C'è un certo intersse su questa bici, principalmente perchè è prodotta da uno dei principali e più conosciuti marchi al mondo (quindi si trova facilmente), secondo perchè ha un ottimo rapporto qualità-prezzo se si pensa che si riesce a comprare a cifre intorno ai 550 euro, terzo perchè è molto appariscente dal momento che in Italia sono distribuiti i soli modelli New York e London.
Premetto che la bici l'ho solo vista in vetrina e non ho avuto modo di provarla.
La bici è montata piuttosto bene: telaio in alluminio con forca in carbonio, mozzi flip-flop Formula, guarnitura Sugino RD Messenger, manubrio da pista con leve da CX sulla London e flat bar da MTB sulla New York, nulla di eccezionale ma i componenti sono validi, le grafiche sono un po' "impegnative", comunque a me piacciono.
Quello che NON mi piace e di cui, sinceramente, non riesco a capacitarmi è la geometria del telaio.
Mi torna comodo parlare della taglia 58 che alla prima occhiata ha le stesse dimensioni della mia Vigorelli.
Vediamo un po' gli angoli: Specy ha 73° mentre la Cinelli 73° e 73.5°, come già detto si potrebbero usare un pelo più verticali, ma in città vanno benissimo; rake forcella (ovvero di quanto è inclinata la forca verso l'avanti): 43mm (!) per la Langster contro 35mm della Vigo, questi sono veramente troppi, con un rake così è una forca da strada e non da pista; ma il dato più preoccupante è il drop del movimento centrale (ovvero quanto il movimento è più basso rispetto all'asse delle ruote): ben 67.5mm (addirittura 71.5 nelle taglie piccole) contro un 60mm sul Vigorelli.
Con una bici a ruota fissa il problema principale è il rischio di toccare coi pedali in curva, per questo i movimenti devono essere alti e le pedivelle corte, qui abbiamo un telaio con un movimento più basso di circa un centimetro rispetto alle quote normali di una bici da pista, oltretutto accoppiato a pedivelle relativamente lunghe (170mm sulle taglie piccole, 172.5 su quelle grandi).
Anche quardando altri particolari come il carro lungo 41cm e la lunghezza totale della bici (10cm più lunga della Vigorelli) si ha l'impressione che i progettisti Specialized abbiano disegnato una bici pensata innanzitutto singlespeed con ruota libera partendo dalle quote di un telaio da corsa su strada e poi, incidentalmente, visto che è di moda, ci abbiano messo un mozzo flip-flop fixed-free per farla fissa.
In questo modo tutti i vantaggi di un telaio da pista, pensato fisso, rispetto ad una conversione, costruita partendo da un vecchio telaio da corsa, viene quindi a perdersi, visto che il Langster che viene venduto come bici completa è un telaio da strada, solo coi forcellini orizzontali da pista, al contrario del Langster S-works (questo veramente da pista) che viene venduto solo come telaio e ha geometria completamente diversa (oltre a costare anche molto di più).
Dal momento che di Langster se ne stanno vendendo sarei curioso di sapere se qualcuno di voi che leggete ne ha uno e cosa ne pensa.