenalina, per uscire dal parco salto letteralmente giù dagli scalini con la fissa, al semaforo successivo un pedone rischia di brutto; prossimo punto: la Borsa.
Secondo foglio, il primo check non lo conosco, gli altri 2 si, megli stare dietro al tipo della Magni, arrivati in zona Isola chiediamo e troviamo subito la via in cui ci dovrebbe essere un'altra banca da "controllare", la via è strettissima e stanno "smontando" il mercato, un furgone blocca la strada, scendiamo dalla bici ma non si passa neppure a piedi, che casino, riusciamo a scrivere gli orari e via verso il Planetario, sono in adrenalina, per uscire dal parco salto letteralmente giù dagli scalini con la fissa, al semaforo successivo un pedone rischia di brutto; prossimo punto: la Borsa.
Troviamo l'americano che vaga per il centro e che si accoda con piacere alla nostra coppia, pochi isolati e un tram mi blocca la strada, perdo la Magni e raggiungo la Borsa con l'americano, sempre chiedendo informazioni ai passanti, trovata; si tratto solo di trovare l'arrivo, che sò essere in zona Navigli vicino alla partenza.
Chiedo ai ragazzi del checkpoint, ma sono romani amici di Andrea, l'unica indicazione che ottengo è che è a destra della piazza 24 Maggio, vado a ritrovare via Torino e sono di nuovo da solo, arrivato alla piazza, passo il naviglio e vado a destra, fortunatamente trovo un paio di ragazzi che erano al checkpoint e stanno tornando a casa che mi indicano la strada giusta ancora una informazione ad una passante e arrivo finalmente all'arrivo ... che fatica, ci vuole una birra!
Per la cronaca non ho vinto, ma non sono neppure arrivato ultimo, calcolato il tipo di gara mi sembra pazzesco aver passato correttamente tutti i checkpoints, alla fine ha vinto la bici più scrausa, da passeggio con la ruota libera, semplicemente perchè chi la pedalava si è perso meno degli altri :-)
martedì, maggio 15, 2007
lunedì, maggio 14, 2007
Bici pazze
Quello della foto sono io su una assurda creazione del Mecca per la cooperativa "Il Triciclo"
di Torino.
di Torino.
La bici è una elaborazione di una saltafoss biammortizzata (!) probabilmente risalente agli anni '70 superchopperizzata con una minuscola ruota dietro e da 24" davanti con il mitico gommone Gazzaloddi da dowhill assolutamente liscio dall'usura, trasmissione a ruota fissa rigorosamente senza freni.
La bici è decisamente inguidabile, si impenna da sola appena si forza un po' sui pedali, il peso è tutto sul posteriore, lo sterzo è troppo leggero e la serie sterzo a dir poco ballerina rende impegativo anche il solo girare nello spiazzo dell'Ecocentro.
In una parola ... diventente!!
martedì, maggio 08, 2007
Gomme per uso urbano
Uno dei principali problemi del ciclista urbano sono le condizioni pietose delle strade: buche, pavè, tombini e le temibili rotaie del tram sono una vera trappola per le ruote della bici.
La soluzione migliore può essere optare per un robusto telaio da MTB con delle gomme larghe almeno 2", meglio ancora se 2.4" o 2.5"; per esperienza quelle più piccole (1.5"-1.6") si infilano ancora nelle rotaie.
In questo modo si può veramente pedalare tranquilli in perfetto stile carro armato sicuri di poter "tritare" qualunque cosa.
Le mie gomme preferite sono le Schwalbe Big Apple da 2" o da 2.35", concepite appositamente per l'utilizzo urbano, dotate di una protezione in kevlar antiforatura e di bande rifrangenti sui lati.
Purtroppo su un leggero e scattante telaio da pista o da corsa non si possono montare ruote larghe perchè, semplicemente, non ci stanno.
Per esperienza però posso dire che, sapendole usare, le ruote da corsa non sono così scomode, il trucco è andare velocissimi in modo da "volare" sulle asperità (più si riduce la velocità e più si "sentono" le buche) e prestare molta (ma molta) attenzione a quello che c'è sulla strada.
Avere almeno una idea di come fare bunnyhop (ovvero staccare la bici da terra) e saper alzare la ruota anteriore è utilissimo per attraversare senza difficoltà le onnipresenti rotaie e per superare gli ostacoli.
sabato, maggio 05, 2007
Il Ciclista Urbano
Mentre per la mountain bike e la bici da corsa esistono innumerevoli riviste (tutte piuttosto inutili), per il ciclista urbano non c'era nulla ... fino ad oggi.
E' uscito il primo numero di "Urban Cyclist"; è in inglese, è gratuito e lo potete scaricare qui:
http://urbancyclist.org/download/
http://urbancyclist.org/download/
Sono 12.7 MB, 68 pagine in bianco e nero, ricche di storie di ciclismo urbano, il resoconto della Alleycat Stupor Bowl X, bike polo, un po' di tecnica e tanta pubblicità (vabbè d'altra parte la rivista è gratis).
mercoledì, maggio 02, 2007
San Francisco USA
Ritorno al lavoro dopo 4 giorni di ponte ... piove ... traffico ... casino ... che palle!
4' e 43" di fixed relax from San francisco USA
martedì, maggio 01, 2007
Unstoppable NY Times
Il 29 aprile stato pubblicato sul prestigioso New York Times un interessante articolo sulle bici a ruota fissa usate in città.
Trovate la versione da leggere:
http://www.nytimes.com/2007/04/29/nyregion/thecity/29gear.html?_r=1&oref=slogin
e quella multimediale da guardare ed ascoltare: http://www.nytimes.com/packages/html/nyregion/20070415_FIXIES_FEATURE/blocker.html
tra gli altri c'è anche l'intervista a Gina di King Kog!
e quella multimediale da guardare ed ascoltare: http://www.nytimes.com/packages/html/nyregion/20070415_FIXIES_FEATURE/blocker.html
tra gli altri c'è anche l'intervista a Gina di King Kog!
Il giorno dopo un articolo similare è comparso sul Corriere della Sera.